Legambiente Valdera: "Il taglio migliore è quello che non si vede"
Legambiente Valdera critica sulla gestione del patrimonio arboreo urbano e periurbano
Come ogni inverno arriva quel momento in cui le municipalità decidono di avviare i lavori di potatura del proprio patrimonio arboreo.
Tali lavori sono affidati, se si tratta di grandi città, a servizi interni al comune, se invece si tratta di piccole realtà, agli enti che hanno vinto leappositegare di appalto. Il risultato, spesso in entrambi i casi, sono alberi capitozzati.
Pontedera non è da meno ed ha iniziato da qualche settimana i lavori di potatura del proprio patrimonio arboreo, con risultati che parlano da soli.
Piazza Vittime dei Lager Nazisti è vicino la nostra sede in via Fiumalbi e la potatura degli alberi di questa piazza è avvenuta il 31 gennaio 2023. Le due foto sopra riportate non mostrano un prima-dopo, ma rappresentano due alberi di piazza Vittime dei Lager Nazisti dopo la potatura. Abbiamo scelto queste due foto da noi scattate, per sottolineare che le potature sono spesso fatte senza alcun criterio.
Perché l’albero di sinistra è stato capitozzato, mentre l’albero rappresentato a destra non ha subito lo stesso trattamento? Con quale criterio si decide che un albero deve essere capitozzato e un altro invece no? Questo dovrebbe far riflettere sulla professionalità di chi effettua le potature dei nostri alberi.
Ma vediamo che cosa è la capitozzatura, pratica giustamente demonizzata dagli esperti ai lavori.
La capitozzatura è il taglio indiscriminato del fusto e delle branche di un albero, spesso giustificata con le frasi “l’albero era troppo alto”, “l’albero era pericoloso” oppure “almeno l’albero si rinforza”. Ma questi tagli spesso rendono l’albero ancora più pericoloso e indebolito. Vediamo i motivi.
Quando si effettua un taglio importante ad una branca, l’albero risponde attivando, nella primavera successiva, le gemme definite ‘avventizie’. Queste gemme, in risposta all’importante perdita di materiale vegetativo, generano molti rami cercando di recuperare. Ahimè l’inserzione di questi rami sulla branca risulta essere molto debole e con il passare degli anni questi rami vanno a costituire un pericolo.
Se poi il taglio effettuato risulta essere di discrete dimensioni (8-10 cm), l’albero non sarà capace di “cicatrizzare” la ferita attraverso l’azione naturale del collare di abscissione, posto alla base di ogni ramo. La ferita non cicatrizzata funge da porta per tutti quei patogeni (funghi, batteri e insetti) che renderanno ancora più debole la branca. Cosa abbiamo ottenuto? Molti rami e quindi molto peso, posti su una branca con marciumi o cavità interne. É semplice capire che questa situazione non è sicura.Per mettere in sicurezza le branche capitozzate da cui si sono originati molti rami, sono poi necessari ripetuti interventi di potatura, portando così all’aumento dei costi di gestione.
La cura degli alberi in ambiente urbano deve passare dalle mani di persone formate, persone che siano consapevoli dell’importanza degli alberi in città e che sappiano che il taglio di ritorno è il giusto metodo di potatura. Il taglio di ritorno consiste nella potatura della parte terminale di un ramo o una branca con un taglio immediatamente al di sopra di un altro ramo di dimensioni paragonabili e con andamento similare a quello tagliato, in modo che questo possa fungere da punta di sostituzione (tiralinfa).
È triste vedere che l’Italia è ancora così indietro sul verde urbano, quando paesi vicino al nostro hanno molta più sensibilità. Le istituzioni provano a risolvere il problema, con regolamenti e norme comunali, ma poi non verificano che queste siano messe in atto. Forse una giusta strategia è la sensibilizzazione dei cittadini, in modo che non siano soltanto gli addetti ai lavori o gli appassionati a chiedere spiegazioni e giustizia per il modo in cui il nostro Verde Urbano viene gestito, ma bensì un gruppo ben più ampio di persone.
E ricordate: la potatura giusta è quella che non si vede.
articolo di Giovanni Morabito