"Sanità al collasso", denuncia di Una Città in Comune
Maria Rosaria Lacatena, candidata di Una città in Comune parla di una sanità al collasso, responsabilità di destra e centrosinistra
Questo il comunicato integrale
In questa campagna elettorale abbiamo assistito ad un costante (e anche imbarazzante) rimpallo di responsabilità tra destra e centrosinistra, su un dato che è certo: la sanità pubblica è al collasso. La destra ha accusato il centrosinistra di aver creato le “maxi-Asl” che hanno impoverito i presidi territoriali, mentre il centrosinistra ha accusato il Governo di tagli a risorse e personale.
Hanno ragione: le responsabilità sono sia del Governo, oggi di centrodestra ieri di centrosinistra, che della Regione a guida centrosinistra. E per questo, mai come ora è urgente porre un argine all’umiliazione del nostro sistema territoriale. A fronte della progressiva erosione dei nostri diritti, ci si abitua piano piano a farne a meno. Messi di fronte alle vergognose liste d’attesa, alla inaccessibilità dei Cup e alle trasferte nelle periferie dell’Area Vasta, siamo costretti a ricorrere alla diagnostica convenzionata, allo specialista privato a cui raccomandare la cura del nostro corpo, ai pacchetti salute delle assicurazioni private.
Non ci si può rassegnare alla privazione e del diritto alla salute per tutte e tutti e molto è possibile fare a partire dal livello locale per invertire la tendenza. Una città in Comune, lista nella quale sono candidata con Ciccio Auletta alla candidatura a Sindaco, lotta da anni per un servizio sanitario universale e pubblico.
Il tema della salute spesso viene liquidato dalla vulgata secondo la quale i Comuni non hanno competenze dirette. Nulla di più falso perché, quali enti consorziati nella Società della Salute, possono aumentare le risorse per i servizi sociosanitari del territorio e possono agire sia sui determinanti della salute, perché i maggiori danni derivano dall’ambiente, che sulle disuguaglianze sociali, perché chi è più povero si ammala di più. Vanno costruiti comuni resistenti, baluardo contro il gigantismo delle Aree Vaste, in grado di esercitare il proprio potere nelle decisioni che riguardano l’organizzazione dei servizi. E’ questo, un momento cruciale. Tutti vedono nelle Case di Comunità una palingenesi della sanità, che diventerà, secondo quello che si dice in teoria, il modello organizzativo per l'assistenza di prossimità per la comunità, al quale le persone possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale.
Così dicono, ma questo non avverrà se non faremo sentire la nostra voce.
La cosa che sappiamo è che a Pisa i fondi PNRR andranno a finanziare le sole strutture di via Garibaldi e Marina di Pisa e non è previsto alcun piano di potenziamento del personale: saranno solo scatole vuote, anche perché il Decreto Ministeriale del Governo Draghi le ha rese dei meri presidi sanitari, spogliandole dal significato originario. Ricordiamoci che la Zona pisana non ha mai avuto una Casa della Salute, a fronte delle 76 che sono disseminate nel territorio regionale. Tutti parlano di Prossimità, ma nessuno individua proposte concrete: per noi, una Casa di comunità in via Garibaldi per tutta la città, peraltro senza un progetto che garantisca l’accessibilità e la multidisciplinarietà, non serve a nulla. Non ci possiamo permettere di perdere questa partita: i presidi distrettuali del Cep San Giusto e della zona Nord vanno potenziati con la presenza dei medici di famiglia e con gli ambulatori di prossimità.
Dobbiamo riprendere a fare programmazione, a conoscere i bisogni di salute del territorio prima dell’aggravarsi delle malattie, sviluppando la medicina di iniziativa e coinvolgendo il terzo settore e le competenze della comunità. Ed infine, prevenzione, tanta prevenzione, andando verso il territorio, verso tutte e tutti coloro che abitano la
città: è cruciale e improrogabile il potenziamento dei servizi di prevenzione della salute mentale, a partire dall’infanzia e dall’adolescenza perché si intervenga prima della drammatica cronicità della malattia e si promuova il benessere.
Un movimento di cittadinanza può fare fronte comune e vincere la
partita: torniamo insieme a rivendicare un sistema sanitario territoriale pubblico, universale ed accessibile