Giustizia riparativa, nella zona della SdS Pisana il primo sistema territoriale integrato della Toscana
Sottoscritto il protocollo d’intesa fra SdS, Udepe e soggetti del terzo settore e del volontariato del territorio impegnate nell’esecuzione penale esterna in attuazione di provvedimenti giudiziari emessi dal tribunale sorveglianza e dal tribunale ordinario
Fra gli obiettivi la costituzione di un Tavolo di lavoro e di Sportelli di comunità dedicati alla giustizia riparativa. Prevista anche la realizzazione di un centro studi per mappare le migliori pratiche, in Italia e all’estero.
Di Maio (SdS Pisana): “Non si parte da zero. Abbiamo ottenuto un finanziamento regionale di 40mila euro per lo sviluppo di una rete integrata di servizi per l’assistenza delle vittime. Il protocollo è la cornice ideale per realizzarlo”.
Giazzi (Udepe Pisa): “Auspichiamo l’attivazione di un secondo centro regionale per la giustizia riparativa oltre a quello già previsto a Firenze. Questo accordo, e l’esperienza maturata nel territorio pisano, possono aiutare ad andare in quella direzione”
PISA, mercoledì 14 giugno 2023 – La definizione è stata codificata a livello internazionale sia dalle Nazioni Unite che dal Consiglio d’Europa: “Qualsiasi procedimento che permette alla vittima e all’autore del reato di partecipare, attivamente, se vi acconsentono liberamente, alla risoluzione delle questioni risultanti dal reato con l’aiuto di un terzo imparziale”. L’Ue, ormai sei anni fa, ha anche varato un’apposita raccomandazione per “incoraggiare gli Stati membri a svilupparla e utilizzarla nell’ambito dei rispettivi sistemi di giustizia penale”. E l’Italia nell’ottobre scorso ne ha definito la prima disciplina organica, in applicazione della c.d. “riforma Cartabia”. In Toscana, però, sarà la Zona Pisana a fare da apripista per nascita di un vero e proprio sistema territoriale integrato per la promozione della giustizia riparativa rivolto alle comunità, alle vittime e alle persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria, grazie al protocollo d’intesa sottoscritto questa mattina (mercoledì 14 giugno), nella sede di via Saragat, da Società della Salute, Udepe (Ufficio distrettuale esecuzione penale esterna) di Pisa e le principali realtà del terzo settore e del volontariato del territorio impegnate nella realtà di esecuzione della pena fuori dal carcere (cooperative sociali “Arnera” e “Il Simbolo” e associazioni “Controluce” e Cen-Vit).
Il documento non è solo la dichiarazione di condivisione di alcuni fondamentali principi comuni, ma individua anche tanti obiettivi e piste di lavoro concrete, messe nero su bianco. Il protocollo appena sottoscritto, infatti, permetterà oltre al rafforzarsi delle iniziative già in campo, anche la creazione , nella Zona Pisana nascerà il Tavolo per la Giustizia Riparativa, composto da istituzioni, servizi pubblici, terzo settore e cittadinanza attiva che dedicherà una particolare attenzione alla coprogettazione e alla disseminazione degli interventi e delle pratiche di giustizia riparativa e al fundrasing per sostenerle finanziariamente. Già fissato anche l’obiettivo di arrivare alla promozione sul territorio di Sportelli di comunità per la giustizia riparativa che prevedano pure la realizzazione di un centro studi con il compito di mappare le esperienze più significative al riguardo, in Italia e all’estero, ma anche la strutturazione di un servizio di mediazione penale sul territorio, con la presenza di operatori qualificati, e di gruppi stabili di riflessione, responsabilizzazione e riparazione distinti per tipologie di reato oltre a percorsi formativi, divulgativi e d’informazione dedicati alla giustizia riparativa.
Non è un libro dei sogni e non si parte da zero. “Come SdS Pisana abbiamo già ottenuto un finanziamento regionale di circa 40mila euro per lo sviluppo di una rete integrata di servizi pubblici per l’assistenza generale alla vittime di reati – annuncia il Presidente Di Maio -: questo protocollo d’intesa costituisce la cornice ideale entro cui collocare e sviluppare questo progetto nella convinzione che ogni reato, non è solo e tanto la violazione di una norma, ma la lesione di un diritto di una vittima, individuale o collettiva, e, quindi, costituisce una frattura del rapporto fra l’autore e la collettività che dobbiamo provare a sanare”.
Il protocollo d’intesa, peraltro, potrebbe fare da apripista anche all’applicazione del decreto legislativo 150/2022, norma attuativa della c.d. “riforma Cartabia” che costituisce la prima disciplina organica della giustizia riparativa in Italia, e che prevede la creazione dei centri territoriali per la giustizia riparativa, chiamati ad assicurare i livelli essenziali e uniformi delle prestazioni avvalendosi di mediatori esperti e qualificati. “Ne è previsto uno in ciascuna regione e per la Toscana l’indicazione è di crearlo nel capoluogo – spiega il direttore dell’Udepe (Ufficio distrettuale esecuzione penale esterna) di Pisa Rossella Giazzi-. Auspichiamo, però, che la lunga esperienza maturata in materia nel territorio pisano e confluita in questo protocollo organico, possa spingere per la creazione di un secondo centro regionale, proprio all’ombra della Torre e al servizio di tutta la Toscana costiera”.
Per Stefano Carboni della cooperativa sociale Arnera “è l’inizio di un percorso strutturato e formalizzato sulla giustizia riparativa e la tutela dei diritti delle vittime di reati, che raccoglie e valorizza le esperienze nate nel territorio pisano in questi anni: è un passaggio fondamentale perché, senza una rete territoriale salda, è difficile promuovere la giustizia riparativa”.
“E’ una novità importante – aggiunge Daniela Conviti, vicepresidente dell’associazione “Controluce” da trent’anni impegnata accanto ai detenuti e agli ex detenuti del territorio pisano -: grazi a questo protocollo, infatti, nasce finalmente una rete che ha, al contempo, una finalità riparatoria per la società ma anche l’obiettivo di avviare percorsi di assunzione di responsabilità da parte di chi ha commesso un reato e di tutela nei confronti delle vittime. Fondamentale che nella rete siano coinvolti, in quali di attori di primo piano, le realtà istituzionali del territorio”
“La rete che nasce oggi – continua Alessandro Carta della cooperativa sociale “Il Simbolo” – può essere un’opportunità di crescita importante per tutto il territorio e anche per le realtà aderenti”.
“Siamo felicissimi di essere parte di questo protocollo – conclude Angela Giacovelli, presidente della neonata associazione “Cen-Vit”- la nostra realtà, infatti, nasce proprio con lo scopo di sostenere e accompagnare le vittime di reati e promuovere percorsi di giustizia riparativa”.