"I detti pisani per gente ammodino" il libro di Stefano Renzoni rivisto e ampliato
Un mercoledì sera con “I detti pisani per gente ammodino”. Il 12/7 alle 21.15 la nuova edizione (rivista e ampliata) del libro del ‘prof’ Renzoni nella rassegna di Piazza Cavallotti
Un divertente mercoledì sera “per gente ammodino”, domani (12 luglio), alle 21.15 in piazza Cavallotti, con la presentazione del libro “Detti pisani per gente ammodino”, pubblicato da Pacini Editore, scritto da Stefano Renzoni (nella foto in allegato) e illustrato da Raffaele Silvestri. Assieme all’autore ci saranno l’archivista Manuel Rossi e la giornalista Eleonora Mancini.
L’appuntamento rientra nel calendario della rassegna estiva “Un fiume di libri in Piazza Cavallotti” organizzata dalla libreria Erasmus con le case editrici indipendenti della provincia e con il patrocinio del Comune di Pisa.
Dopo una prima edizione trionfale, nel 2021, i “Detti pisani per gente ammodino”, escono ora in seconda edizione (83 pagine; 7 euro) ampliati con l’ingresso di altri modi di dire del lessico quotidiano dei pisani. L’autore, Stefano Renzoni, storico dell’arte e “pisano senza vergognarsene troppo”, raccoglie e spiega, in modo ora irriverente ora malinconico, modi di dire ed espressioni colorite del lessico quotidiano.
Un lessico che è soprattutto ‘politicamente scorretto’, raccontato e indagato in pagine esilaranti tra etimologia e antropologia.
Negli 81 “Detti pisani” della nuova edizione, la ‘gente ammodino’ troverà la spiegazione di modi di dire come “ir budello di tu ma’”, “Nedo? Puppa!”, “Mi pai quello che la fece sul mi’ uscio e la rivoleva”, “levare il fumo alle stiacciate”, “ma voi insegna’ a babbo a pipa’”, conoscerà l’origine di locuzioni come “buo punzone” e la sua variante “buo levere”, “culo sudicio (aver il)”, ritroverà memoria di parole in disuso come “baogigi” o “fiammata”, e si inoltrerà nella comprensione di aggettivi come “bella farda”, “manfruito”, “cardeo” o “peoro” o di verbi come “stioccare/stioccatelo”.
“Ne è venuta fuori come la biografia (la mia) – scrive Renzoni nella prefazione alla seconda edizione dei ‘Detti’ – di un cittadino nato e cresciuto a Pisa, innamorato del sermo rusticus quanto basta per sentirsi parte di una collettività”.