"Neet e Hikikomori, giovani immobili e invisibili". Venerdì a Pontedera incontro della Fondazione Charlie

Cultura
Pontedera
Mercoledì, 8 Novembre 2023

L'appuntamento è per venerdì 10 novembre, alle ore 21.00 presso la Biblioteca Comunale Gronchi di Pontedera, per un confronto con lo psicologo Marco Crepaldi, fondatore e presidente dell’Associazione Hikikomori Italia

Sempre più giovani sono in una condizione sospesa, in cui né studiano né lavorano, o scelgono un ritiro volontario da qualsiasi forma di vita sociale. Sono fenomeni rispettivamente definiti dall'acronimo inglese NEET e dal termine giapponese Hikikomori, che significa letteralmente "stare in disparte". Proprio di questo si discuterà al prossimo incontro dal titolo "Giovani immobili e invisibili", organizzato dalla Fondazione Charlie nel ciclo di iniziative sull'adolescenza inaugurato nelle scorse settimane. Un’occasione unica per approfondire questo tema, per confrontarsi e per ricevere risposte.

Il presidente di Fondazione Charlie Angelo Migliarini, nel presentare l'iniziativa, sottolinea: "Si tratta di ragazzi abbandonano la scuola, smettono di frequentare gli amici e trascorrono la maggior parte del tempo chiusi nelle loro stanze, spesso dormendo di giorno e trascorrendo la notte di fronte al computer o al cellulare. Il fenomeno è stato osservato per la prima volta in Giappone nel 2012 e ha mostrato fin da subito caratteristiche preoccupanti, sia per il numero di soggetti coinvolti, che per l’estrema difficoltà nel trattare questa delicata problematica. Attualmente in Giappone si stimano oltre 1.5 milioni di Hikikomori certificati, il problema, già preoccupante nel 2017 è letteralmente esploso dopo il Covid. In Italia, - prosegue Migliarini - uno studio del CNR ha recentemente calcolato la presenza di 50 mila casi di Hikikomori sul territorio nazionale. Si presume tuttavia che tale stima, ricavata esclusivamente in relazione ai casi di abbandono scolastico, sia molto lontana dal numero reale delle persone affette da questo problema, che si ipotizza almeno di tre volte superiore. Esiste infatti una dimensione sommersa molto difficile da intercettare, a meno che i genitori non escano allo scoperto rivelando il problema. In Italia, come in Giappone, è stato calcolato un aumento del 20% dei casi di Hikikomori, a seguito della pandemia ed il fenomeno appare essere vertiginosamente in aumento".
L’associazione Hikikomori Italia, attiva su tutto il territorio nazionale dal 2015 attraverso una rete di sostegno e di aiuto per genitori e ragazzi, è stata la prima ad accorgersi del problema e a intuirne le preoccupanti caratteristiche. È di fondamentale importanza - sostiene il fondatore di Hikikomori Italia - che le famiglie abbiano la possibilità di confrontarsi e condividere le proprie difficoltà, in quanto molto spesso i ragazzi Hikikomori rifiutano fermamente ogni forma di aiuto, di dialogo e di partecipazione alla vita familiare. Mediante il confronto e il sostegno offerto dagli psicologi dell’associazione, i genitori potranno tentare nuovi approcci al problema e soprattutto non si sentiranno soli in una situazione oggettivamente molto difficile da gestire. "È un problema in continua crescita - conclude Migliarini -, sono sempre di più i ragazzi che decidono di arrendersi. È importante cercare di capire come mai questo accade e riuscire a riconoscere subito i segnali di allarme".
 

redazione.cascinanotizie