Latignano scrive a "mamma Cascina"
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un latignanese all'indomani degli allagamenti
Cara mamma Cascina, è da un po' che vorrei scriverti ma poi, alla fine, c’è sempre qualcosa da fare. E poi, in questi giorni, l’alluvione che ha colpito i nostri luoghi passa avanti a tutto; quindi ho aspettato qualche giorno di sole, per buttare giù queste righe.
Leggo dovunque che la situazione da noi, in quelle ore convulse del 2 e del 3 novembre scorsi, è rimasta “sotto controllo”. Ed è vero, perché rispetto ai morti ed alle tragedie degli altri comuni non si può fare alcun paragone. Leggo anche che la tempesta ha “lambito” l’abitato di Latignano, come se fosse una cosa di poco conto. Ed in effetti è di poco conto, rispetto a quello che è successo altrove. Eppure, aver lambito Latignano, ha significato che i canali sono tutti usciti dal proprio alveo, trasformando Via Rotina in un fiume, non più praticabile; non era più possibile distinguere la strada dai campi e dai fossi. Anche le varie vie laterali ed adiacenti erano nelle stesse condizioni. Aver lambito Latignano ha significato aver subito un’ordinanza di chiusura delle strade – rappresentata da 2 transenne - “fino all’eliminazione della situazione di allagamento”. Aver lambito Latignano ha significato aver transennato l’accesso a Via Rotina – che ti ricordo, mamma, essere l’unica via di accesso ed uscita dal paese – e preteso che le persone lasciassero la macchina sulla strada Provinciale per raggiungere l’abitazione a piedi. Con la strada allagata? Stai tranquilla, mamma, ho il vago sospetto che lo abbiano fatto in pochi. Anche se qualcuno ha detto “se poi finite nel fosso non ci chiamate”. Aver lambito Latignano ha significato non poter andare al lavoro in macchina fino alla vigenza dell’ordinanza, fatta salva la camminata di cui sopra. Aver lambito Latignano ha significato ancora una volta ignorare che uno dei tuoi 22 figli, Latignano appunto, è nuovamente considerato meno degli altri. Mi chiedo se avresti usato le stesse parole, un’ordinanza e due transenne se, abbandonato su un’isola circondata dall’acqua, fosse stata Navacchio o Zambra o il centro storico di Cascina. Sono decenni che Latignano non ha nulla, se non la forza di volontà dei suoi abitanti, che cercano di essere una comunità nonostante tutto. Da Latignano non passano autobus (c’è una raccolta firme in proposito), da Latignano non passa che una strada (tralasciamo le condizioni in cui versa), da Latignano non passa mai nessuno, nemmeno quando viene “lambita” dalle tempeste. Ma, stai tranquilla mamma, almeno i miasmi serali arrivano sempre puntuali. Se togliamo gli sforzi dei suoi abitanti e della rete di associazioni e volontari, Latignano sembra il figlio non voluto, quello cui ormai non si volge più neanche lo sguardo, tanto – ormai si sa – è Latignano.
Credo sia giunto il momento, cara mamma Cascina, di dirci la verità. Qualche anno fa qualcuno avanzò la provocatoria proposta di vendere la frazione ad un altro Comune. Beh, visto che tanto la considerazione è questa, non appare più solo come una provocazione.
P.S. Chiedo la cortesia, a chiunque possa pensare di strumentalizzare politicamente queste righe in maniera polemica verso l’Amministrazione Comunale, di astenersi da tale giochetto demagogico. Latignano è in queste condizioni da decenni, a prescindere da chi governasse il Comune. Latignano è così da sempre. Con buona pace di chi ha messo a nuovo un passaggio pedonale sotto le elezioni o di chi, una volta sedutasi comodamente in Europa, ha smesso di fare passerelle e sfilate nel nostro territorio.