Spettacolo e raccolta fondi per l’antico organo della Pieve di San Casciano
Domenica 3 dicembre andrà in scena lo spettacolo “A tu per tu col Cielo” scritto e diretto da Massimo Corevi, presidente dell’associazione Lungofiume
Uno spettacolo – con testi liberamente tratti da Don Tonino Bello, Khalil Gibran, Langston James Hughes, Pablo Neruda, Tiziano Terzani – che è una nuova tappa nella raccolta fondi per il restauro dell’antico organo della Pieve dei Santi Ippolito e Cassiano a San Casciano (Cascina).
Gli attori Benedetta Giuntini e Marco Gistri daranno vita a un dialogo col cielo accompagnati dal coro Mi Alma Canta in un percorso suggestivo con musica e canto-
Inizio ore 21.15. Ingresso libero con offerta
In collaborazione con il progetto “Leo e i piccoli desideri”.
“A tu per tu col cielo – spiega Massimo Corevi - è un dialogo che potrebbe essere ascoltato da uomini di oggi come di mille anni fa e non perderebbe il suo significato. Questo perché è un filo diretto dell’uomo con il cielo, un dialogo interiore, fatto di domande, che diventa una preghiera verso l’alto, verso il luogo dove giungono le speranze e le paure umane. Gli argomenti toccati sono i grandi temi della vita. Il luogo in cui ci troviamo è un’antica Pieve, con le sue luci, le sue ombre, i suoi pilastri e i suoi archi. La sua antichità ci sussurra le domande di coloro che qui hanno innalzato le proprie voci e hanno indagato il proprio silenzio. Ascolteremo una donna e un uomo, anche loro simboli di questi temi eterni, nati insieme con la storia umana, con Adamo che ama Eva e con Caino che odia Abele. Ma quell’uomo e quella donna parlano da soli? Parlano l’uno all’altra? Oppure si rivolgono al cielo? Ma non saranno queste le uniche voci: un coro ci accompagnerà nei vari momenti con musica e canto toccando quelle corde dell’anima che le parole possono soltanto sfiorare”.
L’organo della Pieve
L'organo è opera di Giosuè Agati (1770- 1847) di Pistoia. Da un preliminare censimento del corpo fonico risulta esistente nella quasi totalità il gruppo originale di canne cronologicamente collocabili all'impianto seicentesco e ottocentesco, le quali presentano deformazioni plastiche, lesioni nella parte terminale dei corpi, dissaldature e ammaccature di varia natura, riscontrabili in prossimità dell'accordatura dei corpi e delle punte dei piedi. Per il resto lo stato conservativo rientra in un contesto di carenza ordinaria di manutenzione, sommata a problemi legati all'azione degli agenti chimici e ambientali del luogo (polvere, umidità, esposizione a fonti di calore). Si riscontrano inoltre fenomeni di ossidazione delle componenti ferrose; presenza diffusa dell'azione degli insetti xilofagi, alcune fessurazioni e perforazioni generali delle componenti lignee.
Lo strumento suona con difficoltà, ma attraverso il restauro del materiale fonico e un’accurata revisione delle componenti meccaniche ed elettriche, l’organo appare pienamente recuperabile all’uso.