"Allibiti dalla sentenza sul licenziamento di Simone Casella"
E' quanto affermano, in un comunicato, i lavoratori della WORSP, leggendo la sentenza che conferma il licenziamento dell'ex delegato CGIL Simone Casella
Di seguito il comunicato dei lavoratori uscito il giorno seguente alla sentenza del 7 febbraio.
Come gruppo lavoratori WORSP siamo rimasti allibiti, ieri, quando abbiamo letto la sentenza (che è pubblica) sul licenziamento del nostro ex delegato CGIL Simone Casella. Si tratta di una sentenza a nostro avviso bugiarda, non tanto perché il giudice ha dato ragione all’azienda, ma per le motivazioni che ha dato e perché prende in considerazione solo i documenti prodotti da WORSP durante tutta la vertenza (oltretutto in modo non corretto). Una vertenza durata oltre due anni (e questa è un’altra vergogna) in cui non sono stati minimamente presi in considerazione i documenti prodotti dall’avvocato difensore, le nostre testimonianze, non viene mai detto che Simone era il delegato sindacale, si tirano fuori questioni che non c’entrano niente con i fatti (anche questi ben discutibili) che hanno portato al licenziamento.
L’unica giustificazione plausibile che diamo a questa sentenza è data dal proseguimento del lavoro sindacale che avviò Simone all’interno dell’appalto AOUP, che ha portato il nostro gruppo prima a strappare il tempo indeterminato per l’appalto irregolare, adeguamenti salariali non indifferenti, e anche a bloccare una gara pubblica nell’ultimo mese perché non c’era clausola sociale (quindi il passaggio da azienda a azienda per chi ci lavora ormai da quattro anni. Quella sentenza, che ci sembra scritta dall’avvocato dell’azienda e che invitiamo chiunque ad andarsi a leggere sul sito del Tribunale, discende da questo e ci lascia molto preoccupati.
Come gruppo di lavoratori ci auguriamo che anche la CGIL, a cui era tesserato Simone e che oggi ha praticamente il totale dei tesserati nelle guardie non armate (anche se nel nostro Gruppo ci sono lavoratori senza tessera) grazie al suo lavoro sindacale, prenda posizione pubblica su questa sentenza, sostenga il ricorso contro questa sentenza ingiusta e si dia il percorso di lotta, che probabilmente è mancato in questi due anni e mezzo, per ottenere il reintegro del nostro collega.
Noi, come abbiamo scritto sopra, siamo preoccupati. Come abbiamo sempre fatto in questi due anni, saremo a fianco di Simone e non ci faremo intimorire da questa sentenza, che crea un precedente grave a favore delle aziende. Se vengono cacciati con questa facilità i delegati sindacali, con motivazioni che sappiamo essere a dir poco pretestuose, se in un tribunale del Lavoro le ragioni e le prove dei lavoratori sono considerate pari a zero come in questo caso, non diventerà sempre più difficile non solo trovare delegati e RLS, ma anche semplici iscritti al sindacato?
Gruppo Lavoratori WORSP