Parkinson: al Lotti terapie all’avanguardia
L'ospedale di Pontedera in prima linea nella terapia complessa infusionale
Terapie all’avanguardia nel campo del trattamento dei disturbi del movimento.
Sono quelle che vengono fornite nell’ambulatorio Parkinson di Pontedera per curare in maniera sempre più adeguata questa complessa patologia neurodegenerativa progressiva e cronica che presenta un quadro clinico prevalentemente motorio.
Nelle persone affette da malattia di Parkinson, infatti, a una condizione già di per sé estremamente difficile, si associano problematiche che solo gli specialisti esperti, i pazienti e i loro caregiver sperimentano e che negli anni si sommano le une alle altre, determinando una grave compromissione della qualità di vita.
Da qui la necessità di mettere a disposizione terapie di provata efficacia, anche se più complesse, in grado di venire incontro alle esigenze degli utenti e delle famiglie, che possono essere garantite solo in centri ad alta specializzazione.
All’interno della struttura di Neurologia della Valdera, diretta dal dottor Renato Galli, è strutturato a Pontedera, con sede all’ospedale “Lotti”, un ambulatorio per i disturbi del movimento integrato all’interno della rete regionale per la cura della malattia di Parkinson. Il dottor Carlo Rossi è il referente per questa patologia e in generale per le malattie neurodegenerative nel territorio della Valdera. In questo ambito vengono regolarmente seguiti 982 pazienti dei quali 700 con diagnosi di malattia di Parkinson o di parkinsonismi degenerativi. I volumi di attività sono davvero consistenti, con 1400 visite effettuate nel 2023 (e già oltre 800 nei primi 6 mesi del 2024), a conferma del fatto che questo ambulatorio per il Parkinson è tra i più attivi, oltre che qualificati, nel panorama toscano.
Per questa patologia è ormai nota l’efficacia della Ldopa (o levodopa) come trattamento più affidabile e accurato disponibile (gold standard terapeutico) lungo tutta la storia naturale di malattia, per controllare i sintomi bradicinetici evidenti nella malattia e per migliorare la qualità della vita nei pazienti con malattia di Parkinson idiopatica. La somministrazione di questo amminoacido per via orale determina però, durante la giornata del paziente, ore di marcata sofferenza fisica e psichica a causa del blocco motorio e dei sintomi non motori.
Nei casi più complessi, una soluzione possibile è rappresentata da terapie complesse quali l’intervento chirurgico (deep brain stimulation) e terapie infusionali a base sempre di Ldopa o apomorfina.
Dal marzo 2024, anche in Italia è disponibile una nuova modalità di somministrazione della Ldopa nei casi di malattia di Parkinson con complicanze motorie di difficile gestione con la terapia orale. Il farmaco foslevodopa o foscarbidopa, già presente da anni come terapia infusionale attraverso una sonda (PEG-J), è infatti ora disponibile anche come somministrazione continua sotto-cute con notevoli vantaggi sul piano pratico per questo tipo di patologia. Si tratta di un dispositivo, di semplice gestione, che permette la somministrazione costante di Ldopa anche in quei pazienti per i quali non è indicata o non è possibile l’opzione chirurgica e non viene accettato il trattamento mediante PEG digiunale.
Nell’ambulatorio Parkinson di Pontedera è dunque possibile accedere a tutti questi trattamenti, tra cui la somministrazione di apomorfina sottocute ad infusione continua e quella di foslevodopa o foscarbidopa sempre sottocute.
In particolare, nei giorni scorsi (11 luglio 2024) questo tipo di terapia con infusione sottocutanea - che permette una somministrazione continua e garantisce un controllo stabile dei sintomi della malattia di Parkinson in fase avanzata - è stata applicata a un primo paziente, con ottimi risultati.
L’auspicio è che tale trattamento possa essere il primo di una lunga serie, in un percorso di miglioramento e ottimizzazione del trattamento dei pazienti affetti da questa patologia e del complesso contesto sociale che li riguarda.