In periferia tornano i cassonetti, Una città in comune non ci sta
"Giunta Conti inadeguata: sui rifiuti basta improvvisazioni"
Ha scritto Una città in comune.
In questi giorni, dopo anni di raccolta dei rifiuti col metodo del porta a porta, nelle periferie pisane stanno tornando i cassonetti.
Un passo indietro di decenni, che produrrà, anzi già produce, danni da tutti i punti di vista: peggioramento della raccolta differenziata, peggioramento della qualità urbana, ma, soprattutto un danno culturale da cui sarà difficile riprendersi…e tutto questo perché? Per l’illusione di risparmiare qualcosa, quando invece è ben noto che una riduzione della qualità dei rifiuti raccolti produce un aggravio dei costi di smaltimento. Per altro il risparmio oltre che essere effimero, andrebbe a scaricarsi ancora una volta sul lavoro (il porta a porta richiede più personale impegnato) e sull’ambiente (minore qualità della separazione alla raccolta, significa minore possibilità di riciclo).
Peggioramento della raccolta differenziata perché è ormai assodato che con il sistema dei cassonetti l’utente è meno attento alla corretta separazione dei rifiuti, ed è sostanzialmente impossibile risalire agli eventuali trasgressori. Inoltre il sistema dei cassonetti rende più complicato, se non impossibile, attuare un sistema di tariffazione puntuale che possa premiare davvero chi produce meno rifiuti. Il Comune di Pisa in questi anni non è mai riuscito a raggiungere dei livelli soddisfacenti di raccolta differenziata perché non ha mai avuto una strategia chiara e univoca. Basti pensare che all’interno del Comune erano (sono) in vigore tre metodi diversi di raccolta: porta a porta, cassonetti interrati, cassonetti fuori terra.
Peggioramento della qualità urbana, perché i cassonetti ingombrano, levando spazio ad altri possibili utilizzi e rappresentato un potenziale pericolo, oltre ad essere sostanzialmente brutti. Sono inoltre fonte di abbandono di rifiuti: tutti i soggetti che per svariati motivi non hanno la tessera per aprirli ricorrono all’abbandono del sacchetto all’esterno dei bidoni, aggravando il danno paesaggistico e aggiungendo quello sanitario. Lo stesso avviene quando il cassonetto è pieno o quando il sacco non entra negli appositi buchi…
Fin da subito, appena è cessata la raccolta porta a porta, numerosi sacchetti dell’immondizia hanno iniziato ad accumularsi all’esterno dei cassonetti producendo il degrado che finalmente avevamo superato grazie al porta a porta.
La normativa per altro imporrebbe di realizzare le isole ecologiche in uno spazio apposito, fuori dalla carreggiata, mentre molti sono stati installati proprio in carreggiata e in prossimità di incroci (es. via S. Jacopo in Gagno).
Abbiamo denunciato, inascoltati, questa scelta dell’amministrazione fin da quando il Consiglio comunale ha votato per il bilancio preventivo 2024 in cui era contenuta questa previsione di smantellare il sistema del porta a porta. Oggi lo ribadiamo alla luce dei fatti: tornare al sistema dei cassonetti è un disastro per la città, per l’ambiente, per le tariffe e per la qualità della vita.
Il Comune di Pisa ha bisogno di una strategia dei rifiuti a 360 gradi, la cosiddetta strategia rifiuti zero, che possa portare alla riduzione della produzione dei rifiuti al miglioramento della quantità e qualità della raccolta differenziata, ad un miglioramento del servizio per i cittadini con una tariffa equa e sostenibile. Ma questo non si può ottenere con politiche improvvisate di corto respiro come la scelta di ritornare ai cassonetti. Ancora una volta la giunta Conti dimostra con i fatti di non essere in grado di governare la nostra città verso un futuro degno della sua storia.