Manganellate agli studenti: in tredici convocati per un interrogatorio
Secondo chi ha svolto le indagini cinque sarebbero responsabili di aver promosso la manifestazione non autorizzata
Con una nota stampa la Questura di Pisa fa sapere che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pisa, al termine di un'accurata attività di indagine svolta in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e con la Digos, ha notificato l'avviso di presentarsi per rendere interrogatorio a tredici manifestanti coinvolti negli scontri con le Forze dell'Ordine il 23 febbraio scorso a Pisa, quando, durante una manifestazione non preavvisata, i manifestanti vennero a contatto con gli operatori di Polizia, schierati a protezione di obiettivi sensibili.
L'attività investigativa - prosegue la nota della Questura - ha consentito di individuare cinque manifestanti ritenuti responsabili di aver promosso una pubblica manifestazione non ritualmente preavvisata all'Autorità di Pubblica Sicurezza, negando all'atto di inizio della stessa ogni tipo di indicazione sulle modalità di svolgimento, nonché rifiutando le disposizioni di Pubblica Sicurezza impartite dal responsabile del servizio di ordine pubblico. I cinque, unitamente ad altri otto manifestanti, sono stati indagati anche per violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale, per essersi opposti agli operatori, della Polizia di Stato, spingendoli e colpendoli nel tentativo di forzare il dispositivo di sicurezza, nonché per aver offeso, in più momenti, l'onore ed il decoro degli operatori in servizio di ordine pubblico, pronunciando nei loro confronti frasi offensive e sputando addosso agli stessi.
Le fattispecie di reato sono state delineate a carico dei singoli soggetti a seguito di una laboriosa disamina del corposo materiale video prodotto dalla Polizia di Stato, nonché pubblicato in rete. Si precisa che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che i soggetti indagati si presumono innocenti sino alla sentenza definitiva.
Ha scritto Luigi Sofia, capogruppo sinistra unita per Pisa.
Solidarietà agli studenti repressi: Pisa non si piega al silenzio
Gli scontri e le denunce contro gli studenti di Pisa sono un grave segnale di arretramento democratico. Il diritto a manifestare, pilastro della Costituzione, non può essere messo in discussione con azioni repressive che intimidiscono chi lotta per la giustizia sociale e la pace, come nel caso del popolo palestinese. Pisa non può diventare un laboratorio di censura e repressione. Chiediamo immediata chiarezza su quanto accaduto e ribadiamo il nostro impegno al fianco degli studenti, insieme a Peppino Buondonno, responsabile scuola di Sinistra Italiana. Chi pensa di mettere a tacere il dissenso sbaglia: difenderemo con fermezza la libertà di espressione.
Non faremo un passo indietro.
Ha scritto Diritti in comune.
Siamo ancora una volta al fianco di tutti gli studenti e le studentesse che sono scesi in piazza a Pisa quel 23 febbraio 2024 per fermare il genocidio del popolo palestinese: un corteo assolutamente pacifico che voleva accedere in Piazza dei Cavalieri è stato prima bloccato in via San Frediano, e quindi è stato immotivatamente e ripetutamente caricato dagli agenti in assetto antisommossa con diversi studenti e studentesse, tra cui molti minorenni, che sono stati feriti e portati via in ambulanza. La città ha assistito, come denunciato subito, ad una violenza gratuita, ingiustificabile e fuori controllo da parte delle forze dell’ordine che hanno creato e prodotto una situazione inaccettabile, impedendo alle studentesse e agli studenti di poter liberamente manifestare come prevede la nostra Costituzione.
Vi sono delle pesantissime responsabilità politiche per quanto accaduto a Pisa otto mesi fa: quella “mattanza” si inserisce in un clima più generale di repressione e censura che da mesi si sta portando avanti nel nostro paese contro chi protesta e scende in piazza per chiedere l’immediato cessato il fuoco e fermare il genocidio del popolo palestinese. Ma non solo. Quanto avvenuto quel 23 febbraio a Pisa non è stato che l’anticipazione di come il Governo Meloni ha deciso di affrontare il dissenso nel nostro paese con i provvedimenti liberticidi e anticostituzionali contenuti nel Ddl sicurezza, contro cui il 14 dicembre daremo una grande risposta di piazza con la manifestazione nazionale a Roma.
Non è un caso che in queste ore a farsi primo portavoce della canea della destra è il deputato leghista Ziello, compagno di partito del sindaco Conti, con una apologia della politica del manganello, in piena linea con i suoi precedenti interventi a sostegno delle violenze contro gli studenti e le studentesse e negando il diritto a manifestare. Resta indelebile la vergogna di quanto avvenuto in consiglio comunale quando si è discusso, su nostra proposta, delle cariche contro i manifestanti che la destra, che sostiene Conti, non ha mai condannato ma anzi difeso.
Rilanciamo con forza le ragioni che hanno portato gli studenti e le studentesse in piazza lo scorso 23 febbraio e per questo parteciperemo anche alla assemblea cittadina indetta dagli studenti e dalle studentesse oggi, 21 novembre alle ore 18, al Teatro Nuovo, verso lo sciopero generale contro il governo del prossimo 29 novembre, e alla manifestazione nazionale del 30 novembre a Roma a sostegno del popolo palestinese.