Affitti brevi, il fenomeno nei quartieri di Pisa

Politica
PISA e Provincia
Giovedì, 5 Dicembre 2024

Una sorta di censimento da parte di "Diritti in Comune" che evidenzia il problema che interessa anche Pisa e accusa il Comune di non fare nulla a fronte del dramma sfratti

Questo il comunicato integrale

Affitti brevi: i numeri nelle diverse zone della città. Da parte della Giunta Conti nessuna azione e strategia per affrontare un'emergenza 

Nessuna strategia né di breve né di lungo periodo sul dilagare degli Airbnb nella nostra città da parte della Giunta Conti. E’ questo quello che emerge dal Documento Unico di Programmazione collegato al bilancio preventivo 2025. Il tema sempre più cruciale per tutte le città turistiche e anche per Pisa non è in alcun modo citato e non si prevede alcuna azione da parte della amministrazione comunale. 

Eppure anche a Pisa il fenomeno che sta “consumando” le città, rendendo impossibile per famiglie, lavoratori e lavoratrici trovare una casa è in crescita. In base ai dati più recenti forniti dalla amministrazione comunale sulla base di una nostra interrogazione sono 931 gli affitti brevi, di cui 246 sul litorale, 110 nella zona fra Borgo Stretto e via Santa Maria, 101 nell’area compresa fra Borgo Stretto e via di Pratale, 138 nella zona Stazione, 137 nei quartieri di Pisanova e Cisanello, 55 a Porta a Lucca, 54 a Porta a Mare e La Vettola, 90 nella zona fra aeroporto, Putignano e Riglione. Si tratta, tiene a specificare l’amministrazione comunale nella risposta che ci ha fornito, di dati ricavati dall'autoregistrazione sulla piattaforma regionale. A questi si aggiungono 268 affittacamere, 92 B&B, 81 case vacanze e 5 residenze d’epoca. Il totale è quindi di 1.377 unità abitative con caratteristiche di civile abitazione che sono utilizzate per l’offerta turistica.

Anche solo prendendo in considerazione le 931 unità utilizzate per gli affitti brevi si tratta di un numero impressionante se confrontato con il bisogno di alloggi presente in città per locazioni di lungo periodo: a Pisa, dati del Comune aggiornati sempre a luglio 2023, ci sono circa 200 persone in albergazione di emergenza di cui 90 minori e la città è ai massimi livelli nazionali per numero di sfratti. 

La prospettiva di guadagno che si cela dietro le locazioni turistiche infatti spinge un sempre maggior numero di proprietari a togliere gli immobili dal mercato abitativo; basti considerare che mediamente il prezzo per un alloggio intero con 2 camere da letto è 110 euro a notte, mentre il prezzo medio di una stanza privata è di 53 euro a notte. 

Vogliamo ribadire con forza, invece, che  la casa non è una merce ma è un diritto oggi negato a molte persone e che le istituzioni devono intervenire per garantire prima i diritti dei profitti. Non può esserci un numero indiscriminato di locazioni turistiche, come già molti paesi europei hanno compreso. 

Amsterdam, Barcellona, Parigi, e molte altre città europee hanno agito regolamentando questo fenomeno: un tetto massimo al numero di case date in mano al turismo, perché le case sono fatte in primo luogo per essere abitate. Le soluzioni di altri paesi passano sia dalla regolamentazione del fenomeno in relazione ad alcune zone che dai limiti imposti in proprio e al numero di residenti. Nel nostro ordinamento non ci sono ostacoli giuridici che impediscano di adottare normative simili, è un problema di volontà politica. 

Per questo anche in occasione della discussione del bilancio rilanceremo con alcuni emendamenti il percorso che da anni stiamo percorrendo per arrivare alla elaborazione di una proposta di Regolamento Comunale sugli affitti brevi, ma non solo, perché le amministrazioni comunali possono fare molto. 

Un Comune deve anzitutto interfacciarsi con le altre istituzioni perché venga approvata una legge nazionale per porre un limite alle locazioni turistiche sulla base delle necessità abitative della specifica città. Da giugno del 2023 sollecitiamo che si discuta la mozione che abbiamo presentato per sollecitare Governo e Parlamento in questa direzione, a partire dalla proposta di legge avanzata dalla rete Alta Tensione Abitativa, nata a Venezia nel 2021. Al contempo occorrono verifiche anche sul pagamento dell'imposta di soggiorno con una continua e costante azione di controllo puntuale sul territorio da parte della Polizia Municipale. 

Il sindaco Conti deve assumersi le proprie responsabilità rispetto a quello che già un Comune può fare sul piano urbanistico e giuridico. 

Riteniamo che i Comuni abbiano un dovere di intervento: la crisi abitativa ha raggiunto livelli drammatici ed è una responsabilità di chi è più a stretto contatto con i cittadini promuovere un intervento normativo in grado di garantire il diritto alla casa. La casa non è una merce. 
  
Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista 
  

 

redazione.cascinanotizie