Il Movimento No Base protesta di fronte alla sede della Regione
Il variegato universo del Movimento No Base protesterà il 17 dicembre di frontea lla sede della Regione Toscana a Firenze contro il piano integrato del Parco di San Rossore e torna a chiedere le dimissioni del Presidente Bani
Questo il comunicato integrale
Piano integrato del Parco: la Giunta regionale si fermi e si riapra il percorso. Il 17 dicembre saremo sotto la Regione con il Movimento No base per le dimissioni del Presidente Bani
L’Ente Parco venga subito in Prima Commissione Consiliare Permanente ad illustrare il Piano Integrato del Parco. È questa la richiesta che abbiamo depositato ieri dopo la notizia dell'adozione del piano da parte della Giunta regionale. Fino ad oggi infatti il presidente Bani si è sempre rifiutato di rispondere alle nostre richieste di audizione in Commissione perchè il percorso non era ufficialmente iniziato: un fatto gravissimo che purtroppo è in continuità con un percorso istituzionale, condiviso anche dai Comuni, che fa acqua da tutte le parti come abbiamo denunciato più volte.
Un percorso carente nel metodo ma soprattutto nel merito. Vogliamo infatti evidenziare le fortissime criticità espresse dallo stesso Comitato scientifico del Parco nel proprio parere al Piano, in cui si legge: “Riteniamo comunque, come argomentato di seguito su base scientifica, insufficiente la porzione di territorio inclusa nell’”area parco” secondo l’attuale proposta di perimetrazione. Specialmente in un momento storico in cui sia a livello globale, sia europeo, che anche a livello di politiche regionali toscane, si invoca un aumento dell’estensione delle aree protette rispetto alle attuali, appare infatti inconcepibile e inspiegabile non includere nell’area protetta porzioni di territorio di elevato interesse naturalistico, attualmente relegate ad “area contigua””.
Troviamo grave la decisione del Consiglio Direttivo del Parco di essere andati avanti senza recepire queste critiche ed osservazioni da parte del Comitato scientifico, riguardo ad un piano in cui nei fatti si prevede, caso unico in Europa, di ridurre le superfici del Parco. Ed è ancora più grave che la Giunta Giani abbia adottato comunque il piano alla luce di queste pesanti problematicità di metodo e merito.
Il nuovo Piano del Parco non deve in alcun modo indebolire le misure di tutela e depotenziare l’azione dell’Ente Parco nella salvaguardia dei preziosi ambienti della riserva naturale. Al contrario deve diventare l’occasione per fare in modo che questa grande risorsa collettiva, indispensabile tutela ambientale, per la ricerca scientifica, per forme di svago sostenibili e formative, per produzioni di pregio a basso impatto ambientale e per il consolidamento di risorse naturali preziose come le foreste naturali, giochi un ruolo sempre più strategico nella vita culturale, economica e sociale del territorio e dell’intera Regione. Ma nei fatti questo non sta avvenendo per responsabilità della Giunta Giani e dello stesso Presidente dell'Ente Bani.
Pensiamo che Bani, al parti del Consiglio Direttivo, si debbano dimettere per come ha gestito il percorso del piano, per avere proposto all'interno del Parco la realizzazione della nuova base militare e sostenuto convintamente questa soluzione sottoscrivendola anche nel tavolo interistituzionale coordinato dal Ministero e continuando ad affermare pubblicamente che non ci sarà consumo di suolo quando è evidente, anche dai documenti ufficiali, che consumo di suolo ci sarà, così come ci sarà un impatto devastante per l'equilibrio del sistema naturale che vedrà ridurre drasticamente il suo prezioso patrimonio di biodiversità.
È ormai sotto gli occhi di tutta la cittadinanza come la posizione del Presidente Bani a partire dalla sua posizione favorevole alla costruzione di una base militare all’interno del territorio del Parco sia incompatibile con la salvaguardia dello stesso. Per questo saremo presenti il 17 dicembre al presidio indetto dal Movimento NO base sotto la sede della Regione Toscana per consegnare al Presidente Giani le oltre 8000 firme raccolte con la petizione con cui si chiedono le dimissioni di Bani.
Il Parco è un bene troppo prezioso che non solo va difeso dagli interessi speculativi di pochi, ma che, tramite una profonda condivisione e costruzione partecipata delle scelte strategiche, deve diventare sempre più un riferimento centrale per immaginare un futuro sostenibile per tutto il territorio.
Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione