Troppi accessi al Pronto Soccorso, ambulanze in fila a Cisanello. Aoup sotto attacco
La Pubblica Assistenza di Pisa: “Servizi di emergenza e volontari messi in difficoltà oltre il sopportabile”. Le Misericordie: "Situazione grave che continua senza alcuno spiraglio di soluzione"
Da una parte l’Aoup, dall’altra, le associazioni di volontariato, come la Pubblica Assistenza di Pisa. In mezzo: noi tutti, i nostri cari, le nostre famiglie.
Da qualche tempo all’ospedale di Cisanello, nello specifico al Pronto Soccorso, si stanno riscontrando elevati accessi e lunghe file, per una struttura di capitale importanza, che appare in difficoltà.
Martedì 21 gennaio, con una nota, l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, aveva cercato di tamponare le polemiche scaturite da un articolo di giornale:
“Anche oggi – riportava una nota Aoup - si sono registrati momenti di iperafflusso di accessi al Pronto soccorso dell’Aoup e di conseguente sovraffollamento anche perché, a inizio settimana, sta diventando sempre più difficile dimettere i pazienti a domicilio in sicurezza.
Tutto questo - sommato alla stagionalità che registra un incremento delle patologie respiratorie, specialmente in pazienti fragili o con pluripatologie croniche - determina dei cosiddetti “colli di bottiglia” con aumento delle attese nei codici di minore gravità.
Come sempre avviene in queste circostanze, è stato attivato il piano che prevede una serie di azioni mirate a velocizzare il turn-over dei posti letto dalle degenze di area medica, in modo da regimentare i vari flussi.
Resta il fatto che, nonostante le lunghe attese per i codici minori (come è noto, le urgenze non hanno attese ma entrano direttamente in shock-room), tutti i pazienti presi in carico, anche se collocati temporaneamente sui letti tecnici nei moduli visita del Pronto soccorso, o sulle barelle, sono comunque monitorati dal personale sanitario medico-infermieristico h24, con rivalutazioni a intervalli regolari mentre i pazienti che hanno terminato l’iter diagnostico e sono destinati al ricovero vengono collocati nei letti dell’Incharge room o in Obi-Osservazione breve intensiva, ossia in setting assistenziali completi e presidiati, in attesa che si liberi il posto letto nel reparto di destinazione”.
Tutti i pazienti presi in carico, quindi, per quanto detto dall’Aoup, hanno ricevuto le cure necessarie.
Il problema, però, si ripetuto anche nella serata di mercoledì 22 gennaio, quando la Pubblica Assistenza di Pisa, con un breve video, ha mostrato la situazione appena fuori dal Pronto Soccorso pisano, con lunghe file di ambulanze in coda, in attesa di essere accettate. “Un imbuto” come detto dalla Pubblica Assistenza di Pisa, che “lascia perplessi e preoccupati”.
Ha scritto la Pubblica Assistenza di Pisa.
“Di nuovo ci sono grossi problemi di accesso al Pronto Soccorso di Cisanello.
Già circolano in molti siti le foto di tante ambulanze in fila; ambulanze di nuovo ferme in attesa di poter consegnare le persone soccorse come indicato dalla centrale 112.
Non è una novità per AOUP ma, di nuovo, al Pronto Soccorso si forma un imbuto stretto che ci lascia perplessi e preoccupati.
A nostro avviso non sembra un problema di soldi ma di regole e modelli organizzativi e questa situazione è ormai evidente a tutti coloro che frequentano il Pronto Soccorso di Cisanello”.
Una situazione di difficile gestione, anche per le associazioni di volontariato come la Pubblica Assistenza di Pisa che dice:
“Le attuali ricorrenti difficoltà stanno causando una serie impropria di tensioni alle Associazioni di Volontariato impegnate nei servizi di emergenza; servizi di emergenza e Volontari vengono messi in difficoltà oltre il sopportabile”.
Hanno scritto le Misericordie Pisane Federazione Regionale delle Misericordie della Toscana Confederazione Nazionale delle Misericordie d'Italia
Purtroppo siamo nuovamente a denunciare questa situazione grave che continua senza alcuno spiraglio di soluzione, per i pazienti e per i volontari.
Tenere i pazienti ORE su una barella al freddo (perché ovviamente in camera calda l’ambulanza deve rimanere con il motore spento) senza poter essere visitati e presi in carico dal “PRONTO “Soccorso, nel 2025 non è umanamente accettabile nel 2025.
I nostri volontari devono rimanere bloccati per ore in pronto soccorso, spesso facendo saltare i propri impegni lavorativi e familiari, rischiando la propria incolumità per far arrivare il prima possibile in ospedale il paziente (in caso di codice giallo) e poi rimanere fermi ad ore in attesa. Tutto questo ha senso?
Se le ambulanze sono ferme in coda, il soccorso rischia di non essere garantito per gli altri utenti o comunque palesemente ritardato, così, oltre al danno la
beffa: i volontari che arrivano sugli interventi, devono anche subire le comprensibili recriminazioni dei familiari.
Abbiamo chiesto ed ottenuto mesi fa la creazione di un tavolo di lavoro, per cercare delle soluzioni condivise e per valutare le responsabilità dei nostri soccorritori (come ad esempio in caso di peggioramento del paziente mentre è fermo in attesa).
Gli incontri si sono però interrotti a metà dicembre, senza dar seguito a quello che poteva esser l’inizio di un percorso propositivo e costruttivo.
Se non appena giunti in pronto soccorso il personale sanitario, in caso di code, salisse sull’ambulanza valutando con la propria esperienza e con i propri strumenti la gravità del paziente/ferito, prendendolo quindi in carico e determinando il reale grado di priorità, sarebbe già un passo avanti.
Ho personalmente verificato che il personale del pronto soccorso è allo stremo e va ringraziato per tutto ciò che realmente fa per gestire al meglio le varie emergenze e code che ormai si registrano sempre più frequentemente.
Il problema non è quindi nel reparto stesso ma nei passaggi successivi che il paziente deve fare e che se non ben gestiti (pochi posti letto, poco personale, etc.) non libera le barelle creando le ormai note situazioni di “intasamento” e code.
Realisticamente uno dei veri problemi è anche l’accesso sconsiderato del pronto soccorso e ormai il sistema territoriale è al collasso.
La tanto decantata guardia medica siamo sicuri che funzioni? Inutile che si pubblicizzino 60000 chiamate gestite nei giorni di Natale se poi di fatto il medico (1 per 2 province il giorno di Natale) non va a casa del paziente a visitarlo. Lo stesso per vari e comprensibili motivi poi si recherà in pronto soccorso.
Parallelamente anche la medicina generale attiva un po’ questo tipo di situazione.
Le Misericordie e le altre associazioni di volontariato sono a disposizione per cercare insieme di risolvere le problematiche, ma non siamo più disposti a subire questa situazione che rischia di far allontanare anche i volontari.
A questo punto, visto che il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ogni giorno loda la gestione della sanità toscana, lo invitiamo a farsi qualche foto con i nostri volontari in coda da 3 o 4 ore: forse il post farà meno effetto di quando pubblicizza (3 volte la settimana) il servizio di Pegaso (Elisoccorso) ma renderà giustizia ad una situazione reale ed ignorata.
Il presidente delle Misericordie Pisane
Maurizio Novi