Roberto Sbragia (FI) per la riforma della giustizia
Il consigliere provinciale azzurro “che il 2025 sia l'anno della riforma della Giustizia”
"Le basi fondanti di uno Stato comprendono anche il sistema giudiziario, uno dei pilastri su cui si deve basare il mondo che si vuole definire civile e deve essere al passo con i tempi".
Per Roberto Sbragia, consigliere provinciale di Forza Italia, la riforma della giustizia è una priorità.
Ha scritto Roberto Sbragia.
Ho appreso, da un articolo di stampa, di un caso giudiziario concluso con sentenza definitiva dopo 19 anni dall'inizio del contenzioso e che dopo tre gradi di giudizio ha provocato – con l’applicazione della così detta Legge Pinto (n. 89/2001) - la condanna del Ministero per l'ingiusta durata del processo ad un rimborso alle parti in causa di 12 mila euro. La giustizia italiana si dimostra, alle volte, anche più lenta di quella raccontata nell'articolo citato, come ad esempio una recente sentenza del novembre 2024 ha portato alla definizione - solo del primo grado di giudizio - un contenzioso iniziato nel lontano 2006. Nel caso specifico quasi 19 anni per decidere su una compravendita - lo hanno dimostrato i fatti - effettuata due volte sullo stesso bene. Politicamente non ritengo una giustificazione accettabile la mancanza di personale all'interno della macchina giudiziaria che evidentemente in questo lasso di tempo ha giudicato contenziosi ben più recenti con risultati, spero per i cittadini coinvolti, migliori di quello che porto ad esempio. Ricordo in questa sede che la legge Pinto ha lo scopo di tutelare i cittadini dalla durata eccessiva dei processi, prevedendo un'equa riparazione dei danni patrimoniali e non analizza gli scenari in cui la vita delle persone, il valore del tempo e delle possibilità che sono state infrante, le mancate occasioni, lo stillicidio di una lentezza giudiziaria che ha trascorso quasi 20 anni (una generazione umana), con l’alternanza di molti giudici per decidere un qualche cosa che doveva avvenire immediatamente e che vedrà sicuramente il contenzioso prorogarsi in un secondo grado di giudizio e poi presumibilmente in un terzo; il tutto non è accettabile, neanche con la giustificazione di mancanza di personale in un paese che si definisce moderno.
Qualsiasi somma lo Stato pagherà - anche con l'applicazione della Legge Pinto, le cui maglie, tra l’altro, si sono progressivamente ristrette - per il ritardo maturato non potrà mai ed in alcun modo colmare la sensazione di “ingiustizia” di chi ha attraversato quei tempi e quegli eventi. Occorre ricordare che solo la certezza del diritto con un sistema giudiziario efficiente ed in grado di rendere più brevi i tempi del processo deve essere una priorità ed auspichiamo che il 2025 sia l'anno della riforma della Giustizia. Le basi fondanti di uno Stato comprendono anche il sistema giudiziario, uno dei pilastri su cui si deve basare il mondo che si vuole definire civile e deve essere al passo con i tempi, anche con individuazioni di responsabilità specifiche con azioni di verifica costante dei tempi e delle azioni da parte anche di ispezioni precise e mirate di un Ministero che deve impedire giudizi, anche civili, che possano trascinarsi per così tanto tempo.