"Pisa in Fiore", era un vero evento dedicato al mondo delle piante e dei fiori, cancellarlo un errore

Politica
PISA e Provincia
Mercoledì, 16 Aprile 2025

Martino Alderigi, presidente dell'Associazione casa della Leopolda" spara a zero sulla manifestazione che ha sostituito "Pisa in Fiore", una "Verde Pisa" che appare più una sagra con poco verde

Questo il testo completo della nota di Alderigi

L’edizione appena conclusa di Verde Pisa si è contraddistinta per le polemiche suscitate dall’ingombrante presenza di numerosi espositori estranei al tema della manifestazione e dalla decisione della Confesercenti di ritirare il proprio patrocinio. La questione è in realtà molto più grave e coinvolge le scelte del Comune di Pisa in tema di politiche culturali, turistiche e ambientali.

Il punto di rottura deriva dalla decisione assunta nel 2020 dal sindaco Conti di interrompere la fortunata esperienza di Fior di Città-Pisa in Fiore. L’evento, promosso e organizzato dal Comune insieme alle associazioni culturali e ambientaliste raccolte nella Casa della Città Leopolda, rappresentava un appuntamento molto atteso e apprezzato, dedicato alla cura del verde in ambito urbano, secondo il modello degli eventi florovivaistici che si svolgono in molte città italiane, a partire dalla vicina Lucca. La struttura dell’evento, che poteva contare sul prezioso sostegno della Fondazione Pisa, comprendeva una mostra mercato dedicata in via esclusiva ai fiori e alle piante e un ampio programma di attività culturali: gli allestimenti scenici, i laboratori di giardinaggio, la sezione junior, le vespe in fiore, gli spettacoli, lo spazio della fotografia, le crociere in battello, le visite alle dimore storiche e numerose altre proposte coinvolgenti e partecipate. L’obiettivo era quello di valorizzare la tutela ambientale e diffondere un’immagine positiva della città. Molto apprezzato fu il convegno internazionale sulla forestazione urbana organizzato nel 2015, che mise in luce la necessità di preservare il patrimonio arboreo cittadino come risorsa per la tutela della biodiversità e il contenimento delle temperature. Le foto e i video disponibili in rete mostrano chiaramente la vivacità e la ricchezza raggiunta da Pisa in Fiore nelle sue dieci edizioni e l’insensatezza di aver voluto sopprimere quel patrimonio. Ma per quale motivo il sindaco Conti decise di chiudere Pisa in Fiore? La prima ragione, frutto di un pregiudizio ideologico di un’amministrazione ostile alla democrazia partecipata, era legata al tentativo di escludere la Casa della Città Leopolda dalla vita cittadina e mortificare l’impegno delle associazioni che lavoravano all’evento. La seconda ragione derivò dalla distanza che separa l’impostazione orientata alla tutela della natura adottata da Pisa in Fiore con le scelte della giunta Conti nella gestione del verde, considerato un semplice elemento decorativo incapace di incidere sulla qualità della vita. Allargando lo sguardo, la scelta di sostituire Pisa in Fiore con un evento esclusivamente commerciale come Verde Pisa rientra nel processo di impoverimento culturale che sta vivendo la città di Pisa. Al contrario, noi immaginiamo una città diversa, viva, coinvolgente, sicura, capace di rispondere ai bisogni e valorizzare le aspirazioni dei cittadini e delle realtà economiche, sociali e culturali che animano il suo tessuto. Occorrono politiche culturali innovative che sappiano dialogare con la contemporaneità e offrire una risposta al bisogno di partecipazione. La confusione progettuale, l’incapacità di curare la qualità e l’armonia delle proposte culturali rischiano invece di condannare la città al declino. Non è quello che Pisa merita, lavoriamo per invertire la rotta. 

Martino Alderigi
Associ
azione Casa della Città Leopolda

redazione.cascinanotizie