Qualche rimpianto ma anche tanti segnali di crescita
All’Arena i nerazzurri mettono in difficoltà la Roma: pesano gli errori sottoporta ed il blackout a inizio ripresa, ma restano buone indicazioni per Gilardino. Ultimi giorni di mercato frenetici con Lind che chiede la cessione
Un buon Pisa, migliore anche di quello visto a Bergamo, paga l’unico passaggio a vuoto della partita e lascia alla Roma l’intera posta. Benvenuti in Serie A, dove non sarà l’ultima volta in cui al termine della gara la parola rimpianto va iscritta all’ordine del giorno. Del resto, quando si affrontano squadre con campioni di valore assoluto in grado di risolvere la partita con una giocata, va messo nel conto che può succedere di raccogliere meno di quanto meritato.
La bella notte dell’Arena va quindi in archivio con uno zero nella casella dei punti conquistati, ma anche con alcuni segnali positivi incoraggianti per la ripresa del campionato dopo la prima pausa per gli impegni delle nazionali. Il primo tempo dei nerazzurri va certamente ascritto nella colonna delle cose buone: il Pisa era riuscito a imbrigliare la tela giallorossa e, pur concedendo una percentuale molto alta del possesso palla, non aveva mai corso alcun rischio. Anzi, per ben due volte con Meister è andato vicino al vantaggio che avrebbe meritato all’intervallo. Anche la reazione nel finale va messa in evidenza: gli ultimi 10 minuti sono stati tutti di marca nerazzurra, mettendo in luce sia lo spirito di squadra sia la voglia di combattere per dimostrare di poterci stare in questa categoria.
A livello individuale, conferme importanti per giocatori come Touré e Aebischer, una spanna sopra tutti gli altri; bene anche la difesa, da molti indicata come il reparto che sarebbe potuto andare maggiormente in sofferenza e che in settimana potrebbe abbracciare un uomo di grande esperienza come Raúl Albiol, campione del mondo nel 2010 (primo dopo Gilardino) che Sky Sport ha dato, nella serata di sabato, in arrivo in nerazzurro. Il blackout di Angori a inizio ripresa va messo fra le cose che possono starci quando si è giovani e debuttanti in una categoria come la Serie A: il ragazzo non deve uscirne minimamente ridimensionato, dagli errori si impara, e da quel secondo tempo ne uscirà più forte.
In attacco qualche dubbio rimane: Meister adesso sta giocando con continuità, e un attaccante per ritrovare il “killer instinct” deve giocare e sentire la fiducia intorno a sé. Certo è che, se Lindi – come riportato nella mattinata di domenica da Michele Bufalino – ha chiesto la cessione, qualcosa nelle ultime 48 ore dovrà pur essere fatto, anche perché il piano iniziale era Nzola e Simeone: il primo è arrivato, il secondo no. Adesso, se parte Lindi, il terzo attaccante diventa Buffon: si farà, ma oggi non può essere così responsabilizzato.
Ultimo argomento di Pisa-Roma: Matteo Tramoni è il vero equivoco tattico del modulo equilibrato e funzionale di Gilardino. È evidente che arretrato di 20-30 metri e con compiti di copertura il giocatore sia in sofferenza, almeno oggi lo è. L’allenamento quotidiano può anche portarlo a maturazione in una posizione per lui nuova, ma la domanda è: ne varrà la pena di perdere in attacco la sua vivacità per votarlo al sacrificio? Ai posteri l’ardua sentenza. Vedremo anche con l’arrivo di Stengs – buono il suo debutto – e di Lorran, ieri sera a bordo campo a incitare i compagni, se cambieranno le gerarchie sulla trequarti avanzata.
Intanto si va al primo riposo con un punto in due difficilissime partite, un bottino ottenuto contro squadre che fra un paio di settimane iniziano le coppe europee. Dopo il pari di Bergamo sognavamo forse qualcosa in più, ma alla vigilia del campionato aver mosso la classifica era da firmare subito con il sangue.