Cascina, 73esimo della Liberazione dai nazi-fascisti: "Ripartire dai valori democratici"
Si è svolta questo pomeriggio, alle ore 17,30 in Piazza dei Caduti, la Commemorazione della Liberazione di Cascina, avvenuta 73 anni fa, il 4 settembre 1944. Numerose le figure politiche, civili e militari del territorio presenti, fra cui i sindaci e amministratori di Bientina, Vicopisano, Pontedera, San Giuliano Terme, Calci, Casciana Terme-Lari, Vecchiano, oltre a quelli dei due Comuni maggiormente interessati dalle stragi nazi-fasciste della Seconda Guerra Mondiale, Marzabotto e Stazzema. Giunti appositamente a Cascina anche Marco Filippeschi, Sindaco di Pisa e Presidente della Provincia ed Enrico Rossi, Presidente della Regione. Del nostro Comune, invece, presente solo il Vicesindaco Dario Rollo. Purtroppo assente il Sindaco Susanna Ceccardi, che annovera fra i suoi avi un parente partigiano fucilato dai nazisti: è stato ricordato, infatti, Francesco Ceccardi, morto per la nostra libertà insieme ad altri nomi importanti per la nostra memoria collettiva: Celso Battaglia e Lando Neri.
La commemorazione è iniziata con la deposizione della corona, accompagnata dalla tromba che ha intonato le note del toccante Silenzio, a cui sono seguiti, poi, gli interventi dei relatori. Importante e accalorato, anche se ha suscitato qualche polemica, il discorso di Giovanni Callori, rappresentante delle sezioni ANPI di Cascina. Callori ha ricordato che l’antifascismo è il valore della nostra democrazia, che accomuna tutte le culture politiche, quella laica, liberale, socialista, cattolica e comunista, le quali hanno poi contribuito alla redazione la nostra Costituzione, pilastro della nostra democrazia. Il Fascismo, ha ribadito Callori, non è un’idea o una cultura politica, ma un reato, come dice la carta costituzionale. Sono stati infatti ricordati gli omicidi Matteotti (deputato socialista), dei Fratelli Rosselli (Carlo Rosselli scrisse il fondamentale Socialismo Liberale) e di Gobetti, autore de La Rivoluzione liberale, così come gli esili di Gramsci, Spinelli e Pertini.
Cascina fu liberata dai partigiani, persone che con coraggio e forza delle idee hanno impugnato le armi per liberarci dai nazi-fascisti. Le truppe alleate giunsero nel nostro paese solo in seguito: la Divisione Buffalo era composta per la maggior parte da afroamericani, comandati da ufficiali bianchi. In patria, non godevano di nessun diritto, gli autobus erano divisi “per razze”, i tempi di Martin Luther King erano ancora lontani. Si erano arruolati per sfuggire alla disoccupazione e per raccogliere qualche diritto in più. Solo nel 1997 un soldato afroamericano, John Fox ebbe un riconoscimento ufficiale da parte del Presidente Clinton. Le medaglie andarono solo ai bianchi. (Le contraddizioni della storia vanno sempre tenute presenti, ndr).
Non sono mancate le polemiche sui temi recenti della politica cascinese. Ricorderete: la ormai famosa bocciatura della mozione che voleva istituire il divieto della vendita dei gadget fascisti e la scandalosa equiparazione dei morti dei Repubblichini con i Partigiani; vicende che hanno senza dubbio scaldato gli animi e raffreddato i rapporti fra l’ANPI e l’Amministrazione Comunale, tensione culminata con le mancate risposte all’ANPI, giustificate da parte della Giunta con un “ scusate, è stata una svista”, proprio sul tema dell’organizzazione della giornata della commemorazione. Quando poi, dopo aver citato nell’elenco dei partiti di ispirazione neo-fascista anche Fratelli d’ Italia, facente parte della coalizione di maggioranza del Comune e dopo aver accennato ai 49 milioni di euro che Lega, dopo la truffa sui rimborsi, dovrebbe restituire allo Stato, Rollo, già insofferente, si è alzato e se ne è andato! Ciò ha creato un attimo di imbarazzo, ma Bruno Possenti, Presidente Provinciale dell’ANPI ha evidenziato un po’ di contrarietà nel trattare argomenti politici in una commemorazione storica. Il clima poi si è riconciliato e l’importante è che in questa atmosfera la cittadinanza abbia ripreso la voglia di scendere in piazza, partecipare ad un evento così centrale della nostra storia e della nostra memoria, come hanno ricordato nei loro interventi anche Enrico Rossi e Marco Filippeschi.
Non esistono due memorie, ha detto Rossi, esiste un corso di eventi e a quel tempo c’era chi rischiava la vita per la Liberazione e chi invece lottava a fianco dei nazifascisti. Non deve mancare il rispetto per i caduti ma le idee non possono essere certamente equiparate. La Resistenza, hanno sottolineato a più riprese tutti i relatori, non è finita. È importante ancora oggi la difesa di certi ideali, del principio democratico e del suo spirito, vista la crescita esponenziale dei partiti di estrema destra in tutta Europa. Ma non bisogna andare troppo lontani per notare l’avanzata delle destre nostalgiche: a Lucca, alle ultime elezioni comunali, CasaPound si è affermato come il terzo partito e siede in Consiglio Comunale. Ciò impone, quantomeno, delle serie riflessioni e la certezza di non abbassare mai la guardia, senza sottovalutare i malesseri popolari sempre più estesi.