Allarme legionella, due casi a Cascine di Buti

Cronaca
Buti
Mercoledì, 2 Marzo 2016

Una famiglia che esce allo scoperto dopo più di un mese e mezzo dalla data del ricovero d'urgenza all'ospedale di Pontedera di un proprio stretto congiunto non per giustificare un azione deprecabile o non condivisibile, ne' per spazzar via assurdi chiacchiericci di paese che già stavano levandosi circa le condizioni di salute di un proprio caro, ma per senso civico e, una volta avuta la certezza della diagnosi dai medici del nosocomio pontederese, per informare la cittadinanza di Cascine di Buti di un rischio che, pur assolutamente lontano dall'intenzione di creare falsi allarmismi o ingiustificate tensioni, attualmente esiste.

“Stiamo parlando della legionella, dice K.P. la signora che ci ha informato del fatto nel corso di una conversazione che aveva l'unico scopo di sincerarsi delle condizioni del fratello che sapevamo affetto da polmonite. L'infezione provocata dal batterio non è facilmente diagnosticabile con una semplice visita domiciliare del medico di famiglia, continua, tanto è vero che noi stessi ne siamo stati informati solo una volta giunti i risultati delle analisi specifiche effettuate all'ospedale, dove avevamo portato mio fratello (M.P. Le iniziali) il 14 gennaio scorso, quando dopo giorni di febbre alta, tosse, mal di testa insopportabili e malessere preoccuoante, non riusciva quasi a stare in piedi da solo”. L’uomo aveva contratto la legionella, la "malattia del legionario" salita alla ribalta delle cronache mondiali nell’estate del 1976 con l’epidemia che colpì un gruppo di veterani della American Legion riuniti a Filadelfia (34 morti su 221 contagiati). L'infezione è appunto provocata da un batterio (L. pneumophila)  presente negli ambienti acquatici naturali (fiumi, corsi o specchi d’acqua) o artificiali (condutture idriche, serbatoi o fontane), “Adesso, per fortuna mio fratello sta decisamente meglio rispetto a sole due settimane fa, e pur non essendo ancora stato dichiarato ufficialmente fuori pericolo, noi tutti ci auguriamo che possa essere dimesso al più presto, prosegue K.PIn quei giorni accanto al suo letto era ricoverato un altro paziente originario di Montecastello ma che aveva modo di frequentare spesso Castelvecchio di Compito e Cascine di Buti per motivazioni affettive e vincoli d'amicizia, ed il fatto che a lui fosse stata già diagnosticata l'infezione ha molto facilitato la terapia adottatacon mio fratello”. L’Asl è intervenuta lunedì scorso dopo ripetuti richiami della famiglia per effettuare le analisi delle acque, "ma i risultati definitivi li sapremo solo tra quindici

giorni, prosegue la sorella, intanto mio fratello sta meglio, e vorremmo che casi come il suo non si verificassero”.

Per questo anche un’influenza che stenta a guarire e le cui complicazioni broncopolmonare non rispondono alle prime cure potrebbe essere un primo campanello d’allarme e a questo punto è necessario avviare accertamenti più approfonditi. Le misure di prevenzione sugli impianti idrici domestici sono quelle di evitare tubazioni con terminali ciechi o senza circolazione, evitare formazione di ristagni, lunghezze eccessive delle tubazioni, i contatti tra acqua e aria e/o accumuli in serbatoi non sigillati ermeticamente, prevedere una periodica pulizia, scegliere con cura i materiali delle tubazioni in sede di progetto (è stato rilevato che le tubazioni di rame riducono la proliferazione della legionella).
“In queste settimane abbiamo tenuto spento il riscaldamento su consiglio dei medici, visto che il batterio raggiunge il massimo della virulenza tra i 25 e i 40 gradi, prosegue la signora cascinese, mio fratello in definitiva ha presentato fin da subito la sintomatologia di una polmonite virale, ma come già detto è solo grazie alla contemporanea degenza degli altri due pazienti, dei quali è appurata la comune frequentazione di Cascine di Buti o zone limitrofe, che è stata individuata la diagnosi esatta".

Ricordiamo che il batterio della legionella si contrae con l’inalazione di piccole goccioline d’acqua della misura di pochi micron, quando esse sono sufficientemente contaminate. La gravità dell’infezione polmonare dipende in larga misura dalle condizioni di salute del soggetto che contrae la patologia ed i fattori a rischio (fumo, età, sesso maschile) personali da soggetto a soggetto. 
«Il signore residente a Montecastello, uno dei due che aveva contratto l’infezione contemporaneamente a mio fratello, è stato dimesso nei giorni scorsi con esito positivo, conclude la familiare del 63enne cascinese. Noi tutti ci auguriamo che al più presto anche per lui si aprano le porte di una guarigione definitiva. Certo, è un fumatore, non è più un adolescente, ma ha sempre goduto di ottima salute e non ce la sentiamo proprio di definirlo un ‘soggetto a rischio’. Ha sempre condotto una vita autonoma e perfettamente in linea con quella di tutti gli uomini della sua età. Anzi, colgo l’occasione per ringraziare tutti i medici: sono stati straordinari". E forse sta in questo a motivazione per cui si è deciso di uscire allo scoperto. "Vogliamo che la popolazione sia informata, senza con questo voler creare motivi d’allarme"

massimo.corsini