Case popolari, guerra di cifre: a Cascina più alloggi agli stranieri rispetto a Pisa
Stessa legge ma applicazione diversa: Cascina batte Pisa ed assegna, in percentuale, più alloggi popolari ai cittadini stranieri regolarmente residenti sul territorio
Su quello che sembra essere un tema caldo di ogni campagna elettorale, Cascina chiama e Pisa risponde: prosegue così la “guerra” di cifre sulle case popolari ed in particolare su quelle assegnate a cittadini stranieri, regolarmente in suolo Italiano, che ne fanno richiesta.
E così da Pisainformaflash.it quotidiano online del Comune di Pisa, si apprende che “a Pisa ci sono 2.929 case popolari, 40% sono abitate da stranieri (sia comunitari sia extracomunitari), a Cascina gli stranieri sono il 60% (su 295 case popolari). Entrambi i Comuni richiedono agli stranieri i documenti che dimostrino che non possiedono case nel paese di origine”.
Ricordiamo che il Comune di Cascina applica, come in tutti i comuni Toscani, una legge del 2015 varata dalla Regione la quale prevede per i cittadini stranieri (oltre ad essere regolari e residenti da almeno 10 anni) la presentazione di un documento che attesti che questi non abbiano proprietà immobiliari nel loro paese di origine che prevede che, per aver diritto all’alloggio popolare, i cittadini stranieri residenti non abbiano nei paesi d’origine case di proprietà. Il documento in questione deve essere rilasciato dal paese di origine e questo spesso porta spesso ad una dilatazione dei costi, oltre ad aumentare in modo esponenziale la tempistica per ottenere la certificazione.
“Il Comune di Cascina, conclude Pisainformaflash.it, chiede il documento in questione per ammettere gli stranieri subito per formare le graduatorie. Il Comune di Pisa chiede subito un’autocertificazione. Se poi vanno in graduatoria, prima di entrare nella casa, devono presentare il documento. Alla fine l’effetto, come è evidente a tutti, è lo stesso. Ma è evidente che Pisa concede il tempo necessario, Cascina no”.