Primo anno insieme per i teatri di Buti e Cascine: bilancio più che positivo per ButiTeatro
Sabato 21 aprile alle ore 21:15 andrà in scena il concerto di “Andrea Valeri”, ultimo spettacolo della stagione di Buti Teatro. Il luogo della manifestazione sarà il Teatro Vittoria di Cascine di Buti. Andrea Valeri è un chitarrista di Pontedera, affermato a livello internazionale, che nel 2005 approda al repertorio fingerpicking. Artisti di fama mondiale lo hanno definito “una star all’alba”. Buti Teatro ha deciso di chiudere una stagione con il sapore di un nuovo inizio, per l’Artista e per il Teatro che in questa stagione ha rinnovato obiettivi e risultati.
Chiuderà infatti una stagione che ha rappresentato non solo una proposta culturale, ma soprattutto una proposta di unione fra due realtà del nostro territorio. Buti Teatro nasce appunto dalla volontà di fondere le proposte culturali dei due teatri presenti nel Comune di Buti: il Teatro Vittoria e il Teatro Francesco di Bartolo. L’obiettivo è rilanciare il sistema Teatro e creare un ponte fra territorio, cittadini e cultura.
E’ il momento quindi di fare un bilancio su questo primo anno e lo faremo con Matteo Parenti, presidente di Buti Teatro e consigliere comunale del Comune di Buti con delega alla cultura.
Parliamo della vostra proposta culturale, della stagione. Come è nata e come si è sviluppata?
La proposta culturale di Buti Teatro è suddivisa in tre differenti stagioni: Stagione Teatrale, Stagione Amatoriale e Teatro Ragazzi. Partiamo dalla stagione teatrale. La prima stagione teatrale è nata dalla fusione delle proposte culturali di due teatri, uno a vocazione di
prosa e uno a vocazione musicale. Buti Teatro ha infatti due direttori artistici, Dario Marconcini per la stagione di prosa, Perla Trivellini per la stagione di musica. Ognuno di loro ha competenze specifiche nei propri settori e la stagione è la sintesi delle loro riflessioni e scelte. I veri artefici della stagione professionale sono stati loro e devo dire che Buti Teatro in questo è molto fortunata perchè la loro competenza è veramente unica.
Quest’anno abbiamo avuto 10 spettacoli, 6 di prosa e 4 musicali. Di queste 4 sono nuove produzioni e questo ci rende orgogliosi perché Buti è anche un importante centro di produzione teatrale. Ritengo utile menzionare Mauser, con la regia di Dario Marconcini, che ha visto interpretare un testo molto complesso da parte di giovani artisti che hanno affiancato Dario in questa loro prima esperienza teatrale professionale. Un altro evento che ho il dovere di citare è il Galà del Musical diretto da Perla Trivellini, che ha portato a Buti quattro artisti di fama internazionale in una serata unica nel panorama italiano. A questi si sono affiancati spettacoli di alto livello artistico che si sono distinti in tutta italia ottenendo spesso i massimi riconoscimenti in ambito teatrale. Poter ospitare spettacoli di questi livello a Buti è per noi motivo di orgoglio e di grande soddisfazione, continueremo sempre in questa direzione per mantenere il nostro teatro ai massimi livelli in termini di offerta culturale ed artistica.
Quest’anno avete aperto il teatro per le festività più importanti, perché?
Il Teatro è un luogo di cultura e di incontro, deve partecipare alla vita sociale di una comunità e le festività sono l’occasione giusta per farlo. Fare spettacolo il 25 Dicembre con la commedia musicale “Scrooge il canto di Natale” e festeggiare il nuovo anno con un concerto lirico che mancava a Buti da molti anni è stato apprezzato e molto partecipato.
Andando oltre i professionisti?
Abbiamo iniziato un percorso per avvicinare un pubblico più vasto anche tramite proposte più semplici e più vicine al nostro territorio. La Stagione Amatoriale ne è un esempio. Il teatro amatoriale, specialmente nel nostro territorio, svolge un ruolo importante sia culturale che sociale. Quest’anno si sono avvicendate numerose compagnie, che hanno portato in scena generi teatrali che spaziano dal musical alla prosa, spettacoli tutti assolutamente coinvolgenti. È stato fondamentale per le compagnie avere supporto organizzativo negli adempimenti amministrativi e burocratici che richiede ai nostri giorni il sistema teatro. Le norme in materia di permessi previsti dalla legge, gli adempimenti assicurativi e fiscali già in vigore, rende sempre più complesso, per le compagnie amatoriali, svolgere l’attività teatrale. Inserendoli all’interno della stagione si è potuto affrontare e risolvere, come Buti Teatro, queste tematiche. Il ruolo di un Teatro deve svilupparsi anche in questo senso. Era un obiettivo importante che ci eravamo prefissati e che crediamo di aver raggiunto.
Parliamo dei piccoli, avete concentrato molti sforzi per il Teatro Ragazzi, com’è andata?
La passione per il teatro e l’arte in generale è una fiamma che ha bisogno di essere alimentata, il ruolo delle generazioni più giovani è, e sarà sempre, determinante per dare continuità a questa grande sfida. La stagione ragazzi di Buti Teatro è diretta da Paola Marcone che ha svolto un ruolo fondamentale per concepire e sviluppare il teatro pensato per i più piccoli avviando un’intensa collaborazione con gli istituti scolastici. Abbiamo avuto 11 rappresentazioni dedicate agli alunni dai 5 ai 13 anni. Per noi il Teatro ragazzi è l’Investimento sul futuro. Questi bambini vivono il teatro con purezza e senza pregiudizi. Lavorare bene su di loro significa costruire il Teatro di domani.
Ricordo una dichiarazione del direttore generale, “Contaminare l’uno con l’altro i generi teatrali è un obiettivo oltre che essere fonte di ricchezza” ma cosa significa?
Noi tutti sappiamo come sia difficile per molte persone concretizzare la sete di cultura in una serata a Teatro. Costo del biglietto, appeal del Teatro e della proposta culturale in genere. Quello che abbiamo fatto è stato offrire al nostro pubblico serate uniche e di elevato valore artistico. In questo modo abbiamo iniziato un percorso con lo spettatore per coinvolgere l’amante di prosa in serate musicali e viceversa. La base di partenza è che si può apprezzare un genere più di un altro, ma sul palcoscenico la bellezza non ha confini. La realtà è che la scelta di ogni teatro dovrebbe essere quella di elevare il livello di pubblico a quello di arte e non abbassarlo. La sintesi spesso è però complicata.
La sintesi è complicata, ma è un problema di interesse culturale? Di scelte politiche? O di proposte culturali?
È un problema trasversale alle tre. L’interesse del pubblico è quello di godere di belle serate e di accrescere la propria cultura, spesso però non si hanno le disponibilità di tempo e/o economiche per essere presenti agli spettacoli proposti. Allo stesso tempo la proposta culturale deriva dalle scelte che si possono fare in un paniere di produzioni teatrali e musicali. Bisogna saper scovare lo spettacolo giusto, che sappia coniugare arte e interesse e non è semplice. Artisti all’alba della loro carriera possono essere più performanti di artisti più famosi e con un cachet più alto. E poi non dimentichiamoci che bisogna saper comunicare quello che viene proposto. I Teatri spesso sono poco frquentati perché non si comunica alle persone in maniera corretta. Questo è capitato anche a noi e spero capiti sempre meno.
Si parla solo di spettacoli in Buti Teatro o c’è altro?
Molto altro direi, Buti Teatro svolge una triplice funzione. Gestisce i Teatri, organizza la proposta culturale e fa formazione. Gestire le strutture significa mantenerle pulite, efficienti, gestire affitti e regolarne le varie funzioni. I nostri teatri sono per questo sempre efficienti e ben attrezzati. Sono dotato delle migliori attrezzature in campo teatrale e offrono sicuramente un gran servizio ai propri utilizzatori. Per fare questo occorre lavoro quotidiano e molta fatica, ma possiamo contare su una bella squadra che rende tutto più semplice. In questo senso sono state fuse le esperienze precedenti di Teatro Vittoria e Teatro Francesco di Bartolo abbattendo costi di gestione e perfezionando i vari ruoli.
Gestire significa anche assumersi responsabilità, attivare tutele e intercettare le richieste al meglio. Il ruolo può sembrare semplice ma in questo senso il Teatro è un’impresa e le sfide da affrontare sono numerose, ma non ci tireremo certo indietro. Per quanto riguarda invece la formazione sono stati fatti 3 corsi laboratoriali, uno comico, uno di prosa e uno musicale e in aggiunta uno stage condotto da un artista internazionale. Su questo aspetto apriremo a molte nuove proposte per l’anno prossimo.
Altre iniziative hanno poi riguardato una serie di progetti svolti in collaborazione con Regione Toscana su temi quali La festa della Toscana, il Capodanno Pisano e altre iniziative storiche.
Qual’è ad oggi il rapporto del teatro con il territorio e come lo vede in futuro?
I due Teatri sono un bene della comunità butese, una risorsa incredibile che abbiamo nel nostro territorio. Come dico sempre due teatri in un comune di nemmeno seimila abitanti è una piacevole anomalia. Abbiamo ritenuto necessario avere una sensibilità particolare per
le tantissime associazioni e compagnie locali. Nonostante che aprire un teatro come i nostri abbia un costo giornaliero molto elevato per tutta una serie di fattori che spesso non si immaginano, ma che incidono significativamente in termini di risorse economiche ed
umane, l’impegno nostro è di rendere le strutture il più aperte ed accessibili possibile.
Abbiamo deciso per questo di adottare una politica equa, ma a nostro avviso efficace. E’ stato realizzato un nuovo regolamento di utilizzo e un nuovo tariffario che prevede per tutte le associazioni del Comune di Buti il pagamento di una cifra simbolica per l’utilizzo
delle strutture. Questo è stato possibile grazie alla copertura economica proveniente dagli affitti esterni al nostro comune che ci consentono di poter ridurre al minimo le tariffe.
Affittare il Teatro Vittoria ad esempio per un’associazione butese costa 50,00 €, una cifra assolutamente simbolica se pensiamo come detto prima ai costi reali di apertura e gestione come pulizie, attrezzature e personale di custodia che per motivi di sicurezza deve essere sempre presente. Per compagnie esterne, la tariffa risulta comunque molto contenuta. Affittare il Teatro Vittoria costa infatti 200,00 €. collocandolo fra i teatri più economici della provincia di Pisa. Questo però è stato solo il primo passo per rendere le nostre strutture aperte e fruibili. Grazie infatti all’istituzione della stagione amatoriale è stato possibile coinvolgere alcune realtà paesane direttamente all’interno delle nostre attività. E’ il caso ad esempio degli spettacoli il “Coppo e la Botte” e “Shrek”. In questo modo è stato possibile ospitare due associazioni di paese per vari mesi concedendogli spazio all’interno delle due strutture per prove e collaborando insieme sia sotto il profilo tecnico che amministrativo e pubblicitario per portare a compimento il loro progetto.
Questa novità la reputo molto importante perché ha permesso ha realtà paesane amatoriali di fatto, ma con dei bellissimi progetti di lavorare internamente alla stagione di Buti Teatro e non più esternamente. Per il futuro in conclusione un’ultima novità che verrà attivata già dai prossimi mesi. Come prevede lo statuto di Buti Teatro sarà costituito il “Collegio dei soci sostenitori”, ovvero un organo di cui potranno far parte tutte le associazioni del nostro territorio comunale che operano in ambito teatrale. Lo scopo è di avere un dialogo aperto con tutte le realtà paesane per raccogliere suggerimenti proposte e per programmare insieme attività da inserire nella nostra programmazione futura, proprio come è stato fatto nella passata stagione.
Sintetizziamo in numeri Buti Teatro?
I numeri sono importanti e in forte crescita. Al termine della stagione avremmo totalizzato 39 giornate di spettacolo e circa 3500 spettatori. La media è alta perché parliamo di circa 90 spettatori a serata. Per un piccolo Comune come Buti è stato importante poter avere una proposta culturale così ampia. E questi numeri tengono conto solo degli eventiorganizzati direttamente da Buti Teatro. Ci sono poi eventi organizzati dalle scuole, affitti di altre compagnie e molte altre attività esterne che vengono fatte.
Basti pensare che chiuderemo Luglio 2018 con 205 giorni di apertura tra prove, spettacoli, eventi esterni e conferenze. Se i numeri contano questi sono decisamente importanti.
In prospettiva che cosa ci dobbiamo aspettare?
Continueremo su questo percorso consapevoli che a breve si potranno anche iniziare a raccogliere i frutti del lavoro fatto in questo primo anno. Stiamo lanciando ponti tra cultura e impresa, pensando e strutturando piani di miglioramento delle strutture tramite l’art bonus ma soprattutto strutturando un sistema complesso per farlo funzionare in maniera semplice. Gli spettatori vengono a chiedere informazioni, ci scrivono e entrano in teatro non solo per vedere uno spettacolo. Questa è la casa che vorremmo costruire per la cultura e l’arte e con questo preciso obiettivo stiamo lavorando serratamente.
Quale messaggio vorreste comunicare a chi viene a teatro a Buti?
Molto semplicemente: “Benvenuti a Casa”
Fonte Ufficio stampa ButiTeatro