Così siamo entrati nel cuore dello spaccio a Pisa (video)

Cronaca
PISA e Provincia
Venerdì, 14 Dicembre 2018

40 giorni per indagare su 29 persone. Due semplici numeri che danno la misura della vasta operazione che ha portato ad infliggere un duro colpo allo spaccio nel centro di Pisa e del lavoro investigativo svolto dalla Polizia di Stato.

Una operazione di cui si è parlato nei giorni scorsi, e che il Procuratore della Repubblica Alessandro Crini ha voluto sottolineare in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche la vicequestore e capo della squadra mobile di Pisa Rita Sverdigliozzi e il Vice Questore aggiunto Andrea Olivadese del Servizio centrale operativo.

Crini ha sottolineato la bontà dell’operazione eseguita con una tecnica innovativa, almeno nel territorio pisano, esaltando la tecnica degli arresti ritardati messa in pratica grazie all’utilizzo di agenti sotto copertura, i così detti undercover.
«I risultati, ha ribadito il Procuratore, sono stati in linea con le aspettative e la diversa valutazione arrivata in sede di giudizio (gli arrestati sono stati tutti scarcerati, a loro carico rimane soltanto il divieto di dimora) non sminuisce la portata dell’operazione. Si è fatto un lavoro di grande spessore, esiste a Pisa un area dedicata allo spaccio, noi lo avevamo ipotizzato e l’indagine lo ha riconosciuto. Vigileremo per il rispetto di quanto stabilito in sede di giudizio, ma allo stesso tempo ricorreremo perché non ci troviamo d’accordo con quanto deciso, ovvero sulla mancanza di gravi indizi di colpevolezza».

 

Anche il Capo della squadra mobile Rita Sverdigliozzi ha voluto sottolineare la buona riuscita dell’operazione ed ha ringraziato la DCSA (direzione centrale servizi antidroga) che ha permesso di sperimentare questa nuova tecnica investigativa con la quale si è potuto conoscere meglio le vie e le piazze della città perché l’indagine è avvenuta dall’interno. Il sequestro di un’ampia varietà di stupefacente, dall’hashish alla cocaina, passando per il metadone, ha messo in luce come alcune zone di Pisa possono senza ombra di dubbio essere considerate un vero e proprio bazar della droga, dove le sostanze proibite vengono nascoste per ingestione, se in piccole dosi, oppure dietro le gomme delle auto in sosta se in quantità più massicce. Sverdigliozzi infine ha ribadito: «le nostre attività non si fermano certo qui, continueremo a vigilare ed indagare sia con metodi innovativi che con quelli più tradizionali».

Il vicequestore Olivadese, infine, ha posto l’attenzione sulla tempistica dell’operazione, spiegando che le tecniche sotto copertura prevedono una fase in cui si studiano i luoghi e le abitudini degli indagati, senza tralasciare alcun particolare, dalla gestualità al modo di vestirsi, perché per agire sotto copertura è necessario ottenere la fiducia dell’ambiente, delle persone e soprattutto non destare il minimo sospetto. Una volta terminata la fase di studio si prende contatto con i malavitosi e si acquista la droga grazie a fondi dedicati messi a disposizione dallo Stato e poi si procede con gli arresti che possono essere immediati, nel caso del singolo spacciatore, oppure differiti nel caso in cui voglia andare più a fondo e colpire l’intero gruppo.

massimo.corsini