Nomina di Simoni allo Scotto: "Lottizzazione della destra"

Politica
PISA e Provincia
Venerdì, 27 Maggio 2022

Lo affermano in una nota congiunta le opposizioni in consiglio comunale

Scrivono le opposizioni.

Ci risiamo. La nostra città e i suoi valori antifascisti devono subire l’ennesimo schiaffo da parte della giunta Conti.

E’ una vergogna la decisione della Presidente del Teatro Verdi Paoletti Tangheroni, in asse con l’assessore Magnani, di affidare anche quest’anno la produzione e direzione artistica della rassegna estiva del Giardino Scotto ad Artitaly di Massimiliano Simoni, agente immobiliare versiliese e politico dapprima finiano e adesso “responsabile teatri di Fratelli d’Italia”, che, in virtù della lottizzazione politica, è stato dal 2000 al 2010 presidente della Fondazione La Versiliana e della Fondazione Festival Pucciniano (2008-10).

E' stato fatto un percorso che ha portato all'individuazione di un direttore artistico al Teatro Verdi, oltre al direttore generale. Una selezione fatta sui curricula che ha portato alla nomina di due esperti, riconosciuti a livello nazionale. Il Teatro Verdi gestisce la rassegna della Scotto e quindi logica vorrebbe che in questo ricada anche la direzione artistica.

Ma cosa fanno a questo punto Conti e la sua maggioranza? Vedendo escluso il loro esponente di partito pensano di rimediare subito, e con incarico diretto, senza alcuna procedura pubblica viene nominato Simoni. Si riparte con le lottizzazioni di meloniana affezione.

A questo aggiungiamo che il Teatro Verdi interverrà solo per alcuni aspetti nella gestione della stagione, per il resto sono stati individuati fornitori esterni per mansioni che gli stessi lavoratori del teatro potrebbero fare.

Uno spettacolo indegno con la piena compiacenza della Presidente Paoletti Tangheroni, che permette a questa maggioranza di strumentalizzare e mortificare il Teatro Verdi che si ritrova a passare dal ruolo di punto di riferimento culturale della città a tappabuchi delle necessità politiche della maggioranza.

L’autonomia della cultura e dei suoi istituti andrebbe garantita facendo scelte che tengano conto di competenze e capacità, ma questa vicenda dimostra esattamente l’opposto.

Tutto sottaciuto anche dall'assessore Magnani, che udito in terza commissione consiliare solo qualche giorno fa , non ha fatto cenno a nulla, limitandosi a denunciare una mancanza di fondi per le attività culturali estive svolte dalle associazioni. Adesso sappiamo che i fondi ci sono: non per il nostro Teatro o le nostre associazioni, ma per Simoni.

Massimiliano Simoni, nel curriculum che si trova in rete, si presenta come “sott’ufficiale paracadutista in congedo, diplomato al Liceo scientifico”, ed egli ricorda i suoi infiniti incarichi in fondazioni e gallerie d’arte. Le parole chiave che adopera per descrivere il suo profilo sono “Business Management; Business Process management; Project management; Gestione delle risorse, del personale e ottimizzazione dei profitti; Management culturale e flussi turistici; Art Director e Mental Coach”. La cultura – quella del piazzista di case e appartamenti, che predilige, si badi bene, i termini “esterofili” – è un semplice accessorio del business.

È grazie a una sua donazione che un anno fa è piovuta dal cielo in Largo Ciro Menotti la statua in bronzo di Galileo Galilei che gioca a bowling, realizzata da Gabriele Vicari e Armando Barbon, di cui la città sentiva un gran bisogno. Ma non vanno dimenticati “talk show televisivi e salotti culturali” da lui prodotti a Montecatini Terme e Torre del Lago, e da una sua idea sono nati nel 2001 gli imperdibili “Percorsi del ‘900”, incontri nostalgici condotti da Mario Bernardi Guardi, per mostrare “l’altra faccia della medaglia ed aprire ad una seria e critica Revisione della Storia”.

Già, la revisione della storia. D’altra parte quella del Ventennio è una sua ossessione. Di recente, Simoni è finito agli onori delle cronache per aver fatto in pubblico il saluto romano al grido di “Camerata Adriano presente” al funerale di Adriano Giovannetti, un tale che a Pietrasanta (Lu) ha ostentato per anni busti del duce e vessilli della Xmas anche nel giorno dell’anniversario della strage nazifascista di Sant’Anna di Stazzema.

La politica peggiore, fatta di busti del duce, braccia tese, “boia chi molla” e cameratismo da caserma. Così da qualche tempo il nostro è “responsabile teatri di Fratelli d’Italia”.

Di fronte a tutto questo non è accettabile farsi prendere in giro: siamo di fronte ad una lottizzazione della peggiore specie che è una cartina di tornasole della modalità di operare di questa maggioranza che in tutti i settori delle comunali e delle partecipate sta portando avanti questo metodo.

Qui la lottizzazione della politica si unisce a qualcosa di ben più grave che è l’infangare i valori e principi della nostra Costituzione nata dalla Resistenza antifascista.

Chiediamo quindi che venga subito revocato questo incarico a Massimiliano Simoni per rispetto di una città che non si merita tutto questo ma che ha valori antifascisti ben radicati.

Ciccio Auletta – Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile
Olivia Picchi – Partito Democratico
Gabriele Amore – Movimento 5 stelle

 


Pubblichiamo anche il comunicato inviato dai sindacati interno al Teatro Verdi di Pisa

"NERI” E VERDI

Apprendiamo dagli addetti ai lavori che, anche per il 2022, a dispetto di quanto emerso nel confronto avuto lo scorso anno con la Direzione e la Presidenza del Teatro Verdi di Pisa, di una gestione del “Pisa Scotto Festival”, che presenta elementi più che discutibili, per varie ragioni, identici alla gestione 2021.

Anche per questo anno, infatti nella gestione e nel programma del Festival, risulta del tutto assente la possibilità (programmatica e decisionale) dell’intero organico del Teatro Verdi; composto da figure medie, intermedie ed apicali il quale, per le universalmente riconosciute conoscenze e competenze, era in grado di realizzare qualcosa di qualitativamente eccellente.

Tutto ciò avrebbe potuto rappresentare un’occasione in più per valorizzare e confermare, l’armonicità del Verdi, con il tessuto culturale della città di Pisa, del suo territorio e non solo.

A quanto ci è dato sapere, le ragioni di questa scelta, difficile da comprendere sul piano del merito, ha un suo fondamento nell’ambito del metodo, adottato dall’Amministrazione Comunale.

Si è invece scelto, ancora una volta di procedere ad un affidamento diretto (sarebbe interessante sapere se a seguito di una formale manifestazione di interesse o meno), nonostante la prestigiosa realtà Pisana, di facesse ricorso ad una Direzione artistica che peraltro, non fa mistero (anzi) afferma pubblicamente le proprie convinzioni vetero/fasciste, partecipando, più o meno recentemente, in prima persona a raduni in cui vengono manifestati atti, oggettivamente riconducibili all’apologia del Fascismo.

Questo è il nostro, negativo, giudizio sulla scelta della gestione, che utilizza un emblema cittadino  al pari di un Cavallo di Troia, privandolo al contempo  delle scelte culturali ed artistiche in questo delicato momento di ripartenza della produzione culturale.

Su ciò, rivolgendoci anche ai soggetti politici, che hanno a cuore la produzione culturale, elemento di valore universale e di crescita di una comunità, intendiamo sottolineare, la nostra posizione.

Per la SLC/CGIL ed i Cobas di Pisa, la scelta deve essere compiuta sul merito delle esperienze, delle competenze e della prosecuzione della storia e della tradizione del Teatro stesso.

Scelte che continuano ad andare nella Direzione dello “spoyl sistem”, avulse dalla meritocrazia, specialmente se connotate da tratti censurabili, che riteniamo condannati dalla Storia, ci vedranno impegnati in un’azione di dissenso e di contrasto.

Massimo Basilei SLC/CGIL PISA            
Nicola Savazzi Confederazione Cobas Pisa

redazione.cascinanotizie