Normale e Sant'Anna, gare al ribasso a danno dei lavoratori
La CGIL al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici della Scuola Normale e Sant'Anna che saranno in presidio in Piazza dei Cavalieri, il 3 febbraio, contro le gare al ribasso che non garantiscono un lavoro serio e dignitoso, le scuole d'eccellenza a scapito del lavoro
Negli ultimi anni, la Scuola Normale Superiore e la Scuola Superiore Sant’Anna hanno esternalizzato un numero sempre più crescente di servizi perché ritenuti meramente integrativi.
Ad oggi, questi servizi – che vanno dalle pulizie ai portierati, dalla logistica alle manutenzioni, dalla biblioteca alle mense, dall’assistenza alle aule allo smistamento posta, dalle colazioni alla vigilanza e molto altro – non solo consentono lo svolgimento di tutte le attività di entrambe le Scuole, ma occupano centinaia e centinaia di lavoratrici e lavoratori che sotto il tetto di Eccellenze cittadine e internazionali iperfinanziate trascorrono la propria vita lavorativa senza mai approdare ad una piena, buona e dignitosa occupazione.
Nonostante l’azione continua delle OO.SS., gli appalti della Scuola Normale Superiore e della Scuola Superiore Sant’Anna abbondano di lavoratrici e lavoratori part-time bassissimi e involontari, interinali, a termine, a chiamata; di lavoratrici e lavoratori che prestano servizio su turni, sempre diversi, il sabato, la domenica, la notte; di lavoratrici e lavoratori fragili, precari e sempre ricattabili perché sottoposti alle continue pressioni di mutamenti di orario, di mancati rinnovi contrattuali, di aumento dei carichi di lavoro e di difficili cambi d’appalto, così come è avvenuto in questi giorni.
A fronte di questo quadro allarmante, la Filcams CGIL di Pisa, insieme alle lavoratrici e i lavoratori degli appalti SNS e SSSUP, vuole reclamare il diritto ad una piena e buona occupazione per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, siano essi interni o esternalizzati, dipendenti diretti o indiretti, e richiamare entrambe le Scuole d’Eccellenza di Pisa a svolgere un ruolo, non solo di supervisione delle tutele minime previste dalla legislazione vigente, ma un ruolo eticamente attivo di piena assunzione delle proprie responsabilità sociali in quanto istituzioni pubbliche di alto profilo che riteniamo debbano essere pertanto luoghi di sperimentazione di buone pratiche e protocolli virtuosi e condivisi in tema occupazionale.