A nove anni nei campi di sterminio: la storia di Kitty, sopravvissuta a Bergen Belsen
Ancora un evento organizzato dal Comune di Cascina e collegato alla Giornata della memoria. Kitty Braun ha 80 anni appena compiuti, ne aveva 9 quando venne deportata a Bergen Belsen. E Questa mattina è stata ospite in municipio a Cascina per raccontare la propria esperienza di testimone diretta dei campi di sterminio nazisti. Introdotta da Fernando Mellea, assessore alla cultura, ad ascoltarla c'erano gli studenti delle classi V E e IV e V F dell'istituto superiore "Pesenti" e della classe terza C della scuola secondaria di primo grado "Pascoli".
Fatta prigioniera nei pressi di Mestre nel novembre 1944, Kitty Braun e la sua famiglia, ebrei originari di Fiume, furono trasportati a bordo di un treno nei carri bestiame al campo di Bergen Belsen. All'epoca Kitty aveva appena 9 anni. Quando racconta quel terribile periodo, la sua narrazione è cruda e asciutta al ricordo delle sofferenze patite e diventa di colpo tenera e commossa quando sono i brevi attimi di gioia a riaffiorare alla mente.
"Nei carri bestiame avevamo un solo secchio di latta dove fare i nostri bisogni, ricorda Kitty, una cosa che mi metteva in estremo imbarazzo. Arrivati a Ravensbruck ci assegnarono a baracche in cui ci riempimmo di pidocchi. Ricordo che dormivo in un letto a castello. Sul letto sopra c'era una donna. Tutte le volte che si muoveva, dal suo materasso mi cadeva addosso una pioggia di pidocchi grossi e neri".
"Da Ravensbruck ci portarono al campo di sterminio di Bergen Belsen. Arrivammo di notte. Oltre il filo spinato, le prigioniere ci guardavano con gli occhi che parevano uscissero dalle orbite dei loro crani orribilmente magri. Ci assegnarono ad una baracca dove si dormiva per terra. Lì morì mio cugino. I cadaveri erano ammassati in fosse comuni non ricoperte".
"Quando arrivarono a liberarci, gli inglesi trovarono la nostra baracca dal fetore che emanava, visto che una volta scappati i tedeschi, nessuno si era più azzardato a uscire e per un tempo lunghissimo vivemmo rinchiusi".
"Ci lavarono con una sistola e un bruschino per toglierci di dosso la sporcizia e il sudiciume che si erano incrostati alla nostra pelle. E non potrò mai scordare di quando fui messa, alla fine, a riposare in un letto con materasso e lenzuola pulite. Fu una sensazione bellissima".
"L'esperienza del campo fu sconvolgente, ha concluso Kitty Braun, e mi ha condizionato per tutta la vita. Ad appena 9 anni capii che cosa era veramente importante nella vita e cosa no, per cosa valeva la pena battersi oppure no".