Nuova gestione e vita per Il Barrino di San Giovanni alla Vena
L'attività di Piazza della Repubblica gestita dall'ex capitano del Pisa, passa a Tamara Calà, che dopo la scommessa (vinta) dell'edicola, dal 13 novembre, si getta in una nuova avventura
Paolo Andreotti e la sua famiglia, dopo cinque anni intensi, hanno deciso di passare il testimone.
Il Barrino da Paolino, però, non chiuderà ed anzi, dopo il periodo di transizione previsto fino al prossimo 12 novembre, come già annunciato proprio da un post pubblicato in bacheca, il bar sarà gestito da una nuova proprietà
Aveva scritto l'ex capitano del Pisa.
"Cari amici e care amiche - riportava la nota - dopo cinque anni, oggi, si chiude il nostro capitolo di storia del Barrino da Paolino: abbiamo deciso di passare il testimone della nostra attività e di dedicarci ad altro. Vi ringraziamo per la fiducia che ci avete dato in questi anni, per il sostegno e la collaborazione durante il periodo delle restrizioni e del lockdown, per l’allegria e la partecipazione che avete sempre dimostrato ad ogni evento o ad ogni festa, per la gioia che avete condiviso con noi proprio la settimana scorsa per la nascita di Tommaso e per tutti i giorni di chiacchiere e compagnia che abbiamo passato insieme. Fino a domenica 12 novembre continueremo a tenervi compagnia dopodiché le porte si apriranno con Tamara Calà e la sua famiglia. Ci vedremo comunque spesso, grazie di tutto!
Un abbraccio, da Paolino e da tutta la famiglia".
Da lunedì 13 novembre, quindi, Il Barrino di San Giovanni alla Vena avrà una nuova gestione, garantita dall'impegno preso da Tamara Calà e dalla sua famiglia, già proprietaria dell'edicola-tabacchi distante pochi metri dal bar.
"È stata una scelta d’impulso - racconta Tamara Calà - si può dire che per la prima volta in vita mia, mi sono sentita sicura e questo mi fa più paura di iniziare con una “nuova” attività. Mi sono sorpresa di me stessa".
Cambierà la ragione sociale de Il Barrino (Rocael, la stessa dell'edicola, derivata dai nomi dei suoi figli: Roberta, Carola e Gabriel ndr), ma non il nome, ormai troppo legato alla storia del paese.
Ancora non è stata scelta la data di inaugurazione di questa nuova avventura, ma Tamara Calà ha già le idee chiare: "Più che una inaugurazione - spiega - penso più a un passaggio del testimone. Paolo e tutta la sua famiglia sono persone che ti avvolgono e quindi la vedo piu così".
Ma perché continuare a investire su San Giovanni alla Vena?
"In primis - dice Calà - sarebbe stato sciocco non buttarsi e unire due forze come il bar e il tabacchi, poi, certamente, anche per la forza portata dai sangiovannesi. Mi hanno travolta e mi travolgono tutti i giorni con il loro affetto, ho faticato per farmi conoscere, ma ne è valsa la pena credimi".
In conclusione Tamara Calà ha anche un pensiero per la famiglia Andreotti. "Con loro è nata una bella amicizia. Quando ho avuto bisogno, lo scorso anno, quando sono crollata, mi sono girata e c’era Mery, con il suo sorriso e la sua energia, che mi ha teso la mano e mi ha spronata a tirarmi su e a reagire. Come si dice, le persone si conoscono nel momento del bisogno, e nel momento del bisogno ho conosciuto Mery e Paolo, quest’ultimo è così come lo vedi un signore, delicato mai sopra le righe, ma disponibile sempre.
Come per l'edicola-tabacchi, Tamara Calà sarà supportata dalla famiglia. "Ovviamente la mia famiglia - conclude - mi seguirà anche in questa nuova avventura. La pazienza di mia suocera Stefania, la forza di mio marito, per me sono fondamentali, come l’amore dei miei bambini, noi tutti speriamo di non deludere nessuno. Speriamo di farci tante risate insieme".