Oltre 500 firme raccolte per il giusto processo
La Camera Penale di Pisa, al fine di compiere un ulteriore (e deciso) passo verso l’attuazione del giusto processo sancita dall’art. 111 della Costituzione,continua la raccolta delle firme per il referendum popolare dal titolo "Norme per l'attuazione della separazione delle carriere giudicante e requirente della magistratura".
Con la collaborazione del consigliere Marialuisa Bresciani e dei colleghi Adriana Conte, Cristina Bibolotti e Lorenzo Ragaglia, oggi 22 giugno, è stata allestita una postazione di raccolta presso il mercato cittadino di Cascina che ha permesso di sfiorare le 500 firme e di rendere ormai prossimo il raggiungimento delle 50.000 necessarie.
Un’altra occasione vedrà impegnata la Camera Penale di Pisa nella composizione sopra indicata e sarà il lunedì 3 luglio dalle ore 9 alle ore 12,00 in piazza la Pira a Navacchio.
Al fine di informare i lettori sulla natura, lo scopo e l’interesse di questa iniziativa si evidenzia cheil progetto avanzato dall’Unione delle Camere Penali italiane è, come detto. volto a armonizzare ai principi del giusto processo alcune norme della Costituzione che vivono nella loro formulazione originaria ovvero quella del legislatore del 1948 che aveva una visione inquisitoria dell’intero procedimento penale. La natura accusatoria, introdotta dal codice del 1988 ed elevata a rango costituzionale dall’art. 111, trova le sue fondamenta nella parità delle parti (pubblica e privata) davanti a un giudice terzo e imparziale. La separazione delle carriere, dunque, non è “contro” la categoria dei magistrati: essa ha, prima di tutto, una funzione di esaltazione della funzione giurisdizionale. In un sistema come il nostro, dove il Pubblico Ministero svolge le indagini in maniera diretta, con ampi poteri di iniziativa nella ricerca delle prove e con la polizia alle proprie dipendenze, il ruolo del Giudice deve essere visibilmente separato agli occhi degli imputati e dei cittadini tutti. In questo modo egli sarà pienamente legittimato nel suo ruolo e le sue decisioni degne del massimo rispetto.
È questa, peraltro, una valutazione che è sostenuta autorevolmente dallo stesso Parlamento europeo che in una delibera relativa al rispetto dei diritti umani nell’Unione europea afferma, tra l’altro, che «è anche necessario garantire l’imparzialità dei giudici distinguendo tra la carriera dei magistrati che svolgono attività di indagine (examining magistrates) e quella del giudice al fine di assicurare un processo giusto (fair trial)» (A 4-01 12/1997).
Ad oggi sono state raccolte, in tutta Italia, oltre 30.000 firme per cui l’obiettivo è sempre più vicino.