Operai agricoli e florovivaisti, sindacati sul piede di guerra per il contratto provinciale
Da sette mesi è in corso la trattavia per il rinnovo del contratto provinciale, CIL, CGIl e UIL si dichiarano insoddisfati per come i datori di lavoro rispondono alle richieste dei lavoratori e delle lavoratrici
Questo il comunicato ufficiale
Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, i tre settori dei sindacati che inquadrano le richieste e la tutela degli operai agricoli e florovivaisti, si dicono insoddisfatti da come viene condotta la trattativa per il rinnovo del contratto provinciale dei loro assistiti, dato che dopo sette mesi, le parti datoriali continuano ad essere notevolmente distanti dalle istanze della discussione ed il contratto è scaduto a fine 2023.
“Giudichiamo assolutamente insoddisfacenti le risposte delle controparti rispetto alle nostre rivendicazioni, - hanno dichiarato i tre settori sindacali - soprattutto sul versante salariale ma anche su tematiche normative importanti quali la cabina di regia della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità presso l’INPS che, ricordiamo, nasce con l’obiettivo di porre un argine al fenomeno del caporalato”.
Il contratto provinciale agricolo deve essere visto come un’occasione di riconoscimento del lavoro e della produzione di settori che ogni giorno portano sulle tavole italiane ed estere i prodotti locali che sono fra le eccellenze di tutto il mondo, sia per quanto riguarda il vino, l’ortofrutta ed il nascente settore dell’acquacoltura.
Un fil rouge di questi anni è stato quello di affermare che non esiste un prodotto di qualità se non viene accompagnato da un lavoro di qualità giustamente retribuito; inoltre, dato che negli ultimi anni l’inflazione ha fatto un salto in avanti a doppia cifra, erodendo la capacità di spesa delle famiglie, la richiesta di attualizzare il contratto di lavoro deve menzionare anche un incremento economico in busta paga che permetta di sostenere l’aumento dell’inflazione.
“L’accordo nazionale del 27 Ottobre scorso, per il recupero del differenziale inflattivo, ha definito un incremento del 3,5% da applicare ai salari contrattuali territoriali, con effetto dal 1° Gennaio 2024, in aggiunta agli aumenti retributivi – hanno proseguito gli esponenti dei tre settori del sindacato - da concordare a livello provinciale sulla base dell’IPCA prevista per il biennio 2024, pari all’1,9% e 2025 pari al 2,00%; oltre al 3,5% per il recupero del differenziale inflattivo, l’aumento salariale che sarà definito a livello provinciale dovrà garantire un giusto e dignitoso salario che qualifichi il lavoro agricolo”.
Per questi motivi Fai, Flai e Uila avvieranno nei prossimi giorni una campagna straordinaria di assemblee nei luoghi di lavoro per informare i prestatori d’opera e assieme a loro definire le successive azioni da intraprendere per lo sblocco della trattativa.
E’, inoltre, previsto un presidio per il 31 Luglio davanti alla sede di Confagricoltura di Livorno a Cecina in via Aurelia Sud, a Cecina dalle 10 alle 12, per le provincie di Lucca, Massa, Pisa, Livorno e Grosseto.