Ossigeno Liquido, con Loris Seghizzi, per entrare nella Bohème, dove la povertà mi è lieta
In scena a Lari per Collinarea, Festival del Suono, la prima nazionale dello spettacolo ubiquo “Bohème – la povertà mi è lieta”, rivisitazione dell’omonima opera di Giacomo Puccini. Venerdì 2 e sabato 3 agosto (ore 21.30, Lari – Borgo) lo spettacolo diffuso coinvolgerà l’intero borgo grazie all’innovativa infrastruttura tecnologica Connessioni©
Magicamente comparirà la neve ad agosto sulle colline di Lari, per la prima nazionale dell’opera ubiqua Bohème – la povertà mi è lieta (2 e 3 agosto, ore 21,30), dedicata a Giacomo Puccini nell’anno delle celebrazioni del centenario della morte del Maestro. L’atteso spettacolo di chiusura del Collinarea, Festival del Suono è un nuovo capitolo della trilogia che nel 2022 e nel 2023 ha visto l’allestimento di Atroce Favola (Madama Butterfly) e Turandot – ombra della luce.
L’allestimento della Bohème di Lari, che vede il coinvolgimento dell’intero borgo, oltre che segnalarsi per un’orchestra e cantanti lirici che suoneranno e canteranno dal vivo, si avvale dell’innovativa infrastruttura tecnologica Connessioni© al servizio del live, unica nel panorama internazionale dello spettacolo, che permette di produrre per la prima volta lo “spettacolo ubiquo”, una messa in scena che si svolge contemporaneamente in vari luoghi del borgo e che può essere usufruita nel suo complesso dagli spettatori in qualsiasi location questi si trovino, grazie a una specifica diffusione del video e del suono.
In dialogo sei diverse location (Teatro Comunale, Castello dei Vicari, piazze, chiese e studio di registrazione), connessi grazie a un cablaggio in fibra ottica. Gli artisti si muoveranno da una location all’altra, tra proiezioni audio e video, ascoltandosi e vedendosi tra loro con latenze pari a zero.
La trasposizione contemporanea dell’opera Bohème si tiene nel luogo di residenza di Dolores, un’anziana attrice che ha rivestito da giovane, nel 1954, il ruolo di Mimì, personaggio da lei particolarmente amato. Dolores non può muoversi ma può ascoltare e vedere dalla sua abitazione. Per l’occasione, arriva la compagnia teatrale storica. L’opera riunisce dunque il gruppo di artisti e compagni che visse quell’epoca fortunata, fatta di sacrifici, viaggi, amori, incontri, tanto teatro, miseria e nobiltà, attraversando insieme buona parte del ‘900. Nella casa museo di Dolores, La Bohème spalanca la finestra sui ricordi degli anziani artisti, dei tempi in cui anche loro interpretarono l’opera di Puccini in prosa, insieme alle tante rivisitazioni di celebri autori, in mezzo alla messa in scena di una vita fatta di acrobazie. Per la piazza centrale di Lari una magica ambientazione natalizia, in cui sono travolti i bohémien.
Alla call per la formazione del coro cittadino di Bohème - la povertà mi è lieta, che agirà in coreografie, cantando e scandendo ritmi, così rispondendo ulteriormente alla vocazione di luogo di comunità di Collinarea, hanno aderito per ora oltre 20 tra donne e uomini, bambini e ragazzi, arrivando da tutto il territorio locale per estendersi a quello nazionale.
Il lavoro è diretto da Manuela Lo Sicco, Sabino Civilleri e Loris Seghizzi; si svolgerà all’aperto a Lari dal 29 luglio al 3 agosto. Sarà garantita l’ospitalità a chi arriva da lontano. Il progetto è sostenuto dall’area soci di Unicoop Firenze, sezione di Pontedera.
Grazie a Confcommercio Provincia di Pisa anche le attività del centro di Lari (Un Gelato alla Volta, I Burattinai, LariBarta, Bar Centrale, La Bottega di Canfreo, La Bottega delle Specialità) collaborano al progetto di Collinarea 2024, per permettere al pubblico e ai residenti di immergersi ancora di più nelle atmosfere bohèmien, con aperitivi, cocktail e piatti dedicati, che daranno diritto a una riduzione di biglietto per l'evento scelto.
“Abbiamo sempre visto Lari per la sua conformazione speciale come un unico palco scenico a cielo aperto - racconta Mirco Mencacci, direttore artistico della sezione suono di Collinarea - e per anni ci siamo chiesti come renderlo fruibile nel suo insieme; quattordici anni fa ho pensato a un mezzo tecnologico che ci portasse alla soluzione del nostro dilemma. In occasione della riqualificazione della pavimentazione del borgo abbiamo chiesto di posare delle tubazioni che ci dessero la possibilità di passare in futuro delle fibre ottiche per mettere in connessione alcune aree del paese. Durante il periodo del covid abbiamo trovato uno sponsor e un’azienda che ha posato la fibra e che lo ha fatto in parte come sponsorizzazione; questa struttura ci ha permesso di poter connettere i luoghi tra loro in audio e in video così che gli artisti dislocati in luoghi diversi del borgo potessero condividere e intrecciare le loro performance. Con questa tecnologia abbiamo visto Lari come centro artistico internazionale, dove le arti possano compenetrarsi per conoscersi, per ideare nuove forme espressive; ogni performance delle singole location può diventare uno spettacolo a sé, ma nello stesso momento entrare a far parte in condivisione con le diverse performance; creando quindi nuovi modi di fare arte.
L’idea tecnologica è stata condivisa con Loris Seghizzi, insieme abbiamo elaborato il concept e abbiamo firmato insieme connessioni e il suo marchio. Il progetto nel suo insieme è nato dalla connessione di due menti e per farlo ancora più grande e innovativo è necessaria la connessione tra tante altre. Saremmo felici e preparati per portare il progetto in qualsiasi altro luogo che lo desideri al fine di creare un’importante rete a disposizione dell’arte. Per favore inviateci progetti e idee; noi siamo pronti per discuterli e realizzarli”.
“Bohème, la povertà mi è lieta” chiude più cicli, sia artistici che di vita reale”, dichiara il direttore artistico del Festival Loris Seghizzi. “Bohème è l'ultimo atto della trilogia dedicata a Puccini e allo stesso tempo sancisce la chiusa del sipario su una storia lunga più di un secolo, la mia storia personale. Sì, perché non si tratta solo della trasposizione dell'opera, ma è la messa in scena di una sorta di autobiografia. Mai occasione fu più propizia. I miei nonni erano dei veri Bohèmien, i miei genitori anche, e io pure; nati, vissuti e cresciuti sulla scena, tirando avanti grazie al pubblico e al coinvolgimento popolare, affrontando talvolta la povertà, mai sofferta emotivamente, ma affrontata con l'orgoglio di chi sa che da quella restrizione sarebbe nata, giorno dopo giorno, la creatività e la spinta necessaria a render fieri del proprio mestiere. Ecco perché la povertà non poteva che esser lieta. Il sipario si chiude, dunque... Ma non è dato sapere a quale atto siamo, certamente non quello finale”.
Ascoltiamo l'intervista a Loris Seghizzi realizzata durante Ossigeno Liquido.
Info evento: https://www.collinarea.it/opera/