Pedopornografia e odio razziale: indagati otto minorenni pisani
Per uno di loro accuse anche di detenzione abusiva di armi, esplosivi e ricettazione. Indagini condotte dalla Polizia. Passate al setaccio le chat di classe
Insospettabili agli occhi di tutti, soprattutto dei loro genitori. Violenti, bombaroli in erba, vicini agli ambienti dell'ultra destra e a quelli, ancora più inquietanti e oscuri, della pedopornografia.
A conclusione di una lunga indagine della squadra mobile di Pisa guidata dal vice questore aggiunto Fabrizio Valerio Nocita, otto minorenni di Pisa e provincia (alcuni ragazzi sarebbero residenti nei comuni dell'area pisana e in particolare del cascinese ndr) dovranno rispondere, se rinviati a giudizio, dei reati quali: la produzione, divulgazione e detenzione di materiale pedopornografico (che prevede una pena che varia dai 6 ai 12 anni di reclusione), l’istigazione all’odio razziale (le cui pene possono arrivare sino ai 6 anni di reclusione) e, solo per uno di loro, dei reati di detenzione abusiva di armi, esplosivi e ricettazione. La notifica della conclusione è stata loro comunicata nei giorni scorsi, alla presenza dei genitori.
LE INDAGINI
Tutto era iniziato intorno alla fine del 2019, durante l'indagine per una presunta violenza sessuale (poi archiviata ndr) della Polizia pisana, coordinata dalla procura della Repubblica presso il Tribuna per i Minorenni di Firenze.
Sul cellulare del presunto violentatore (un sedicenne pisano studente di un istito superiore di Pisa ndr), infatti, erano stati trovati contenuti a dir poco inquietanti: immagini con bambini abusati sessualmente. Da lì, gli inquirenti erano poi risaliti ad un altro sedicenne, l'autore degli invii, che a casa mostrava di avere svariati strumenti atti ad offendere: mazze, bastoni ed anche petardi di categoria f4 (la cui detenzione è possibile solo con licenza di cui il giovane era sprovvisto ndr).
A seguito di perquisizione domiciliare (il 16enne abita con i genitori ndr), allora, gli agenti pisani hanno rinvenuto numerose spranghe, bastoni, pugnali. Oltre alla targa di un motorino rubato e numerosi petardi illegali.
Sottoposto tutto a sequestro, l'indagine è poi proseguita sui dispositivi elettronici del ragazzo: computer e cellulari.
All'interno di questi, il ragazzo aveva raccolto video in cui si divertiva a vandalizzare la città, a volte accompagnato da altri coetanei. Non solo, nei dispositivi erano archiviati anche video tutorial estratti dalla rete per costruire in casa ordigni con prodotti comunemente in commercio.
LA PEDOPORNOGRAFIA E HITLER A SCUOLA
Incredibile, ancor di più, il contenuto di alcune chat, tra le incriminate anche quella della classe frequentata dal 16enne, in cui gli inquirenti hanno scoperto un intero sottobosco di conversazioni e scambi di file - la Questura di Pisa li definisce raccapriccianti - su vari gruppi whatsapp.
Nella chat di classe del ragazzo (anche se solo alcuni studenti hanno poi effettivamente condiviso il materiale ndr), aveva condiviso immagini pedopornografiche con neonati abusati, elaborazioni grafiche di deep-nude e foto di pre-adolescenti in pose erotiche (alcuni di questi file erano stati trasformati in stickers per non essere individuati con facilità dalla Polizia postale ndr).
Nelle chat, poi, gli inquirenti hanno rinvenuto frasi inneggianti l’Olocausto e “meme” raffiguranti Adolf Hitler, esaltato con frasi ironiche quali “premio Nobel per la brace”, oppure foto storiche, testimonianza della Shoà, con persone in un campo di concentramento, rese volutamente sfocate e accompagnate da frasi del tipo: “foto da ripetere, non erano stati messi a fuoco”, nonché immagini in cui viene vilipesa anche la figura di Papa Francesco.
OTTO INDAGATI
Alla fine otto ragazzi, minorenni, sono stati riconosciuti come colpevoli dei reati di condivisione del materiale incriminato.
Per tutti e otto, da qualche giorno, si sono concluse le indagini.
A loro e alle loro famiglie è stata quindi comunicata nelle scorse ore la fine delle indagini