Perché non partecipiamo ad un dibattito con un esponente neofascista
Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunica di Una Città in Comune:
Siamo stati invitati nella giornata di domani, mercoledì 21 febbraio, a un dibattito elettorale dalla redazione della emittente radiofonica PuntoRadio, con un esponente locale di un partito neofascista. Ci siamo rifiutati di andare, per delle ragioni molto semplici.
La democrazia prevede tra le altre cose la libera discussione e il confronto di idee diverse. Proprio perché crediamo profondamente nella democrazia, in una democrazia reale e non formale, non vogliamo che il confronto sia ridotto a farsa, a presa in giro, o peggio. Mettersi a sedere accanto a un neofascista con un microfono davanti e discutere di posizioni politiche significa fingere che la democrazia sia un valore fondante anche per lui. Significa far passare agli ascoltatori un messaggio preciso: anche un neofascista crede nella pluralità e nel rispetto di punti di vista diversi dai suoi.
Ma così non è. Un neofascista guarda con nostalgia alla dittatura di Mussolini, promuove la cultura del Partito nazionale fascista e degli squadristi, rimpiange un’Italia in cui le Camere del lavoro e le sedi dei socialisti venivano incendiate, in cui chi non si levava il cappello di fronte ai camerati veniva percosso a bastonate, in cui i Consigli comunali “rossi” venivano sciolti con fucilate e bombe a mano, in cui bastava denunciare pubblicamente i brogli politici del governo - come fece Matteotti alla Camera - per venire ucciso, in cui bastava professarsi di un pensiero politico diverso per essere imprigionato e fatto marcire in galera per anni.
Sappiamo perfettamente che i neofascisti si prestano al gioco elettorale solo per questioni di visibilità e legittimazione politica. Sono gli stessi che oggi inneggiano all’odio razziale, che applaudono al tiro al bersaglio contro gli stranieri, che picchiano chi è omosessuale, che fanno attentati alle sedi delle organizzazioni di sinistra, che vogliono un’Italia bianca e disciplinata, che inneggiano a uno Stato organico superiore agli individui e al «ripristino della geopolitica degli anni Trenta».
Non abbiamo dubbi su cosa farebbero una volta al potere: abolire la democrazia, reprimere il diverso con la violenza. Per questo non possiamo far finta che siano davvero interessati a discutere in un dibattito politico, l’aver scelto il fascismo come riferimento è già una risposta a qualsiasi domanda.
Il neofascismo non ha avuto, non ha e non avrà mai un volto presentabile.