Via Piastroni, il confronto si accende: tra sicurezza, proteste e accuse di scarsa collaborazione istituzionale
Spunta la lettera di un residente di Riglione che difende il provvedimento del Comune di Pisa. Il Partito Democratico ne chiede la revoca immediata. Il consigliere dem pisano Biondi, critica la mancanza di dialogo tra enti
Il dibattito sul senso unico introdotto in via Piastroni a Riglione continua a dividere residenti e rappresentanze politiche dei Comuni di Pisa e Cascina.
Da un lato c’è chi, come Paolo P., abitante della zona, sostiene la scelta dell’amministrazione pisana richiamando ragioni di sicurezza stradale; dall’altro il Pd di Cascina, con il segretario Giovanni Russo, chiede la revoca del provvedimento denunciandone l’impatto sulla mobilità locale e la mancanza di condivisione con la comunità cascinese.
Nel mezzo, il consigliere comunale pisano Marco Biondi (Pd) punta il dito contro l’assenza di coordinamento tra le due amministrazioni, giudicando il caso emblematico di una gestione non integrata delle politiche territoriali
Ha scritto Paolo P., residente a Riglione.
Gentilissima redazione,
da qualche mese assisto a una reazione irritata e spesso scomposta al provvedimento del Comune di Pisa che istituisce a Riglione il divieto di accesso per via Piastroni (direzione Cascina) all’altezza di via Villa Glori.
Centinaia di persone abitanti nell’ansa d’Arno (e anche oltre, ho visto commenti di abitanti di Bientina, Calci, Vicopisano) protestano perché si sentono private del loro diritto di tornare a casa transitando da quell’incrocio.
Vorrei far notare che il provvedimento è stato adottato per un’evidente difformità della sede stradale rispetto alle norme del codice della strada che consentono il doppio senso di marcia. Vi invito a leggere il comunicato stampa del Comune di Pisa a riguardo. Non c’è dunque una volontà punitiva nei confronti dei cittadini cascinesi, ma la constatazione oggettiva che in quel punto non si possa transitare in sicurezza con la precedente viabilità.
In molte occasioni si è rischiato un incidente grave e diversi esponenti di associazioni (oggi tra i contrari al provvedimento) chiedevano al Comune di Pisa di mettere in sicurezza quel tratto di strada.
Chi percorre via Piastroni può osservare una serie di paletti stradali divelti, sostituiti con modelli diversi dagli originali o riparati con saldature approssimative: segnali evidenti del rischio costante che caratterizza l’utilizzo di quel tratto di strada.
Poiché nelle critiche – anche istituzionali – si afferma che il provvedimento favorirebbe una minoranza di residenti, mi chiedo se non sia invece un dovere delle istituzioni tutelare la sicurezza delle persone, in particolare degli utenti più vulnerabili della strada, anche a scapito della comodità di molti.
Mi domando inoltre come l’amministrazione comunale potrebbe revocare il provvedimento, considerando che la situazione rilevata dai tecnici di Pisamo e dalla Polizia Municipale come pericolosa è tuttora irrisolta.
Chi volesse verificare lo stato dell’incrocio può osservare la foto disponibile su Google Street View, che mostra veicoli incastrati e la viabilità bloccata: è davvero questo il modello che si vorrebbe ripristinare?
Ritengo di no.
Ha scritto Marco Biondi, consigliere comunale del Partito Democratico.
Credo che l’intervento del PD di Cascina e del segretario Giovanni Russo rimarchi l’assenza di condivisione del Comune di Pisa sulle scelte sulla mobilità.
Nel 2019 i Comuni di Pisa e Cascina scelsero di dotarsi di un Piano Strutturale condiviso, spiegando quella decisione come un passo necessario per valorizzare la contiguità territoriale e costruire una visione comune sulle scelte urbanistiche e sulla mobilità dell’area. Un impegno, che aveva come obiettivo dichiarato quello di superare frammentazioni e improvvisazioni, a favore di una pianificazione moderna e coordinata.
Oggi, però, assistiamo a scelte prese in modo non condiviso e, soprattutto, non adeguatamente comunicate.
Senza entrare nel merito della validità tecnica dell’intervento viario oggetto di discussione, ciò che colpisce è il metodo: un ritorno a logiche amministrative che pensano soltanto al proprio orticello. Una miopia politica che non solo contraddice lo spirito del Piano Strutturale, ma che rischia di compromettere ogni tentativo di costruire un quadro unitario di sviluppo per tutta l’area pisana.
Pensare di poter governare un territorio complesso ragionando per compartimenti stagni è un errore strategico che si paga nel tempo.
Significa ignorare che i cittadini vivono quotidianamente un sistema urbano integrato, dove le scelte di un Comune hanno ricadute dirette anche sul vicino. Significa non comprendere che mobilità, servizi e infrastrutture non si fermano ai confini amministrativi.
E, soprattutto, significa dare prova di una incapacità politica che, alla lunga, indebolisce l’intero territorio e lo espone a decisioni disorganiche e incoerenti.
Se davvero vogliamo che Pisa assuma un ruolo centrale nell’area pisana, è impensabile che il Comune capoluogo non riesca a mantenere un dialogo costante e costruttivo con l’ente con cui ha condiviso la strategia del Piano Strutturale.
Se si fatica a cooperare persino con Cascina – che è uno dei partner naturali per vicinanza, storia e funzioni – diventa difficile immaginare come si possa guidare una pianificazione più ampia e lungimirante per tutta l’area vasta.
Pisa ha bisogno di altro: ha bisogno di una visione capace di ascoltare e dialogare, di un governo che sappia guardare oltre il breve periodo, oltre i confini amministrativi, oltre l’interesse immediato. Servono scelte sinergiche, infrastrutture ragionate, studi condivisi sulla mobilità, e un metodo di lavoro che metta al centro il coordinamento intercomunale e non la contrapposizione.
Ora è utile fare uno studio congiunto del traffico e studiare soluzioni immediate e strutturali.
Per queste ragioni si chiede l’attivazione immediata di un tavolo di confronto con il Comune di Cascina, affinché ogni scelta che riguardi la mobilità dei due territori – e ancor più quelle che interessano le aree di confine – venga valutata, discussa e programmata insieme.
Solo così si potrà rispettare lo spirito di una pianificazione intercomunale e restituire ai cittadini una prospettiva di sviluppo coerente, ordinata e finalmente all’altezza delle sfide che attendono l’area pisana.
Aveva scritto Giovanni Russo, segretario del Pd di Cascina.
“Il Comune di Pisa revochi immediatamente il senso unico in via Piastroni, stabilito unilateralmente e contro la volontà dei cittadini cascinesi. Viceversa ricerchi, anche d’intesa con il Comune di Cascina, soluzioni alternative per la viabilità intera dell’area urbana compresa tra le frazioni di Riglione e dei centri dell’Ansa dell’Arno”.
“ E’ quanto si legge in una nota di Giovanni Russo, segretario del Pd cascinese che ricorda all’amministrazione comunale del capoluogo pisano non solo “il profondo disagio” espresso dal sindaco di Cascina Betti al suo omologo Conti, ma anche il “successo della petizione pubblica, sottoscritta da oltre 800 cittadini con la quale, oltre a chiedere di rivedere la decisione, sottolinea come questa “complichi ulteriormente la mobilità in un territorio che avrebbe bisogno di scelte coordinate e lungimiranti invece di interventi frammentati e scollegati”.


