Piazza del Castelletto a Pisa diventa Piazza Luciano Lischi
La piazzetta del Castelletto, dove ha avuto sede la storica tipografia e casa editrice Nistri-Lischi, è stata intitolata dal Comune di Pisa a Luciano Lischi, editore, tipografo, giornalista, scrittore e uomo di cultura pisano
Con una piccola cerimonia di intitolazione mercoledì 23 marzo giorno del compleanno di Luciano, è stata inaugurata la targa che porta il suo nome, alla presenza di moltissime persone. Alla cerimonia sono intervenuti il vicesindaco Raffaella Bonsangue, il presidente del Consiglio Comunale Alessandro Gennai, il presidente del Rotary Club Pisa Giuseppe Bentivoglio e la professoressa dell’Università di Pisa Sandra Lischi, figlia di Luciano, presente insieme agli altri rappresentanti della famiglia Lischi.
La case editrice Nistri, fondata a Pisa nel 1780 da Sebastiano Nistri, fu rilevata nel 1921 dalla famiglia Lischi, originaria di Casciana Terme, dove la famiglia possedeva già una tipografia. Luciano giunse nel dopoguerra alla guida della storica casa editrice, che era già diventata famosa per la pubblicazione dell’edizione clandestina de Le mie prigioni di Silvio Pellico e del commento alla Divina Commedia di Francesco di Bartolo da Buti. Luciano, nonostante i molti rapporti strinti col mondo scientifico e universitario che lo portarono alla pubblicazione di numerose opere di professori dell’ateneo e della Scuola Normale Superiore, si pose sempre l’ambizioso obiettivo di superare i confini del pur prestigioso mondo accademico pisano e di far diventare le sue edizioni punto di riferimento per la cultura italiana. Il rapporto con la citta di Pisa non si identificò mai esclusivamente con quello della casa editrice, ma la città, i suoi monumenti, i suoi artisti e la sua storia diventarono, anche e per impulso di Luciano Lischi, oggetto di studi di alta specializzazione scientifica e rilevanza culturale come prima non avevano mai conosciuto.
Si dedicò alla pubblicazione di opere importanti che segnarono la cultura narrativa italiana del dopoguerra, come i romanzi di Bassani, Cassola e Dessì, a collane di studi illustri come quella diretta dall’italianista Francesco Flora, in cui videro la luce i bellissimi saggi di Sebastiano Timpanaro, tra cui Classicismo e Illuminismo nell’Ottocento italiano. Allo stesso tempo pubblicò anche opere fondamentali sulla storia di Pisa come il “Forma Pisarum” di Emilio Tolaini. L’operosità imprenditoriale di Lischi non si limitò tuttavia alle iniziative di orientamento scientifico e culturale perché, per esempio, con Mauro Mancini, inviato de “La Nazione”, fondò la fortunata collana Il tagliamare, fatta di manuali e portolani rimasti indispensabili per la navigazione da diporto.
Dopo la chiusura della casa editrice, il consistente archivio di pubblicazioni è stato acquisito dall’Archivio di Stato, mentre gli edifici della casa editrice e stamperia in piazza del Castelletto, sono stati acquistati dalla Scuola Normale Superiore. Alla luce dell’importanza dell’attività editoriale e culturale portata avanti da Luciano Lischi e dalla casa editrice Nistri-Lischi nell’ambito del panorama nazionale, l’Amministrazione Comunale di Pisa ha ritenuto doveroso accogliere l’iniziativa di intitolazione proposta dal Rotary Club di Pisa, di cui Lischi fu anche presidente, proprio per rendere omaggio ad un uomo di grande cultura che ha contribuito a dare un forte impulso per ampliare i confini intellettuali del mondo accademico pisano e di tutta la città.
“Luciano Lischi - ha dichiarato durante la cerimonia il vicesindaco Raffaella Bonsangue - mise a disposizione il suo talento, la sua professionalità, il suo amore per la cultura e per il mare a tutta la città, e non solo. Il portolano navigare lungo costa, frutto del connubio e dell’amicizia con Mauro Mancini, della loro comune passione per il mare, ha reso possibile per molti viverlo così come lo amava Luciano Lischi che, socio del Club Gorgona, aveva narrato, da fotografo subacqueo, le meraviglie del mare anche sotto la sua superficie. Un uomo grande, riservato che ha onorato le tradizioni culturali e marinare della nostra città, risultandone uno dei più amati interpreti dalla comunità cittadina