Picchi: «la chiusura degli esercizi di vicinato è un atto contro i piccoli imprenditori»

Politica
PISA e Provincia
Venerdì, 19 Aprile 2019

La chiusura dei negozi di vicinato scatena il dibattito politico, Olivia Picchi denuncia le incongruenze della mozione leghista

La mozione che prevede la chiusura degli esercizi di vicinato non è solo un atto discriminatorio, è un atto contro i piccoli imprenditori. L’assessore venga in commissione

La mozione della Lega che vorrebbe imporre la chiusura dei negozi di vicinato che non vendono prodotti tipici locali, indigna l’opposizione. Scrive Olivia Picchi, consigliera comunale del Partito Democratico e vicepresidente della commissione cultura: «Occorre leggere con attenzione la mozione approvata dalla maggioranza sulla chiusura delle attività di vicinato alle ore 21. L'intenzione della Lega era quella di chiudere i Minimarket, lo testimonia il fatto che la mozione nella sua prima stesura riportava questo».

«Inutile sottolineare, prosegue Picchi, il pregiudizio verso un'attività che in realtà offre la possibilità ai cittadini di usufruire di un servizio anche in orario notturno, e che tutto questo con la malamovida c'entra poco o nulla. Il punto è che la mozione è stata cambiata e al di là delle intenzioni l'italiano ha un peso specifico soprattutto negli atti pubblici. Nel dispositivo si legge: "impegna il Sindaco e la Giunta a mettere in campo tutte le azioni necessarie per attuare una limitazione delle aperture serali delle attività e inquadrare le 21.00 come orario di chiusura degli esercizi di vicinato del settore alimentare o misto, delle attività di produzione e vendita artigianali di prodotti di alimentari non tipici del nostro territorio pronti per il consumo immediato e di erogazione di alimenti e bevande e di effettuare controlli ciclici. Si invita l'amministrazione comunale a redigere apposito regolamento nel quale sono presenti i presupposti indicati"».

«Io per prima, prosegue Picchi, appena depositata la mozione, un mese fa su facebook ho denunciato l'assurdità della definizione di prodotto tipico. Ma scherzi e battute a parte questa mozione significa alcune cose precise: in primis se vai al cinema ed esci alle 22.00 la piadineria sarà chiusa, Edo sushi lo stesso per fare alcuni esempi. In una città che vuol fare del turismo la sua forza mi domando come la restrizione dell'offerta enogastronomica si coniughi con tutto questo.  Altra domanda a cui non si trova risposta è come possa riguardare al malamovida il limitare la scelta su cosa mangiare a noi semplici cittadini pisani; in secondo luogo se sei un imprenditore pisano e vendi prodotti pugliesi o sardi devi chiudere alle 21.00, se invece sei un cittadino pisano e vendi la "torta co' bischeri" puoi stare aperto tutta la notte. Ecco allora che la discriminazione non è solo verso quelle attività che si presume essere gestite da stranieri ma lo è prima di tutti verso la categoria "imprenditori"; infine i negozi di vicinato sono attività di piccole e medie dimensioni, se hai un supermercato o ne apri uno in centro puoi stare aperto e vendere cosa vuoi».

«Tutto quello che poi a voce è stato discusso in Consiglio Comunale, prosegue la consigliera Dem, nulla ha a che fare con quello che questa mozione stabilisce, non si parla di alcolici in maniera precisa, non si parla di affrontare i nodi della malamovida, si parla di far chiudere le piccole attività, che caratterizzano il nostro tessuto imprenditoriale e che caratterizzano la nostra città, offrendo prodotti e servizi di qualità. Ho chiesto, come vicepresidente di commissione, che l'assessore venga a confrontarsi in quella sede. Non è accettabile che la propaganda e la pressapochezza sia pagata dai nostri cittadini: esercenti e fruitori, conclude Picchi.

redazione.cascinanotizie