Picchi (PD): «la decisione di UniPi sul Toscana Pride fa male e ferisce»
Olivia Picchi (PD) critica la decisione di Unipi e ricorda come in Europa le posizioni siano ben diverse, anche in paesi con tradizioni di destra
Come era facilmente prevedibile non mancano le reazioni politiche alla decisione dell'Università di Pisa di negare il patrocinio al Toscana Pride del 6 luglio prossimo (leggi qui).
È Olivia Picchi, consigliera comunale del Partito Democratico e vicepresidente della Commissione Cultura a criticare la decisione dell'ateneo pisano. «sono stata a Vienna in questi giorni, afferma Olivia Picchi. In una nazione non proprio a trazione di una politica di sinistra il Pride è celebrato e condiviso da tutti, Stato e cittadini, come momento di adesione e rilancio della discussione sui diritti civili. Le vetrine dei negozi erano tutte a tema, gli edifici statali propagandavano gli eventi della settimana del Pride, cartelli ovunque, nella metro, sui tram che sfreccaivano in città con due bandierine rainbow alla testa della cabina di guida, persino i semafori pedonali erano stati modificati per l'occasione, con l'immagine di due donne o due uomini per il verde e per il rosso. Andando in giro per l'Europa ti rendi troppo spesso conto di quanto l'Italia sia fuori dai processi culturali del resto del mondo e che fortunatamente, almeno negli altri Paesi europei, i diritti non sono una questione politica di destra o di sinistra sono diritti e basta».
«Per questo fa male la decisione di Università di Pisa, attacca Picchi. La mancata adesione al Pride da chi rappresenta la cultura nella nostra città è il segno di quanto ancora c'è da fare per definirci un Paese moderno e civile. Sono sconvolgenti le motivazioni: si sceglie di non aderire " in considerazione che si tratterebbe di un atto politico eccessivamente rischioso sia nei confronti dell’esterno, sia rispetto alla coesione della comunità accademica stessa." E' una motivazione grave, che piega la cultura agli interessi di parte e alla politica intesa nel senso peggiore del termine. Mi domando se queste scelte non siano causa della perdita di terreno dell'Unipi nel panorama italiano e, da un punto di vista meramente economico e di sviluppo, come possa un'Università con tali posizioni essere attrattiva rispetto alle altre Università Italiane e soprattutto rispetto a quelle europee».
«In un momento storico come questo non è sufficiente dirsi da soli "che l'Università fa già politiche di accoglienze e di lotta alle diversità" occorre prendere parte e schierarsi, prosegue la consigliera del PD, perchè è da quelle bandierine sui tram che si contribuisce a creare una "coscienza pubblica". Per questo ringrazio la Scuola Normale Superiore per la sua adesione, che non fa altro che confermare l'eccellenza di una scuola nota in tutto il mondo.
Intanto, mentre il sapere della nostra città sceglie di girarsi dall'altra parte, ad oggi circa 50 tra bar ristoranti ed esercenti della nostra città hanno stipulato una convenzione con il Toscana Pride per fornire servizi a prezzi scontati durante i giorni dell'evento che si svolgerà a Pisa il 6 luglio. Troppo spesso, conclude Olivia Picchi, il mondo va avanti alla politica (anche a quella Universitaria) e questo ne è un altro esempio.