Pisa-Bari, la società nerazzurra preannuncia il reclamo

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PISA e Provincia
Martedì, 25 Aprile 2023

Il Pisa ha tempo 72 ore (fino a mercoledì) per presentare la documentazione a sostegno delle sue tesi, la partità finirà sub judice

Di fronte ad un mastodontico e gravissimo errore come quello perpetrato dal signor Andrea Colombo di Como al minuto 86’ di Pisa-Bari, la società nerazzurra ha deciso che non si può sottacere ed ha preannunciato ricorso per errore tecnico.

L’ACCADUTO È il momento che decide Pisa-Bari fino all’86’ ferma sull’1-1 nonostante il Pisa giochi in inferiorità numerica dal 12’. Il Bari manovra il pallone quasi al limite dell’area nerazzurra, un passaggio in orizzontale dei pugliesi si trasforma in una perfetta verticalizzazione grazie al tocco del signor Colombo, che dopo aver diretto la gara a senso unico, si trova completamente fuori posizione ed incarna perfettamente il ruolo dell’attaccante aggiunto del Bari. Grazie alla deviazione dell’arbitro la palla finisce in area a Morachioli il cui tiro tocca prima la gamba poi il braccio di Caracciolo. L’arbitro è li a pochi passi e fa ampi cenni di proseguire il gioco. Mazzoleni al Var invece non è d’accordo ed invita il tremebondo Colombo al monitor. Un’occhiata fugace, pochi secondi ed il rigore scandalo è servito. Dal dischetto poi Antenucci batte Nicolas e regala i tre punti provento del furto al Bari.
IL RICORSO In considerazione della norma del regolamento “Arbitro escluso dal gioco” che recita come segue: “Se il pallone tocca l'Arbitro (o un altro Ufficiale di Gara) e si verificano uno di questi casi:  La palla entra in porta; oppure: modifica il possesso da parte delle squadre; oppure causa l’inizio di una promettente fase di attacco.  il gioco verrà fermato e si riprenderà con una rimessa da parte dell’Arbitro. - In tutti i casi il gioco riprende nel punto in cui l’arbitro ha toccato la palla, secondo quanto stabilito dalla regola 8”, il Pisa ha preannunciato l’intenzione di presentare ricorso per errore tecnico del direttore di gara. In fatti la norma è chiara e non può essere soggetta ad interpretazione visto che la conseguenza del tocco dell’arbitro è un calcio di rigore che rappresenta la più limpida delle “promettenti azioni di attacco” citate dalla norma sopra riportata. La società nerazzurra adesso ha tempo fino alle mezzanotte di mercoledì 26 aprile per presentare le prove a carico per chiedere la ripetizione della gara.

LE SPERANZE Diciamocelo francamente: la possibilità che il ricorso del Pisa possa essere accolto è molto molto bassa, non perché il club nerazzurro non abbia ragione, anzi, il caso è lampante, come la pochezza e l’insipienza del signor Colombo di Como. C’è un però, l’esito del ricorso è legato al fatto che il direttore di gara, in sede di audizione, ammetta candidamente l’errore, ovvero si presenti di fronte al giudice e dica: “si è vero, ho toccato il pallone e dovevo fermare il gioco”. Fatto questo lo stesso giudice dovrà valutare il fatto come determinante per l’esito della gara e questo è quanto meno scontato. Quindi l’esito del ricorso dipende tutto dall’ammissione di responsabilità dell’arbitro che, vista la scarsissima personalità dimostrata, certamente non ammetterà mai la sua colpa. Allora perché fare ricorso? Si tratta di una perdita di tempo? No, assolutamente. La società fa bene a difendere i propri interessi percorrendo tutte le strade possibili per avere giustizia, inoltre un ricorso di questo tipo, evento assai raro nel calcio professionistico, serve eccome a tenere alta l’attenzione sui torti arbitrali subiti dal club nerazzurro, ma soprattutto ad accendere i riflettori sulla regolarità del campionato fortemente minata da “sviste” arbitrali sempre a favore dei soliti noti.

Con la presentazione del ricorso automaticamente la partita finisce Sub Judice, e quindi non sarà omologata. sarà il giudice sportivo a decidere quando discutere il reclamo del Pisa, generalmente viene discusso entro sette giorni.

Fermo immagine tratto da Sky Sport

massimo.corsini