Pisa, convegno sulla salute di genere
Si svolgerà mercoledì 25 ottobre “La salute di genere: prevenzione e stili di vita” (Officine Garibaldi, ore 17.00) convegno sul tema della medicina di genere, organizzato dal Comune di Pisa
Il programma prevede i saluti di Gabriella Porcaro, assessore alle pari opportunità del Comune di Pisa, Silvia Briani, direttore generale AOUP, e Maria Letizia Casani, direttore generale AUSL Toscana Nord Ovest. A seguire gli interventi di Manuela Roncella, direttrice del Centro clinico senologico dell'AOUP, sul tema “Prevenzione di genere: come, quando e perché”, Mojgan Azadegan, responsabile del Centro di coordinamento regionale medicina di genere, sul tema “La salute di genere e stili di vita”, di Maria Teresa Caputo, responsabile del Percorso Donna-Cuore dell'AOUP, su “Malattia Cardiovascolare e universo femminile: un’opportunità di prevenzione in ottica di genere”, di Edna Ghobert, presidente dell’associazione senologica internazionale di Pisa, su “Le donne per le donne”.
«Con questa giornata intendiamo portare all’attenzione dei cittadini il tema della medicina di genere, un tema di grande rilevanza non solo in campo sanitario ma anche e soprattutto in quello della vita sociale delle donne - spiega l’assessore Gabriella Porcaro -. Medici esperti come la professoressa Roncella, la dottoressa Azadeganla, la dottoressa Caputo e altre figure professionali interverranno per fare il punto in merito alle possibili differenze di genere principalmente con riferimento alle malattie oncologiche e cardiologiche. Durante l’incontro si parlerà di come la medicina di genere, definita dall’OMS quella scienza che studia l'influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socioeconomiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona, debba essere un caposaldo per costruire un sistema in grado di dare risposte più adeguate e personalizzate ai bisogni della popolazione».
«La medicina, fin dalle sue origini – continua l’assessore - ha avuto sempre un’impostazione androcentrica prendendo in considerazione la salute femminile per i soli aspetti legati alla riproduzione. Nel tempo, una enorme quantità di dati epidemiologici, clinici e sperimentali ha indicato come esistano differenze rilevanti nell’insorgenza, nella progressione e nelle manifestazioni cliniche delle malattie, nella risposta e negli eventi avversi nonché negli stili di vita, nella prevenzione. Anche l’accesso all’assistenza presenta rilevanti diseguaglianze legate al genere. La malattia non è unisex, uomini e donne reagiscono in maniera diversa ai sintomi delle malattie e al loro decorso, ma anche alle cure, ai farmaci e alle terapie. Se vogliamo vivere in salute e garantire benessere sociale non dobbiamo sottovalutare queste specificità. Prendiamo ad esempio le malattie cardiovascolari, le cui cure vengono testate su cavie maschili, con il risultato che spesso le donne sono vittime di errori diagnostici e terapie meno efficaci. La letteratura scientifica evidenzia che il numero di donne colpite dalle malattie è maggiore rispetto ai maschi. In particolare, è stato evidenziato come le donne, non solo per le più elevate aspettative di vita, presentino un rischio quasi doppio di ammalarsi rispetto all’uomo. Tra le possibili cause vi sono la situazione ormonale e genetica abbinate a fattori ambientali, tra i quali il livello di scolarità e il tipo di attività lavorativa, e alla “riserva cognitiva”. Le donne consumano più farmaci e sono più soggette a reazioni avverse, e sono ‘svantaggiate’ socialmente rispetto agli uomini (violenze fisiche e psicologiche, maggiore disoccupazione, difficoltà economiche). Per tutti questi motivi è necessario parlare di tale tema poiché solo la consapevolezza delle differenze di genere può aiutare a combattere la discriminazione che si manifesta nella salute e nelle relazioni sociali poiché spesso le donne anche per motivi di salute incontrano barriere nel mondo del lavoro, nell’accesso alle cure e a tutte le altre possibili forme di sostegno che la nostra società prevede. Sono convinta che si debba fare opera di sensibilizzazione perché la parità di genere equivale a produrre ricchezza e sviluppo, ma anche per la necessità di fare una volta per tutte un salto culturale su questa tematica. Promuovere la consapevolezza della medicina di genere può contribuire alla formazione di una società più inclusiva e rispettosa delle diversità di genere nonché alla promozione politica della salute e del benessere di tutti».
Il convegno è organizzato in collaborazione con l’AUSL Toscana Nord Ovest, l’AOUP di Pisa, il TSM, Europa Donna, il Centro di coordinamento regionale per la salute e la medicina di genere. Al termine è previsto un aperitivo rosa.