"Pisa crocevia del trasporto delle armi da guerra"
Chiesta maggiore trasparenza ed informazione. Diritti in comune: "Che Camp Darby chiuda e l’area su cui sorge sia da subito riconvertita ad usi civili"
Ha scritto Diritti in Comune (una città in comune - rifondazione comunista)
Questa comunicazione fa seguito a quella analoga del primo ottobre, sulla quale il nostro gruppo consiliare aveva chiesto chiarimenti in Consiglio comunale, con il Sindaco Conti che non ha risposto usando come scudo e in modo pretestuoso un articolo del codice penale. Il messaggio è stato chiaro: ogni richiesta di trasparenza, alla base di ogni processo democratico, deve essere scoraggiata e punita. Ad oggi però non è stato prodotto nessun documento che giustifichi la segretezza, anzi dagli atti pubblici a cui hanno accesso tutti i consiglieri comunali appare evidente che non c’è nessun livello di riservatezza.
Riteniamo che bloccare questa enorme macchina di morte sia un dovere e non possiamo che fare appello ai lavoratori, ai sindacati, ai singoli cittadini e cittadine, come hanno fatto a Pisa i lavoratori e le lavoratrici dell’aeroporto o a Genova i portuali, a disobbedire a questa imposizione del silenzio con l'obiettivo di bloccare, o almeno provare a rallentare, questi trasporti che stanno trasformando sempre più strade, ferrovia, porti ed aeroporti in strade di guerra, oltretutto esponendo a un potenziale pericolo la cittadinanza, lasciata volutamente ignara del fatto che la propria città è crocevia del trasporto di armi.
Il potenziamento della base americana con il progetto Tombolo Dock avallato dal Governo Gentiloni, e il progetto della nuova base militare all’ex-Cisam nel cuore del Parco di San Rossore e a Pontedera, approvato dal Governo, dalla Regione Toscana , dal Comune di Pisa e dall’Ente Parco, in un territorio già ultramilitarizzato, ha come solo obiettivo quello di movimentare armi e uomini più velocemente, rendendo le operazioni militari più rapide ed efficaci.
Occorre arrestare a questa macchina bellica sempre più forte diventando sabbia negli suoi ingranaggi. Per questo siamo contrari alla realizzazione della base nel Parco, a Pontedera e in qualsiasi altro luogo, perché occorre demilitarizzare ogni territorio e al contempo chiedere che tutte le risorse per queste infrastrutture militari siano invece utilizzare per la scuola, l’università, la sanità, il lavoro, la casa.
L’aumento delle movimentazioni di questi mesi conferma il ruolo strategico che il territorio toscano ha come base di lancio per la guerra che gli USA portano avanti nel mondo, ad ultimo in Ucraina e a Gaza, il genocidio del popolo palestinese da parte del Governo Israeliano, fino alla invasione del Libano degli ultimi giorni.
Camp Darby è, infatti, uno dei cinque siti che l’Esercito Usa ha nel mondo per lo «stoccaggio preposizionato» di armamenti, contenente milioni di missili e proiettili, migliaia di carri armati e veicoli corazzati. Da qui tali armamenti vengono inviati alle forze Usa in Europa, Medioriente e Africa, con grandi navi da guerra e aerei cargo.
Tutti i governi nazionali e locali di centrodestra e centrosinistra in questi decenni hanno garantito tutti i progetti di rafforzamento della base americana schierandosi, di fatto, in prima fila accanto agli Usa nello scacchiere delle guerre internazionali e contro qualsiasi dettato costituzionale
Ribadiamo che tutto questo avviene fuori da ogni controllo e nella totale inconsapevolezza della cittadinanza, come confermato anche da questa nostra ulteriore denuncia, che segue le altre che abbiamo portato avanti rispetto a casi come quello del Canale dei Navicelli e dell’aeroporto civile. Ed è ancora più grave che il Sindaco Conti abbia ripetuto di non essere a conoscenza di tutte queste motivazioni, mentre non solo ne era perfettamente informato, ma assolutamente compiacente, così come ha fatto per il progetto della base.
Ancora una volta siamo contrari a vedere il nostro territorio sfruttato come base logistica per la guerra globale, e rifiutiamo che le nostre infrastrutture logistiche civili siano messe a disposizione a piacimento dell’esercito americano e dei suoi interessi e obiettivi specifici.
Non saremo complici della morte e della distruzione che questi mezzi militari portano nel mondo, e proveremo a bloccare questi mezzi, con il nostro lavoro nelle istituzioni, ma anche nelle piazze, con i nostri corpi.
A fronte di questi scenari per noi c’è una unica soluzione: che Camp Darby chiuda e l’area su cui sorge sia da subito riconvertita ad usi civili.