Pisa e i rapporti con aziende israeliane
E' quanto chiede, ancora una volta, Diritti in Comune a Farmacie Comunali SpA e ad Acque SpA su eventuali relazioni con Mekorot l'azienda di stato israeliana che gestisce l'acqua anche nei territori occupati
Rapporti tra Comune di Pisa e aziende israeliane: continua la nostra indagine su Farmacie Spa ed Acque. Si al boicottaggio
Ormai i messaggi disperati e le quotidiane, drammatiche notizie da Gaza ci sommergono e ci chiedono di agire con tutti i mezzi possibili per fermare il genocidio che Israele sta compiendo nei confronti del popolo palestinese.
Non vi sono più dubbi sul fatto che il genocidio sostiene ed è sostenuto da tutto un sistema economico e finanziario che ha tra i suoi principali finanziatori lo Stato di Israele ma che ha radici e legami in tutto il mondo, soprattutto in Occidente, come messo nero su bianco nel report "From economy of occupation to economy of genocide" di Francesca Albanese, relatrice speciale ONU che anche oggi denuncia l'utilizzo della fame come strumento di genocidio da parte di Israele.
Di fronte alla consapevolezza di dover agire su chi investe e guadagna nell'economia di genocidio, e di fronte all'inazione, alla complicità e alle bugie del governo italiano (oggi il Manifesto rivela che il governo ha scritto alle aziende produttrici di armi per informarle che "lo Stato maggiore della Difesa terrà un incontro con rappresentanti militari israeliani, al termine del quale è prevista anche la discussione di un piano di cooperazione bilaterale "), è nostro minimo dovere indagare a fondo tutti i legami che il Comune di Pisa ha con aziende israeliane o che sostengono il genocidio e l'apartheid.
Questa settimana, nella Seconda Commissione di Controllo e Garanzia dedicata al bilancio di Farmacie Comunali Pisa S.p.A. (partecipata del Comune), abbiamo chiesto all'Amministratore Unico di Farmacie, dott. Porcaro D'Ambrosio, quali sono state le intese di carattere commerciale che Farmacie ha avuto con aziende israeliane nel 2024 e che peso abbiano in termini finanziari. L'Amministratore ci ha risposto che i rapporti di Farmacie con aziende israeliane sono sia diretti che indiretti (tramite i grossisti), sia per farmaci "di marca", sia per farmaci generici. Ci ha anche spiegato che la finanza israeliana spesso ha legami difficilmente tracciabili con la produzione di medicinali, a causa dell'estrema finanziarizzazione dell'industria farmaceutica. Si è reso disponibile ad essere audito in una commissione ad hoc per darci le informazioni specifiche sui singoli accordi: abbiamo quindi provveduto a richiedere immediatamente di calendarizzare tale argomento.
Avendo poi avuto risposta negativa riguardo a eventuali accordi tra le altre dirette partecipate del Comune e aziende israeliane, abbiamo anche depositato un'interrogazione per capire se ci sono relazioni tra Acque S.p.A. (e Acque2o S.p.A.) con Mekorot, l'azienda di Stato israeliana che gestisce il sistema di approvvigionamento idrico di Israele e dei Territori Occupati, e che sta implementando una vera e propria apartheid dell'acqua nei confronti della popolazione palestinese, costretta a rifornirsi da Mekorot la quale, mentre si appropria delle risorse idriche palestinesi per rifornire il territorio israeliano e le colonie illegali, e la loro agricoltura intensiva, applica prezzi notevolmente maggiorati al popolo palestinese, che sta morendo di fame e sete.
Il boicottaggio, soprattutto se applicato ai legami economici, è necessario e funziona: lo dimostra la storia del Sudafrica ma non solo. Soprattutto, ce lo chiede la comunità palestinese, attraverso il movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni). Per questo riteniamo ipocrite e prive di fondamento le affermazioni del presidente della Comunità Ebraica uscite sulla stampa in questi giorni, dove si dice che il boicottaggio danneggia anche chi protesta contro il governo israeliano, essendo una misura ideologica e non a favore della pace. Non stiamo parlando di uno stato in guerra contro un altro: stiamo parlando delle politiche coloniali, razziste e genocidiarie di Israele nei confronti del popolo palestinese, che sta soccombendo stritolato tra la fame e le bombe.
Ogni azione possibile per fermare Israele dev'essere messa in campo subito. Per questo sosteniamo i movimenti dal basso che stanno facendo pressione per interrompere i legami con Israele, dall'Università ai supermercati, e che stanno ottenendo importanti risultati. Così come l'azione coraggiosa della Gaza Freedom Flotilla, che vuole portare aiuti umanitari, medicine e cibo al popolo palestinese, per la quale chiediamo si attivi una protezione a livello internazionale affinché possa superare il blocco navale imposto da Israele.
Diritti in comune: Una città in comune - Rifondazione Comunista