Pisa, foto con la felpa della XMas: "Filippo Bedini deve dimettersi"

Politica
PISA e Provincia
Venerdì, 18 Novembre 2022

Lo chiede il gruppo consiliare di una Una città in comune

Riporta il comunicato di Una città in comune.

La notizia apparsa sulla stampa di una foto di Filippo Bedini (assessore pisano all'ambiente e alle tradizioni storiche) che indossa una felpa della X MAS dovrebbe sollevare qualche preoccupazione in tutta la città. Non è il primo, all'interno del consiglio comunale di Pisa, che esplicita un sentimento nostalgico nei confronti del ventennio mussoliniano e del fascismo della Repubblica di Salò. Appare ogni giorno sempre più evidente come dietro le “svolte” dei partiti postfascisti, esista e sia radicato un legame con persone, simboli, miti direttamente legati al fascismo.

Un po' di storia. La X Flottiglia Mas è stato un reparto militare della RSI, creatosi alla notizia dell'armistizio l'8 settembre 1943 per continuare la guerra al fianco dei nazisti. Autonoma rispetto alla Gnr e alla struttura dell'esercito fascista, riconosceva esclusivamente l'autorità di Mussolini, e come altre bande irregolari, a tutti gli effetti gruppi di estremisti fanatici tra cui menzioniamo le tristemente note bande Carità e Koch di Firenze e Roma, ebbe come principale obiettivo quello di dedicarsi alla repressione antipartigiana attraverso pratiche brutali e violenze efferate, come torture, fucilazioni sommarie, rappresaglie, rastrellamenti e crimini di guerra. Vogliamo ricordare tra le varie azioni criminali della X Mas la strage di Forno nella vicina provincia di Massa, dove, insieme a reparti tedeschi, attuò un'azione di rappresaglia nei confronti del paese occupato dai partigiani nel giugno 1944. Oltre ai partigiani morti in combattimento, i nazisti e fascisti rastrellarono tutto il paese ritenendo gli abitanti responsabili e solidali con i resistenti, fucilando 60 uomini e deportandone altrettanti 50. È doveroso inoltre non dimenticare che a capo della X Mas vi era l'ufficiale di marina Junio Valerio Borghese, impunito nel dopoguerra e protagonista anche nell'Italia repubblicana per il tentativo di colpo di Stato (il “golpe Borghese”) e altri episodi interni a quella che è stata definita dagli storici Strategia della tensione.

Il tentativo di normalizzazione e pacificazione col fascismo e col postfascismo ha molte facce che ci devono porre in allerta: dalla vergognosa equiparazione fra partigiani e fascisti in una contrapposizione che non può essere paritaria, alle narrazioni distorte della resistenza italiana o alle rimozioni e negazioni della storia, dalla mitizzazione del fascismo allo sdoganamento dell'uso di frasi, simboli e gesti.

Non possiamo permetterci di sottovalutare episodi che a prima vista possono sembrare minori, come per l'appunto una foto personale sui social, a maggior ragione quando ad essere protagonisti sono i rappresentanti diretti del governo della città. Esibire, in qualunque contesto, simboli che richiamano al fascismo, non è giustificabile su nessun piano. Non accetteremo giustificazioni su questo episodio perché non crediamo al fatto che possa essere valutato come una leggerezza o una goliardata: chi indossa simboli fascisti non può non esserne cosciente.

Perciò chiediamo le dimissioni immediate di Bedini perché è inammissibile un tale comportamento passato o presente che sia, e invitiamo l'assessore, che peraltro insegna storia e si ritiene un appassionato della disciplina, a fare un ripasso di ciò che avvenne nel nostro paese tra il 1919 e il 1945.

Da parte nostra sappiamo che l'antifascismo è un lavoro culturale e militante quotidiano, che va praticato in ogni contesto, politico e civile. Lo dobbiamo ad antifascisti/e e partigiani/e che ci hanno consegnato la repubblica e che non possono essere vilipesi con nessuna rievocazione, in nessuna forma, di un passato nefasto. Chiediamo alle associazioni antifasciste della città di contribuire nella denuncia di questo episodio e di pretendere unanimemente e con forza le dimissioni di Bedini.

redazione.cascinanotizie