Pisa - Giana Erminio, il borsino
Da Dottor Jekyll a Mister Hyde, il Pisa cambia volto nel volgere di 72 ore e perde l’occasione di accorciare le distanze sulle prime due della classifica in una giornata contraddistinta da tanti pareggi.
Il Pisa visto nel finale della sfida contro la Carrarese e capace di ribaltare il risultato allo stadio dei marmi è andato in scena per poco più di 20 minuti, poi si è spenta la luce ed anche con gli avversari in 10 uomini non è riuscito a costruire gioco e di conseguenza a creare occasioni da goal.
COSA FUNZIONA L’impatto con la partita è stato di ottimo livello. Pronti via, il Pisa ha fatto gioco, creato un paio di occasioni e costretto costantemente gli avversari sulla difensiva, segno che la squadra con la testa sapeva molto bene ciò che voleva. Maltese a centrocampo al posto di Gucher, per la prima volta escluso dall’undici iniziale, ha dato ordine e concretezza al centrocampo, davanti si è avuta la conferma di un Masucci che se impiegato come seconda punta può dare sempre un contributo importante.
COSA NON FUNZIONA Intorno al 30’, quando sembrava che il Pisa potesse passare in vantaggio da un momento all’altro, la luce si è spenta. Preoccupa il calo fisico della squadra che non regge le tre partite in otto giorni e preoccupa ancora di più quello che mister Pazienza ha detto alla fine della partita. A precisa domanda su come egli avesse trovato la forma fisica della squadra una volta subentrato a Gautieri, la risposta dell’allenatore è stata: “a questa domanda rispondo la prossima settimana, non ora perché le mie parole potrebbero sembrare una scusa per la mancata vittoria di oggi”. L’interpretazione, non crediamo troppo ardita, delle parole di Pazienza suona più o meno così: non rispondo perché dovrei dire che la situazione dal punto di vista fisico è critica e dicendolo potrebbe sembrare una giustificazione per il risultato di oggi. Un problema non di poco conto, perché risolvibile solo con il tempo, e di tempo ce ne sarà solo a gennaio in occasione della sosta.
DA RIVEDERE Filippini su tutti. Il buon giocatore che abbiamo ammirato nella prime giornate di campionato sembra essersi smarrito, prima dovendosi adattare ad un ruolo non suo, poi vittima di una condizione fisica evidentemente precaria. Non è possibile fare tanti errori tutti insieme come quelli visti con la Giana Erminio se non riconducendoli a stanchezza e ad una condizione da ritrovare auguriamoci al più presto. Da rivedere anche l’Arena Garibaldi in versione dodicesimo uomo. Se si esclude il cuore del tifo nerazzurro, il resto dello stadio troppo presto si rassegna facendo mancare il proprio sostegno. I “mugugni” che hanno accompagnato l’ingresso in campo di Peralta ne sono la dimostrazione. Un giocatore che torna in campo dopo diverso tempo, fra le mura amiche avrebbe bisogno di sentire calore e fiducia intorno a se. Alla fine poi si fanno i conti e se la prova è stata deludente è giusto sottolinearlo. Le partite si possono vincere anche giocando male e anche allo scadere. La squadra con il gioco dovrebbe trascinare il pubblico, ma anche il pubblico, se la squadra è in difficoltà, dovrebbe provare prenderla per mano. I campionati si vincono tutti insieme.