A Pisa il Teatro Rossi resterà chiuso, una fine non inaspettata
Ciccio Auletta fa sapere che dopo lo sgombero e la chiusura dell'esperienza del Teatro Rossi Aperto, l'Agenzia del Demanio ha escluso gli unici due candidati che si erano presentati per la ristrutturazione e gestione dello spazio culturale pisano
Una brutta storia non a lieto fine, entrambe le Compagnie che avevano partecipato al bando dell'Agenzia non avevano i requisiti necessari per l'aggiudicazione, adesso il Teatro Rossi per quanto tempo ancora dovrà restare chiuso?
Questo il comunicato integrale
Teatro Rossi: tutto da rifare.
Il Teatro Rossi resta chiuso e viene nuovamente abbandonato, dopo lo sgombero da parte delle forze dell’ordine di chi lo aveva, per anni, restituito alla città. È infatti questo l’esito finale della gara fatta dall’Agenzia del Demanio per la concessione di questo preziosissimo bene culturale di Pisa. È ancora una volta solo grazie ad un nostro accesso agli atti che apprendiamo che, dopo la revoca dell’affidamento alla GDS Arts Management lo scorso giugno, anche il secondo ed ultimo classificato, la Compagnia dei Cenci, non ha i requisiti necessari per gestire il Teatro Rossi (non avendo superato i controlli per quanto riguarda la verifica di regolarità contributiva). Con l’esclusione anche di questa compagnia, la gara si è dunque conclusa senza alcuna aggiudicazione.
Che cosa accadrà adesso?
Ricordiamo che il Teatro Rossi, dopo anni di abbandono, era stato restituito alla sua funzione sociale da cittadini e cittadine, artisti e artiste che lo avevano fatto egregiamente rivivere dal 27 settembre 2012 al 20 gennaio 2021, quando fu sgomberato dalla forza pubblica. Da allora il Teatro è chiuso e si è di fatto disperso quel patrimonio di attività che ha animato la vita culturale della città per quasi nove anni. L’operazione del Demanio, come da noi denunciato sin dall’inizio, è stata del tutto fallimentare e priva di qualsiasi collegamento con la città, visto anche il totale disinteresse del Comune, della Provincia e della Regione che non possono negare una propria responsabilità politica.
Nel settembre 2021 infatti, ovvero 4 mesi prima della decisione dell’Agenzia del Demanio di pubblicare il bando per la gestione del Teatro Rossi, il Demanio stesso si era rivolto alle istituzioni locali per sondarne disponibilità e interesse. Comune e Provincia avevano risposto entrambi la stessa cosa: non ci interessa. Centrodestra e centrosinistra, dal Comune alla Provincia fino alla Regione, chiusero le porte alle istanze che provenivano dalla città: garantire una gestione pubblica e aperta di questo spazio, individuando risorse necessarie e percorsi partecipati, a partire dalla valorizzazione di quello che durante più di 8 anni l’associazione Teatro Rossi Aperto aveva ideato e realizzato.
Oggi, dopo l’esito negativo di questa gara, è urgente e necessario riaprire una discussione pubblica sul futuro del Teatro Rossi e gli enti locali devono chiarire quale sia la loro posizione assumendo quel ruolo attivo che fino ad oggi, colpevolmente, non hanno in alcun modo svolto.
Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista