Pisa insicura. La prevenzione come soluzione alla violenza dilagante in strada
Dal Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica soluzioni a breve e medio termine: più uomini e maggiore attenzione alle situazioni di marginalità
Una delle soluzioni possibili per combattere la violenza per le strade di Pisa è la prevenzione.
Questo, in estrema sintesi, quanto evidenziato dall’ultimo Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica di martedì 10 gennaio, presieduto dalla prefetta Maria Luisa D’Alessandro.
Al centro dell’incontro, l’omicidio di Piazza Vittorio Emanuele a Pisa, con l’accoltellamento fatale di un 25enne da parte di 32enne georgiano. Evento delittuoso, ancora sotto stretta indagine dei Carabinieri di Pisa comandati dal colonnello Mauro Izzo.
Al momento del delitto, hanno precisato i Carabinieri poi intervenuti con altri uomini, in zona Stazione-Piazza Vittroio Emanuele, erano presenti pattuglie della Polizia di Stato, dell’Esercito (attraverso il presidio previsto per il contingente “Strade sicure”) e della Polizia municipale.
Un dato, che unito alle telecamere di videosorveglianza (che hanno ripreso per intero le fasi dell’omicidio), dovrebbe ben rappresentare l’impegno delle istituzioni per rendere il più sicuro possibile quella zona della città.
Insomma, in poche parole, le forze dell’ordine erano presenti in discreto numero. Ma allora, perché si è arrivati all’omicidio del 25enne, colpito a morte da diverse coltellate?
Per il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, la risposta sta anche nella marginalità dilagante e la mancata inclusione di alcune fette della popolazione pisana. Che esclusa dalla società, fragile, è spesso e più facilmente, implicata in “comportamenti illeciti, isolati e, molte volte, del tutto imprevedibili”.
Per questo motivo, oltre alla promessa di un più importante impegno di forze sul campo, il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, ha “concordato di dedicare massima attenzione alla prevenzione di questi eventi, lavorando, con tutte le Istituzioni competenti, sulla marginalità sociale e sull’inclusione, a partire dall’analisi delle situazioni di maggiore fragilità e al recupero delle stesse”.