Pisa, mercoledì 28 settembre corteo per l'aborto libero, sicuro e gratuito
Iniziativa di Non Una di Meno
Mercoledì 28 settembre Non Una di Meno scende in piazza a Pisa per un corteo a sostegno della Giornata internazionale per l'aborto libero, sicuro e gratuito.
Ritrovo in piazza Toniolo alle 17.30 e partenza della manifestazione - riporta una nota - "dall'edificio di quella piazza dove si trovava un consultorio familiare antiscelta (ora chiuso) con arrivo in Largo Ciro Menotti, passando dall'edificio "in Via Coccapani dove aveva sede un consultorio pubblico che é stato chiuso, come molti altri".
Percorso previsto:
Via San Martino - Piazza XX Settembre - Borgo Stretto - Via San Francesco - Via Coccapani - Largo Ciro Menotti.
Al termine del corteo piazza tematica in Largo Ciro Menotti,
Riporta il comunicato di Non Una di Meno Pisa
FURIOS3 – RISALE LA MAREA
Giornata internazionale per l’aborto libero, sicuro, gratuito.
Vogliamo molto più di 194!
Il 28 settembre Non una di Meno torna nelle piazze di tutta Italia per la giornata mondiale per l'aborto libero, sicuro e gratuito. In questo tempo di guerra, di crisi economica e di campagne elettorali, i nostri corpi continuano ad essere un campo di battaglia.
- Se ci tenessero veramente alla vita, vivremmo in uno stato di welfare e così non è.
- Se ci tenessero alla vita, avremmo un reddito di autodeterminazione e così non è.
- Se ci tenessero alla vita, si preoccuperebbero di fermare le guerre e così non è.
- Se si preoccupassero della decrescita demografica dovrebbero aprire i confini e così non è, perché quando parlano di natalità si riferiscono a persone bianche, europee, cristiane.
- Se ci tenessero alla vita, finanzierebbero i consultori pubblici laici e gratuiti, i centri antiviolenza, l'educazione sessuale nelle scuole e la contraccezione gratuita, e così non è.
- Se ci tenessero alla vita, l'aborto sarebbe libero sicuro e gratuito.
- Se ci tenessero alla vita, l'aborto sarebbe legale, perché aborto illegale significa rischiare di morire.
- Se ci tenessero alla vita, l'aborto non sarebbe uno strumento di controllo e potere sui corpi; sarebbe invece concepito come una possibilità di cura e tutela.
- Se ci tenessero alla vita, l'aborto sarebbe per tuttə, perchè un uomo, una persona intersex o non binaria assegnata F alla nascita non ne ha più diritto se ha modificato il suo stato anagrafico o comunque vive molti ostacoli nel percorso.
- Se ci tenessero alla vita, l'aborto sarebbe per tuttə perchè una persona razializzata e/o senza documenti ha difficoltà nell'accesso a questo diritto.
Scendiamo in piazza perché in tutto il mondo non è possibile abortire in sicurezza e ciò significa la morte per 50 mila persone all'anno (e 22 milioni di aborti non sicuri).
Scendiamo in piazza perché venti reazionari e fondamentalisti soffiano da Stati Uniti, Ungheria, Polonia, Malta, Iran. Nonostante oltre cento anni di campagne per l'aborto in paesi di tutto il mondo, l'attacco senza precedenti di questi mesi nega i nostri diritti conquistati, ci discrimina sulla base del sesso assegnato, ci toglie il diritto alla privacy e all'autonomia sul nostro corpo, viola la separazione tra Stato e Chiesa e distrugge lo stato di diritto. Soprattutto, permette agli Stati di costringerci a portare a termine gravidanze indesiderate, con onseguenze a vita per tutte le persone coinvolte. Criminalizza e stigmatizza la libera scelta di una donna su quattro a livello globale per essersi rifiutata di avere figli che non vuole.
Scendiamo in piazza perché in Italia la situazione non è migliore: la legge 194, che disciplina l'accesso all'aborto, permette l'obiezione di coscienza del personale medico, e nel nostro paese arriva quasi al 70%.
I consultori pubblici sono stati progressivamente ridotti, dagli anni 70 ad oggi: sono adesso circa 1800 quelli attivi sul territorio nazionale, di gran lunga meno di un consultorio ogni 20.000 abitanti, come disciplinerebbe la legge 405.
Non si investe sull'educazione sessuale, alle diversità e all'affettività, e sulla contraccezione gratuita. Anche quest'ultima dovrebbe essere prevista per legge, ma sono pochissime le regioni che la offrono, e spesso a un numero risibile di utenti. Per questo l'Italia si è posizionata al 26° posto in classifica nell'Atlante europeo della contraccezione stilato da Aidos nel 2020.
Questa campagna elettorale è stata all'insegna delle dichiarazioni dei peggiori catto-fascisti e i loro amici che minacciano “la piena applicazione della 194”, rinforzando i primi articoli della legge che permettono l'entrata delle associazioni anti-scelta cattoliche integraliste nei consultori. Non basta una donna candidata premier che porta avanti politiche fasciste e misogine a fermare la violenza, sappiamo che nessun governo sarà dalla nostra parte. Assistiamo a un rilancio della triade "Dio, patria e famiglia", declinato nelle forme più sessiste, razziste, omolesbobitransfobiche e abiliste, riproponendo l'imposizione di rigidi ruoli di genere che vedono le donne relegate ad un destino biologico per la riproduzione e la crescita della nazione bianca. La maternità non è vista come scelta, ma diventa un ricatto in cambio di accesso a un misero reddito, mentre le persone lgbtqia+ scompaiono dall'agenda politica.
Ecco perché il 28 settembre grideremo insieme: molto più di 194!
Vogliamo il diritto di decidere sul nostro corpo, vogliamo che l'attenzione alla vita sia attenzione all'autodeterminazione per tutte le persone. Abortire è un diritto umano inviolabile che tocca tutti gli aspetti dell'esistenza e che non può essere solo di chi ha un privilegio di classe, razza, salute e genere.
Sosteniamo quel personale medico e infermieristico che con tenacia cerca di arginare le difficoltà causate dall’elevato tasso di obiezione. Sosteniamo tutte le persone e le organizzazioni che forniscono informazioni, accesso alle pillole abortive e servizi di assistenza all'aborto, compreso il teleaborto, l'aborto autogestito e l'assistenza post-aborto. Sosteniamo e sviluppiamo applicazioni digitali per l’assistenza all’aborto, diffondiamo sui social media e con ogni mezzo le storie incarnate e rafforziamo i nostri legami con le reti di supporto: Obiezione Respinta, Women on Web, IVG ho abortito e sto benissimo.
Ci rafforziamo da ogni angolo del mondo per imparare, sostenerci a vicenda e lavorare insieme per rivendicare il diritto all'aborto sicuro, libero e gratuito.
Scendere in piazza il 28 settembre è un dovere di tuttə, e facciamo appello a tutte le forze nostre alleate. Perché l'attacco al diritto all'Interruzione Volontaria di Gravidanza è l'attacco a tutte le conquiste ottenute dalle lotte dei movimenti sociali.
Perchè l'attacco all'aborto è una dichiarazione di guerra al futuro, ai diritti e alla libertà di tuttə
NON UNA DI MENO PISA