Pisa, nuovo CdA, ma trattativa cessione in stallo

Sport
Sabato, 6 Agosto 2016

Trascorsa una settimana dalle dimissioni di Gennaro Gattuso e alla vigilia del debutto in Coppa Italia contro il Brescia la situazione in casa Pisa è sempre più lontana quanto meno dalla normalità.

Ieri è tornato a parlare Fabrizio Lucchesi. Lo ha fatto tramite l'emittente locale 50 Canale e le sue parole non possono certo essere interpretate come incoraggianti.

Lo scempio creato non mi meraviglia affatto, mio malgrado a Gallarate feci un passo indietro per non passare per quello che voleva rovinare tutto, ma mi hanno fregato”, ha detto Lucchesi durante l’intervista ed ha riassunto benissimo quanto accaduto e quanto tuttora accade a Pisa. Lo “scempio” è stato distruggere un progetto tecnico di grande qualità, che si basava sulla competenza e sull’appeal di Rino Gattuso, ormai tutt’uno con una piazza che non si rassegna, e forse non lo farà mai, a perdere il suo condottiero. Attualmente Lucchesi si trova a Roma dove ieri ha cercato, invano, di mettersi in contatto con la proprietà. Proprietà che in questo momento è l’unica cosa certa: il Pisa è al 100% di Britaly Post. Tutto il resto è volatile, come i tre Cda che si sono alternati da un mese e mezzo a questa parte. Dell’ultimo, annunciato ieri con un comunicato (qui) fanno parte il nuovo presidente Marco Calleri, il figlio di Petroni Lorenzo Giorgio e Giuseppe Tambone, oltre ad “uccel di bosco” Maurizio Mian, sparito dalle cronache dopo l’annuncio dell’investitura a presidente onorario: resta da valutare se l’ex presidente del Pisa avrà intenzione di continuare a ricoprire l’incarico o se lascerà il suo ruolo.

Da questo nuovo consiglio di amministrazione è sparita la figura dell’Avvocato Vincenzo Taverniti. Immaginiamo che quello che fino a ieri era ritenuto il braccio destro di Petroni da oggi non si occuperà più del Pisa. Viene quindi da chiedersi cos’ha portato a questo improvviso declassamento dell’avvocato Taverniti. La risposta potrebbe avere il nome di una società: Italpol.

Italpol è una azienda nata nel 1975 che si occupa di vigilanza privata. Ha superato i 100 milioni di euro di fatturato nel 2014 e vanta oltre 2500 dipendenti. Potrebbe essere questo il socio a cui pensa Britaly Post e questo spiega un Cda ristretto, pronto ad accogliere uno o due membri di Italpol a seconda della quota di Carrara Holding che verrà ceduta. Il presidente di Italpol è Giulio Gravina, che, immaginiamo “solo per pura coincidenza” è anche il fratello della prima moglie di Fabio Petroni.

Su un altro versante c’è il gruppo vicino a Gennaro Gattuso, un fondo d’investimento, che invece vorrebbe rilevare il 100% della società e liberarsi così di Britaly Post. Ovvio che senza il consenso a vedere di quest’ultima la trattativa non può neanche partire. Ed è come un “no grazie ci teniamo il Pisa” può essere interpretata la richiesta abnorme di 8 milioni di euro per rilevare l’intera società che appena un mese fa, lo ricordiamo, era stata valutata 5,5 milioni di euro. Adesso resta da capire cosa deciderà di fare il fondo d’investimento, dal quale ieri si è sfilato l’avvocato Minghetti. Saltata la possibilità di un contatto diretto con il club, anche per il cambio, improvviso, di Cda, due sono le opzioni: l’abbandono di qualsiasi interesse a comprare il Pisa, oppure la via istituzionale. Ieri il Sindaco Marco Filippeschi ha chiesto che tutte le intenzioni di acquisto vengano inviate anche all’amministrazione comunale (leggi qui). Nella giornata di oggi quindi potrebbe giungere sul tavolo del Sindaco l’offerta del fondo d’investimento e la trattiva potrebbe prendere una piega istituzionale che costringerebbe, quanto meno per rispetto delle massime cariche della città, Britaly Post a sedersi ad un tavolo e avviare una trattativa. C’è grande preoccupazione all’interno delle istituzioni, sia per l’ordine pubblico, ma anche per il nome della città che, ricordiamolo ancora una volta, è “città europea dello sport 2016”.

Intanto domani si gioca. Del debutto stagionale in una gara ufficiale interessa poco alla piazza che vorrebbe notizie rassicuranti sul futuro, ma che soprattutto, si è chiaramente espressa su ciò che non vorrebbe più: Britaly Post alla guida del Pisa. Intanto alla volta di Brescia non partiranno due pezzi da 90: Gennaro Scognamiglio e Alexander Merkel. In panchina ci sarà, in deroga, il tecnico della primavera Colonnello. Altri giocatori poi lasceranno Pisa, il direttore Lucchesi è stato chiaro in questo senso e, per chi ha ancora negl’occhi i playoff 2016 ed il ritiro di Storo, tutto questo “scempio”, per ritornare alla parola usata dal direttore stesso, non può essere accettato: chi dovrebbe decidere il futuro della società di questo dovrebbe tener conto.

massimo.corsini