Pisa - Piacenza, l'anteprima
Il Pisa non vince dal 18 febbraio, quando, con la vittoria esterna ad Olbia, piegò l’Arzachena. Per trovare invece, una vittoria casalinga bisogna arretrare fino al 4 febbraio quando i nerazzurri, non senza fatica, batterono di misura il Cuneo. Da allora due pareggi, Prato e Alessandria, e due sconfitte Lucchese e Gavorrano, risultati che inducono a pensare che la corsa verso la promozione diretta per i nerazzurri sia finita qui. Resta in piedi quella per la piazza d’onore ma certo serve un cambio di passo deciso, a cominciare dalla prossima partita, quella che vede il Pisa ospitare all’Arena Garibaldi il Piacenza, formazione dall’andamento discontinuo con una classifica che non rispecchia il valore di una squadra costruita in estate per conquistare i playoff in maniera agevole e che invece si ritrova oggi con un piede fuori dagli spareggi promozione e per questo verrà a Pisa con l’intenzione di portare a casa un risultato positivo.
Il Piacenza metterà in campo il peggior atteggiamento possibile dal punto di vista della squadra nerazzurra. Un atteggiamento fatto di attesa e ripartenza, con un centrocampo in grado di esprimere grande fisicità. Tutti ingredienti fino ad oggi indigesti al Pisa, almeno fintanto che li ha affrontati con due soli uomini in mezzo al campo. Vedremo se contro gli emiliani mister Pazienza, si disporrà di nuovo con i tre centrocampisti centrali come fatto contro l’Alessandria oppure se ritornerà al modulo a tre mezze punte con il quale ha giocato per quasi tutto il girone di ritorno, modulo, giova ricordarlo, sul quale il Pisa ha incentrato gran parte della propria campagna acquisti di gennaio.
La conferenza stampa prepartita scioglie i dubbi riguardo alla occupazione degli spazi: Pazienza si affiderà ancora al 433 così come fatto contro i piemontesi. perciò avremoPetkovic fra i pali, Birindelli e Filippini sulle corsie esterne e, stante ancora l’indisponibilità di Ingrosso e Carillo, Lisuzzo e Sabotic centrali. A centrocampo con Gucher opereranno De Vitis e uno fra Izzillo e Maltese, mentre i dubbi più grandi sono in avanti dove anche Lisi, autore di una buona prestazione sabato scorso, è in forte dubbio a causa di un infortunio. Al suo posto è pronto a ritrovare una maglia da titolare Sainz Maza. Al centro dell’attacco potrebbe tornare Negro, lasciato a riposo con l’Alessandria, per la terza maglia ballottaggio fra Di Quinzio e Masucci, che nel ruolo di esterno di attacco non è pienamente a suo agio.
La formazione Emiliana scenderà all’Arena Garibaldi in una veste ben diversa rispetto a quella vista nella partita di andata. Il mercato di gennaio è stato di quelli importanti, basta ricordare che sono arrivati in biancorosso giocatori di spessore come Taugourdeau, Corradi e Pesenti. Mister Franzini si affiderà al 433 che vede la presenza fra i pali di Fumagalli, sulla linea dei difensori si posizioneranno, da sinistra verso destra Castellana, Silva, Pergreffi e Masciangelo; il trio di centrocampo sarà composto da Taugourdeau in mezzo, e come braccetti Della Latta a sinistra e Segre a destra. In avanti si giocano una maglia Corazza e Pesenti come punta centrale, mentre Corradi sarà l’esterno sinistro e Di Molfetta quello destro. (Per le notizie più approfondite sul Piacenza clicca qui e leggi l’articolo di Gabriele Bianchi su “Il Pisa siamo noi”).
A dirigere la partita è stato chiamato Daniele Paterna, di Teramo. Ad assisterlo ci saranno Roberto Margheritino di Savona e Giulio Fantino di Savona. Nessun precedente con i nerazzurri, due invece i precedenti con gli emiliani e sempre contro l’Olbia, con i sardi vincitori in entrambe le occasioni.
Pisa e Piacenza iniziarono ad incrociare i loro destini calcistici nel campionato di I divisione del 1930/31 ed i nerazzurri, era l’undicesima giornata di ritorno la spuntarono per 4-1, in totale sono 12 le sfide disputate all’Arena con il Pisa che ha vinto 5 volte, 6 volte è uscito il segno X, ed una volta ha vinto il Piacenza, l’ultima giocata fra le due squadre nella disgraziata stagione 2008/2009.
A passare alla storia fu la sfida che si disputò nel 1933/34, quando le due squadre, ancora in terza serie, arrivarono a sfidarsi per la promozione in serie B. Oggi si chiamano playoff, al tempo erano i gironi finali. Oggi si dibatte e si discute sul fatto che 60 squadre in serie C sono troppe, oltre 80 anni fa le squadre partecipanti erano addirittura 123 suddivise in otto gironi. Ai gironi finali accedevano le prime 2 della classifica, per un totale di 16 squadre suddivise in quattro gironi con la prima che veniva promossa. Una formula non certo più complicata di quella partorita ai giorni nostri dalla Lega Pro.
Al campionato partecipavano anche alcune squadre “B” di club blasonati come la Juventus, il Milan, la Triestina ed il Casale, che al tempo era, una squadra importante tanto da aver vinto anche uno scudetto, queste squadre però non avevano accesso ai gironi finali perché non potevano essere promosse, insomma un po’ quello che alcune correnti di pensiero vorrebbero riproporre nella serie C di oggi.
Il Pisa aveva salutato il suo mago, il tecnico ungherese Ging, e per rimpiazzarlo aveva pescato ancora in terra magiara assumendo Gyorgy Orth. La squadra si era rinforzata molto, la politica dei giovani che non aveva pagato negli anni precedenti venne accantonata e in maglia nerazzurra erano arrivati fior di giocatori come Pardini dalla Lazio e D’Aquino, Pomponi e il bomber Volk dalla Roma. I nerazzurri vennero inseriti del girone F che chiudono al secondo posto staccati di sette punti dalla Lucchese, e a pari punti, ma con una miglior differenza reti, con il Livorno “B”. I nerazzurri vengono così ammessi al girone finale B, con Udinese, Parma e Piacenza che era terminato al quarto posto del proprio girone ma avendo trovato davanti a se due formazioni “B”, il Torino ed il Casale, si era qualificato per i gironi promozione.
Era l’ultima partita di andata, ma soprattutto era il 17 giugno, giorno di San Ranieri, il Pisa veniva da una vittoria e un pareggio, il Piacenza da una sconfitta ed una vittoria. All’Arena Garibaldi finì 0-0. Il ritorno a Piacenza invece, ultima giornata del girone 2-2, con il Pisa che con una doppietta di Volk recuperò il doppio svantaggio. Quel punto in terra Emiliana permise al Pisa di finire a pari con l’Udinese (proprio a scapito del Piacenza che seguiva i nerazzurri di un punto) e di andare così allo spareggio promozione con i Friulani, visto che al tempo non si teneva conto di scontri diretti e differenza reti. A Roma il Pisa vinse 3-1 (Doppietta di Volk e rete di Duè) e volò così in serie B.