Pisa, Teatro Rossi Aperto chiuso da "mano ignota"?

Cultura
PISA e Provincia
Lunedì, 18 Gennaio 2021

Dopo otto anni di gestione di uno spazio cittadino, contatti con tutti gli enti preposti, mai una protesta sopra le righe, qualcuno ha apposto un nuovo lucchetto per impedire l'accesso al Teatro Rossi adesso Chiuso

Questo è quello che scrivono coloro che per tutti questi anni hanno cercato di rendere Pisa più ricca culturalmente.

Il Teatro Rossi rischia un nuovo abbandono. 
Se negli ultimi giorni siete passati di fronte al Teatro Rossi Aperto, avrete notato un lucchetto nuovo e una nuova serratura.
Purtroppo tutto ciò non è stato installato da chi da più di 8 anni, dopo numerosi anni di chiusura, ha riaperto e incessantemente ripopolato il palcoscenico del Teatro Rossi.
Chi è stato allora? Perché? Su ordine di chi?
Noi non lo sappiamo. Non sono esposte comunicazioni che indichino motivazioni o responsabili.
Questo gesto, attuato in piena pandemia, sembra mirare alla chiusura perenne di uno spazio e una realtà che hanno offerto a tutta la città di Pisa, e non solo, cultura e socialità in forme accessibili e innovative.
Come Assemblea Costituente esprimiamo una forte preoccupazione per l'accaduto. Abbiamo tutt_ un grande desiderio di tornare al più presto alla vita di prima, ma il rischio che la pandemia ci lasci un deserto in eredità è concreto. Invitiamo il mondo della cultura e la cittadinanza tutta a informarsi, a mantenere alta l'attenzione e ad aiutarci a salvare, ancora una volta, un importante luogo di vita e cultura qual è il Teatro Rossi Aperto.

Ma qualcuno "nottetempo", come già è successo per esempio con l'Edicola confiscata alla mafia, ha pensato bene, senza renderne conto a nessuno di cancellare quell'esperienza. Il bello è che adesso c'è un assessore alla cultura che a breve presenterà il "piano strategico della cultura 2021-23": chiudere più spazi associativi e culturali possibili forse (vedasi il tentativo, quasi riuscito, di azzerare un'altra esperienza pisana, quella della Stazione Leopolda). Più ciclamini meno cultura sarà lo slogan?

luca.doni