Pisa Training Center, quali ricadute sul quartiere, per i cittadini e le associazioni sportive?

Se lo chiede Davide Rizza (PD), che invita il Comune a farsi carico di questo importante aspetto

Ha scrtto il segretario del circolo del Partito Democratico di Porta a Lucca, Porta Nuova, Gagno e I Passi.

“Il Pisa Training Centre, che sorgerà a Gagno e che sarà il quartier generale del Pisa Sporting Club, è un progetto che può avere ricadute positive per la crescita sportiva della squadra di calcio della nostra città e per il suo sviluppo anche a livello giovanile, però occorre riflettere con attenzione sulle ricadute sui quartieri limitrofi e a cui sarà inevitabilmente collegato”.

Così Davide Rizza, segretario del circolo del Partito Democratico di Porta a Lucca, Porta Nuova, Gagno e I Passi.

“Al di là dei ritardi e delle responsabilità tecniche e politiche dell’amministrazione comunale, come circolo preferiamo concentrarci sulle ricadute future. Mi riferisco a più di un argomento: ad esempio, che impatto avrà dal punto di vista urbanistico sui quartieri e sulla città? E la viabilità? Abbiamo parlato spesso dei problemi di viabilità del quadrante nord della città e ci chiediamo se sia stata fatta un’ulteriore riflessione quando il Training Centre sarà realtà. Stessa cosa per i parcheggi. Saranno attivate delle convenzioni per la cittadinanza? E un altro tema di cui si parla fin troppo poco: le associazioni sportive, che in zona sono diverse e di altissima qualità, come si rapporteranno con il nuovo centro? Perché è impossibile pensarlo come alieno al contesto sportivo, e occorre porsi fin da subito il problema”.

“L’opera non è partita col piede giusto per i vari errori dell’amministrazione comunale, che sono stati ben evidenziati dal gruppo del Partito Democratico in consiglio comunale, nello specifico da Marco Biondi e Matteo Trapani – conclude Rizza –. Però la politica, quella che governa e che si deve assumere ogni responsabilità, avrebbe il compito di occuparsi non solo di favorire il completamento del progetto, ma di come i cittadini che abitano i quartieri vivranno il suo impatto sulle loro vite. Stessa cosa, come dicevo, per le associazioni e le varie realtà alle quali i nostri quartieri devono la loro linfa vitale”.