Ponte di Lugnano a rischio crollo
ConfCommercio: "Con la chiusura totale del ponte 300 posti di lavoro e 70 milioni di fatturato in meno per il distrettotto industriale di Noce. Chiediamo soluzioni alternative"
L’assemblea pubblica promossa da ConfCommercio Provincia di Pisa sulla prossima chiusura del ponte di Lugnano e Cascina, ha evidenziato due dati.
Da una parte, e questo lo ha affermato Cristiano Ristori, l’ingegnare della Provincia di Pisa che cura il progetto di recupero della struttura, il ponte, per come è messo, senza alcun intervento, prima o poi, non si sa né come né quando, ma è destinato a crollare.
L’altro, rilevato da uno studio di ConfCommercio, è che le 14 settimane di chiusura totale della struttura previste dal progetto di recupero della Provincia, incideranno pesantemente sul distretto industriale di Noce.
A conti fatti, ha spiegato Federico Pieragnoli, direttore di ConfCommercio, se la chiusura del ponte di Lugnano e Cascina ripeterà le perdite registrate per la chiusura di quello di Pontasserchio: “Il fatturato del distretto di Noce (210 milioni di euro per anno ndr) calerà del 30%, per un totale di circa 70 milioni di euro di perdite”.
Ai dati economici presentati durante l’assemblea di lunedì 18 febbraio presso il Ristodancing Luna Verde di Lugnano, ConfCommercio ha poi legato anche le ricadute occupazionali, negative, e attestabili per il distretto industriale di Noce, sui 300 posti di lavoro in meno.
Su questi ultimi dati ConfCommercio ha indirizzato il dibattito, cui hanno preso parte il sindaco di Vicopisano Juri Taglioli e il vicesindaco di Cascina Dario Rollo, il presidente della Provincia di Pisa Massimiliano Angori, i rappresentanti dell’area industriale e commerciale di Noce Luigi Cecchi (presidente Comitato del Ponte) e Paolo Grazian (Caparolcenter), e la consigliera regionale del M5S Irene Galletti.
TEMPISTICHE E COSTI DELL'INTERVENTO. Il recupero e la conseguente messa in sicurezza del ponte, ad oggi, durerà 25 settimane (operai al lavoro su due turni di 8 ore, 6 giorni alla settimana, dal lunedì al sabato), con il cantiere in partenza ad inizio giugno 2019 (appena chiuse le scuole) per una spesa totale di circa 1 milione e 390 mila euro. Finanziati in parte da Regione Toscana (1 milione di euro) e dalla Provincia di Pisa (250 mila euro). Alla fine dei lavori, il ponte avrà prolungata la propria vita di oltre 50 anni e ospiterà anche 2 percorsi ciclo-pedonali laterali della larghezza di un metro e mezzo ciascuno.
Nelle prime 3 settimane di cantiere il ponte resterà percorribile a senso unico alternato con traffico vietato ai mezzi di peso superiore alle 3,5 tonnellate. In seguito, la struttura sarà chiusa definitivamente per 14 settimane (riducibili a 10 con un investimento aggiuntivo straordinario di 100 mila euro, e la messa a regime del terzo turno notturno di lavoro e cantiere aperto anche nei giorni festivi ndr).
Concluso l’intervento più importante, la struttura tornerà percorribile a senso unico alternato e per tutti i mezzi, senza restrizioni di peso, per altre 8 settimane, prima della riapertura definitiva al traffico.
L'OPZIONE ALTERNATIVA: PASSERELLA O PONTE NUOVO? Ed è proprio a fronte del possibile crollo del fatturato (70 milioni) e della perdita di posti di lavoro (300), che ConfCommercio ha proposto la soluzione alternativa al progetto di recupero del ponte di Lugnano e Cascina già affidato tramite bando ad un consorzio di aziende dell’area fiorentina.
ConfCommercio, chiederà alle istituzioni territoriali, regionali e nazionali, la costruzione di un nuovo ponte da affiancare a quello già esistente (costo attestabile intorno ai 3 milioni di euro ndr), o la costruzione temporanea di una passerella tipo Bailey (spesa prevista circa 2,5 milioni di euro).
Le due soluzioni, alternative al progetto già avviato dalla Provincia di Pisa, comunque, prevedono l’intervento del Governo, che già da oggi, sarà coinvolto direttamente dal tavolo permanente creato ad hoc per il coordinamento dell’intero intervento di recupero del ponte di Lugnano e Cascina.