Primo Piano. I sì e i no all'edicola confiscata alla Mafia rimossa **RIASCOLTA LA PUNTATA**

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Politica
PISA e Provincia
Venerdì, 3 Gennaio 2020

Torna Primo Piano, l'approfondimento giornaliero a cura della testata giornalistica Punto Radio su politica, cronaca, lavoro e spettacolo

Venerdì 3 gennaio puntata dedicata all'edicola confiscata alla Mafia di Borgo Stretto e alla polemica politica scatenatasi a Pisa.

Sull'argomento, la redazione di Punto Radio ha ascoltato le posizioni di Gabriele Santoni (ex sindaco di San Giuliano Terme), don Armando Zappolini, Giovanni Garzella (ex consigliere comunale di Forza Italia) e Maurizio Nerini (consigliere comunale di Noi Adesso Pisa - Fratelli d'Italia)

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Rimossa l'edicola confiscata alla Mafia. Libera Pisa: dal Comune "Atto vile"

Nelle ore successive alla rimozione dell'edicola di Borgo Stretto, sono state tante le reazioni politiche registrate in città.

Tra queste, quella del deputato della Lega Edoardo Ziello, che con un post su Facebook ha scritto.

"Non c’è bisogno di tenere una carcassa di ferro degradata che ostruisce il passaggio in una delle assi pedonali principali della città di Pisa (Borgo Stretto), per testimoniare la lotta alla mafia. Noi - a differenza del Pd - abbiamo dato una delega specifica al ‘contrasto alle mafie’ ad un assessore che prima non c’era. Serve l’Antimafia dei fatti e non delle chiacchiere sterili a vuoto. Siete d’accordo?".

A stretto giro di posta la risposta di Olivia Picchi, consigliera comunale del Partito Democratico.

"Ho visto di recente il film "il traditore". Nel film, mentre Buscetta viene scortato all'aula bunker c'è una manifestazione con questo slogan "viva la mafia che ci dà lavoro". Mi ha ricordato le parole del fratello di Peppino Impastato. Ho avuto la fortuna di conoscere lui e la madre tanti anni fa quando partii insieme a Libera - Pisa per portare mezzi e risorse a una cooperativa di Cinisi,  vittima di ritorsioni,   che gestiva un terreno confiscato alla mafia. Giovanni mi disse: "togliere i beni alla mafia e tramite essi dar lavoro ai giovani è l'unico modo di toglierle ossigeno". Felicia (la madre) annuiva silenziosa e allo stesso tempo "ferma".
In ottobre a Firenze Giuseppe Governale direttore della Direzione Investigativa Antimafia ha annunciato ai cronisti: "In Toscana c'è un rischio di infiltrazioni mafiose e noi siamo qui per sensibilizzare".
Ecco perchè i simboli sono importanti: perchè stanno lì da monito e come spunto di riflessione. Sono questioni delicate ma come è possibile aprire una discussione seria su un tema del genere quando il parlamentare (e sottolineo parlamentare) della Lega Ziello definisce l'edicola come "una carcassa di ferro degradata che ostruisce il passaggio".
Non era forse possibile rilanciare e provare a fare un intervento che ne valorizzasse il significato? Evidentemente no, non sta nelle corde della Lega. D'altronde nel Dup e nel bilancio appena approvato da Conti & C. non ci sono previsioni di azioni sul tema e hanno bocciato gli emendamenti presentati da me e dal capogruppo Pizzanelli che prevedevano investimenti nel settore cultura, legalità, diritti. L'incontro fra i ragazzi di Libera e i capogruppo in occasione della laurea honoris causa che l'Unipi ha conferito a Don Ciotti si è svolto solo per le pressioni della minoranza.
Domani su iniziativa di Francesco Auletta presenteremo come minoranze la richiesta di discussione in Consiglio Comunale e insieme alla consigliera Scognamiglio porteremo la discussione anche nelle commissioni deputate.
Il tema è troppo grande per lasciare cadere  "la mafia uccide...il silenzio pure" recita lo striscione degli Studenti contro le Mafie. Ecco l'importanza dei simboli, ecco la necessità di parlarne e non abbassare la guardia. Rimuovendo l'edicola si ha il risultato di dire a Pisa che l'infiltrazione mafiosa non esiste, che è stata un brutta parentesi e che adesso è tutto a posto. Si cerca di far dimenticare in nome del decoro o di altri interessi e su questo noi non ci stiamo.
Ziello dovrebbe spiegarlo a Falcone e Borsellino, al generale Dalla Chiesa, a Piersanti Mattarella, ad Ambrosoli...e ai tanti Mario, Francesca, Giuseppe....un elenco infinito di persone che hanno pagato con la vita il non girarsi dall'altra parte.
Tutta questa gente per non "spostare un'edicola" ha dato la vita; la vita per uno Stato ed un mondo più giusto. La vita anche per persone come Ziello e Conti che quel sacrificio non lo meritano anche se ne beneficiano.
Un modello culturale che mira all'annullamento delle menti e delle coscienze. Le storture di questo mondo vanno affrontate, vanno spiegate ai giovani e va spiegato loro che dire no è giusto e che essere "retti" paga sempre. Che generazioni vogliono crescere? Cosa vogliono insegnare Conti e Ziello ai loro figli?
".

Sulla stessa linea anche la consigliera regionale del PD Alessandra Nardini.

"Eccolo, immancabile, l'intervento scomposto dell'Onorevole Ziello sull'edicola-simbolo dei beni confiscati alla mafia rimossa dal giorno alla notte, il Primo dell'anno, da Borgo Stretto.
Ancora nessuna spiegazione per questa azione dalle modalità inaccettabili, condotta come un'imboscata. Anziché preoccuparsi di chiarire, il solito Ziello parla di una "carcassa di ferro degradata", che dunque va semplicemente rimossa come si farebbe con una fioriera rovinata; per lui non rientra tra i doveri di chi siede nelle istituzioni favorire soluzioni affinché i simboli di legalità e antimafia possano restare vitali; un impegno, questo, assunto dallo stesso Sindaco di Pisa a maggio. Meglio rimuovere il problema, ovviamente di nascosto e senza spiegazioni.
Consiglierei all'Onorevole di dare una telefonata al Sindaco Conti e intervenire giusto se ha una spiegazione plausibile da riferire per ciò che è successo. In caso contrario, meglio un decoroso e imbarazzato silenzio
".

Edoardo Ziello, però, rincara la dose e si scaglia contro l'intervento di Olivia Picchi.

"La consigliera Picchi, del Pd di Pisa, dovrebbe sciacquarsi la bocca prima di citare delle personalità del calibro di Borsellino, Falcone e Dalla Chiesa.
Mi fa veramente ribrezzo vedere gli esponenti del Pd sminuire i nomi dei Grandi protagonisti dell’Antimafia e usarli come una turpe clava da agitare contro di me e il sindaco Conti, arrivando - addirittura - a chiedersi “quale educazione vogliamo dare ai nostri figli”. Sicuramente non quella di degradare le città con inutili ferraglie improvvisate a mausolei della legalità.
La cultura dell’Antimafia si trasmette con i fatti: ecco la scelta di avere un assessore dedicato al contrasto alle mafie che con il Pd neanche esisteva e i percorsi culturali avviati nelle scuole, totalmente improntati alla concretezza e non alle tante belle chiacchiere vuote come veniva fatto prima.
Al posto dell’edicola verrà collocata una targhetta come aveva detto lo stesso sindaco a più riprese, senza contare la possibilità di rendere la struttura meccanica più apprezzabile e collocarla in una zona che non contrasti con il suo paesaggio.
Infine, mi fa davvero sorridere leggere il goffo tentativo di impartire delle lezioni di legalità a chi come me viene da una famiglia di questori della Polizia di Stato
".

In mattinata abbiamo ricevuto anche il comunicato dell'onorevole Nicola Fratoianni (Leu), che porterà il caso dell'edicola pisana rimossa in parlamento.

Aver fatto sparire di soppiatto quelll’edicola sotto i portici confiscata alla mafia, la dice lunga della cultura politica e del rispetto per la lotta alle mafie che hanno gli attuali governanti della destra a Pisa. Davvero un brutto segnale.”
Lo afferma Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana-Leu dopo le polemiche scoppiate nella città toscana per la decisione dell’amministrazione comunale.
“La lotta alla mafie la si fa ogni giorno - prosegue il parlamentare di Leu - con l’azione di magistratura e forze dell’ordine, con l’impegno civico, sociale e culturale dei cittadini. Ma per  per far questo servono anche simboli, come era quell’edicola.
Evidentemente questo impegno non è nelle sensibilità dell’attuale amministrazione, e fa bene Libera a parlare di vigliaccheria e ad indignarsi, noi comunque - conclude Fratoianni - chiederemo in Parlamento al governo che attivi il Prefetto di Pisa affinchè si faccia chiarezza fino in fondo a questa vicenda
”.

redazione.cascinanotizie